lunedì 20 giugno 2011

Non vorrei che mio figlio fosse gay

Tutto qua. Anche perché non ho figli maschi, per fortuna, ho 2 figlie femmine. Purtroppo anche tra le donne esiste l’omosessualità.
Il segreto? Provate a vederlo pensando di guardare una sit com, convincetevi che sia una versione (penosa, concordo) di Corrado Guzzanti o di George Carlin.

domenica 19 giugno 2011

La scorciatoia bugiarda di Assuntina Morresi



Assuntina Morresi non è nuova alle interpretazioni fantasiose e poco attente alla letteratura scientifica.
Ieri se la prende, per l’ennesima volta, con la Ru486, con l’interruzione di gravidanza e con la contraccezione d’emergenza che in realtà sarebbe un mezzo abortivo camuffato (La scorciatoia bugiarda dell’aborto inconsapevole, Avvenire, 18 giugno 2011). Ma andiamo per ordine.
Il primo problema è l’affermazione di Morresi sulla Ru486, ovvero il farmaco che induce farmacologicamente l’interruzione di gravidanza - il cosiddetto aborto medico o farmacologico - invece di intervenire chirurgicamente. Morresi sostiene che il suo uso sarebbe difficilmente conciliabile con la legge 194 che nel 1978 ha normato l’interruzione di gravidanza. Nel 1978 questa possibilità non esisteva, tuttavia all’articolo 15 si legge: “Le regioni, d’intesa con le università e con gli enti ospedalieri, promuovono l’aggiornamento del personale sanitario ed esercente le arti ausiliarie sui problemi della procreazione cosciente e responsabile, sui metodi anticoncezionali, sul decorso della gravidanza, sul parto e sull’uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza” (il corsivo è mio).
L’altro ostacolo pretestuoso riguarda il ricovero in una struttura sanitaria - così come previsto dall’articolo 8 della 194. Due anni fa l’Agenzia Italiana per il Farmaco aveva sottolineato la necessità di garantirlo come prova del rispetto della legge sulla interruzione di gravidanza. Il motivo di questa decisione? La risposta non è semplice, ma il richiamo all’articolo 8 sembra insoddisfacente (qui Giuseppe Regalzi aveva commentato il comunicato stampa dell’Aifa).
Il problema dunque non sembra tanto essere che la legge 194 non possa conciliarsi con la Ru486, ma che Morresi non approvi l’interruzione di gravidanza, soprattutto se eseguita in modo meno invasivo per le donne (già abortire è moralmente ripugnante, ma almeno che si soffra il più possibile e che non si possa scegliere). Nel corso del tempo le strategie di Morresi sono passate dall’affermazione della pericolosità della Ru486 per le donne all’accusa di “aborto fai da te”, colpevole anche di eliminare lo spazio di colloquio con la donna da parte di quanti vorrebbero dissuaderla. Scriveva infatti nel 2008: “La 194 invece, propone una casistica e pretende la valutazione e la certificazione di un medico. Proprio per permettere di discutere le motivazioni che spingono ad abortire, dà molto spazio al colloquio con le donne e prevede un periodo di riflessione - sette giorni - fra la concessione del certificato per abortire e l’intervento. Avere uno spazio in cui inserirsi per incontrare le donne e per ascoltarle è fondamentale: è questo il momento in cui lavorano i volontari dei “Centri di Aiuto alla Vita”. È questo il motivo per cui stiamo lottando contro la pillola abortiva Ru486, sinonimo di “aborto fai da te”, un modo di abortire in cui incontrare le donne diventa impossibile” (Una battaglia per la vita a trent’anni di distanza, ilsussidiario.net, 17 marzo 2008).

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DNA profiling

It could mark the end of the traditional television sleuth drama. A new device that can identify suspects from DNA left at the scene of a crime in under an hour is set to transform the way police track down criminals.

The portable technology, which is about the same size as piece of airline carry on luggage, uses a rapid form of DNA profiling to produce a genetic fingerprint from blood, saliva and skin cells left at crime scenes.

Without leaving the scene of the crime, the device, which has been developed by forensics experts, can then check the profile against the centrally held National DNA Database to reveal the identity of the criminal responsible in under an hour.

martedì 14 giugno 2011

Too Gay To Judge?

Still, just because a legal argument is degrading and futile doesn't mean nobody will make it. For as long as there have been bigots in America, litigants have tried to argue that women are too womanly to decide gender cases and that Jews are too Jewish to hear cases involving the first attacks on the World Trade Center. Like ProtectMarriage, these litigants also have tried to dress up their claims as something other than pure bigotry. They never prevail.
Too Gay To Judge? The preposterous, appalling effort to disqualify Vaughn Walker from judging the California gay marriage case because he is gay, Slate, june 13 2011.

China’s Fantastic New Plan To Pay Organ Donors

No one seriously thinks the council will opt for unfettered sales, but the bottom line of any serious consideration is inescapably this: The only way to save lives and starve underground markets abroad is to provide more transplants at home. And the only way to do that is to break radically—and ethically—with a status quo that forbids an informed donor to be rewarded for saving the life of a stranger.
Yuan a Kidney?, Slate, june 13 2011.

