Secondo uno studio belga, pubblicato sul New England Journal of Medicine (Evangelos G. Papanikolaou et al., «In Vitro Fertilization with Single Blastocyst-Stage versus Single Cleavage-Stage Embryos», con un commento di Laura A. Schieve, «The Promise of Single-Embryo Transfer», 354, 2006, rispettivamente alle pp. 1139-46 e 1190-93), trasferire un singolo embrione allo stadio di blastocisti – cioè al quinto giorno dalla fecondazione – ha determinato una maggiore percentuale di successi (33% contro 23%) rispetto al trasferimento di un singolo embrione di soli tre giorni, in un gruppo di donne di età inferiore a 36 anni. Questa innovazione potrebbe contribuire a risolvere il problema delle gravidanze multiple, anche se appare al momento problematica la sua applicazione a donne di età maggiore rispetto a quelle dello studio; rimangono inoltre ancora da verificare eventuali effetti sull’embrione (fonte: BioNews).
Inutile aggiungere che la procedura implica quasi obbligatoriamente la possibilità di congelare gli embrioni, cioè l’esistenza di una legge sulla PMA ragionevole...
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