La verità, vi prego, sulla contraccezione d’emergenza

Il 6 giugno 2011 la Società Italiana della Contraccezione (SIC) e la Società Medica Italiana per la Contraccezione (SMIC) hanno redatto un documento comune: Position paper sulla contraccezione d’emergenza per via orale.
Il documento parte dalla definizione di contraccezione d’emergenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “La contraccezione d’emergenza si definisce come “metodica contraccettiva”, poiché può solo prevenire e non interrompere una gravidanza”.
Va assunta in caso di un rapporto sessuale non protetto o nel caso in cui sia stato usato scorrettamente un altro mezzo contraccettivo. L’effetto sarà inversamente proporzionale al tempo trascorso tra il rapporto a rischio e l’assunzione del farmaco.
Dopo le descrizioni tecniche sulle confezioni disponibili in Italia e autorizzate dall’Aifa, il documento si sofferma sulla questione più importante: come funziona la contraccezione d’emergenza. Nel paragrafo intitolato “Meccanismo d’azione della contraccezione d’emergenza” si afferma: “È ampiamente dimostrato che il LNG [levonorgestrel], quando somministrato in fase preovulatoria, interferisce con il processo ovulatorio, per inibizione o disfunzione dello stesso, e previene quindi la fertilizzazione. In particolare, se somministrato prima del picco preovulatorio di LH, È in grado di impedire l’ovulazione nella maggior parte dei casi. Inoltre, è stato evidenziato che nelle donne che assumono il LNG quando i parametri clinici, ecografici ed ormonali sono diagnostici di ovulazione già avvenuta, il LNG non ha alcun effetto. È evidente quindi che il LNG non interferisce con l’impianto dell’embrione, una volta avvenuta la fertilizzazione; ciò, non causa aborto, né è in grado di danneggiare una gravidanza in atto” (il corsivo è mio).

Non esiste una normativa ad hoc e, in modo condivisibile, il documento rimanda a due leggi: quella del 1975 sui consultori familiari (legge 405 del 29 luglio 1975; prima di allora i contraccettivi erano illegali) e quella del 1978 sulla interruzione volontaria di gravidanza (legge 194 del 22 maggio 1978). Queste leggi garantiscono l’accesso ai mezzi contraccettivi. Non solo: il Comunicato del Ministero della Sanità n. 254 del 1 novembre 2000 afferma esplicitamente che “l’uso di questa pillola non viola la legge dello Stato…il farmaco oggi a disposizione…si concretizza come un mezzo di prevenzione dell’aborto e sottrae la donna al rischio di trovarsi di fronte a scelte drammatiche”.
E ancora “nel documento di schema d’Intesa Stato–Regioni per una migliore applicazione della Legge 194, del 15 febbraio 2008, in cui si sottolinea la necessità di:
- Garantire congruo orario di apertura del Servizio Consultoriale, anche prevedendo l’accoglienza senza appuntamento, con carattere di precedenza, per alcune richieste come: contraccezione d’emergenza, inserimento di IUD, richiesta di certificazione urgente per interruzione volontaria di gravidanza;
- Prevedere la prescrizione della “contraccezione d’emergenza”, oltre che nei servizi consultoriali, anche nei Pronto Soccorso e nei servizi di continuità assistenziale (guardia medica).
Ben definito è quindi il diritto della donna alla prescrizione della contraccezione d’emergenza”.

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sabato 4 giugno 2011

Kevorkian

Photo by Jeff Kowalsky.

“I’m trying to knock the medical profession into accepting its responsibilities, and those responsibilities include assisting their patients with death”, aveva dichiarato nel 1990.
Un lungo articolo di ieri su The New York Times ricorda la storia di Jack Kevorkian (Dr. Jack Kevorkian Dies at 83; A Doctor Who Helped End Lives).
Comunque la si pensi, Kevorkian ha avuto il merito di rompere il silenzio ipocrita sulla morte e sulla sofferenza, sulla malattia terminale e sul legittimo desiderio - da parte di alcuni - di non sopravvivere in condizioni penose e senza prospettive di miglioramento.
In più ha avuto il merito di non arretrare di fronte alle conseguenze delle sue scelte scontando 8 anni di carcere.
Mi vengono in mente i tanti che strepitano sulla immoralità di qualche atto standosene comodamente in poltrona e limitandosi a far finta di niente. Non so perché mi vengono in mente molti obiettori di coscienza sulla 194 o sulla contraccezione di emergenza. Mi vengono in mente anche i tanti che strepitano di morte naturale e di diritto sacro alla vita. Ma poi mi fermo qui perché il panorama è troppo desolante.

venerdì 3 giugno 2011

An Italian nightmare

Science under politics. An Italian nightmare (Elena Cattaneo & Gilberto Corbellini, EMBO reports (2011) 12, 19 - 22) è stato pubblicatao qualche mese fa. Ma non è di certo invecchiato.
Queste le conclusioni.

One could ask whether the situation in Italy is simply a local consequence of a deteriorating relationship between science and society, or between scientists and politicians. In other words, is Italy an exception, or simply a vision of things to come in other countries? Regardless, the predicament of Italian science and scientists should stand as a warning of what happens when the rules of transparency are overridden, the scientific community remains largely silent, scientific facts have marginal political influence and science communication is helpless against ideologically driven propaganda that manipulates facts on a large scale (Corbellini, 2010). The experience of scientists in the USA during the Bush administration shows that for other countries this possibility is not too far-fetched and that, to paraphrase the British statesman Edmund Burke (1729–1797): bad science flourishes when good scientists do nothing.

Volti parole

Venerdì 10 giugno, 18.30, Rinascita, Viale Agosta 33, Roma.