Sempre con garbo, Sgreccia ha inoltre ricordato al cardinale Martini che “la sua teoria” sull’ovocita fecondato “non è condivisa da molti embriologi”. E in effetti il Comitato Nazionale per la Bioetica che in Italia si occupa di queste cose, quando nel 2005 affrontò la questione, si divise in 26 contro 12. Con la maggioranza c’erano Sgreccia e altri studiosi cattolici e laici, tutti a favore dell’intangibilità dal primissimo istante dell’ovulo fecondato. Con la minoranza c’era Carlo Flamigni, che volle aggiungere al documento finale una sua nota molto polemica con la Chiesa. La posizione di questa minoranza è quella che sia il cardinale Martini sia il professor Marino hanno fatto propria nel loro dialogo.Chi sarebbero i “molti embriologi”? Non ci è concesso soddisfare la nostra curiosità. Ma Sgreccia vuole fare il furbo omettendo di dire che la “teoria sull’ovocita” non è meramente una questione medica e scientifica? Piuttosto è una questione morale, del significato e del valore che noi intendiamo attribuire alla fase iniziale dello sviluppo umano. Non basterebbero tutti gli embriologi del mondo a dipanare la questione se l’ootide gode del diritto alla vita oppure no. Una risposta sensata pretende l’incursione della filosofia. È giusto o sbagliato? La scienza è muta di fronte a una simile domanda.
A proposito del documento del Comitato Nazionale per la Bioetica riguardo all’ootide (Considerazioni bioetiche in merito al c.d. ootide) è bene ricordare i nomi dei firmatari e rinfrescare la memoria con le argomentazioni offerte a dimostrazione della sua intoccabilità. Suggerisco di leggere il documento. Io rimando a Piastra metafisica, ovvero della considerazione dell’ootide come uno di noi, LiberalCafè, 9 ottobre 2005). Per chi fosse davvero molto interessato, posso inviare per mail una ossessiva analisi del documento del CNB.
L’ootide è intoccabile (come il concepito nominato nella Legge 40/2004) secondo:
Amato, Belardinelli, Binetti, Bompiani, Borgia, Casini, D’Agostino, Dallapiccola, De Carli, Di Pietro, Eusebi, Federspil, Ferrari, Fiori, Iadecola, Isidori, Manni, Marini, Palazzani, Pistella Possenti, Ricci Sindoni, Santori, Scarpelli, Sgreccia, Silvestrini (vedi dettagli dei Componenti).
Per inciso: il Comitato Nazionale per la Bioetica non è il Tribunale della Verità. Questo per dire che se anche tutti i componenti all’unanimità avessero sostenuto i diritti dell’ootide, non sarebbe bastato per rendere questo parere solido. Ancora una volta le (presunte) dimostrazioni sono fragili e le conseguenza dell’equiparazione tra le persone e i gameti femminile e maschile al ‘primo incontro’ non vengono indagate.
Sì, è possibile fino al 14º giorno dalla fecondazione che l'embrione si divida dando vita a due o più individui differenti. Ma non è un argomento capace di convincere l'Altra Parte: a chi lo ha proposto è stato risposto che gli individui formati in questo modo sono i «figli» dell'embrione integro. Niente da fare...
RispondiEliminaSuppongo che ti direbbero che Gianni è defunto, poverino...
RispondiEliminaTu mi chiedi di entrare nella testa di persone con cui non condivido neanche un'idea; comunque provo a rispondere ugualmente. Gianni è costituito da quattro cellule, giusto? Adesso immagina che un uomo venga sminuzzato in qualche modo nelle cellule che lo compongono, e che queste continuino a vivere in provetta. L'uomo è morto, naturalmente, ma non c'è un cadavere; nessuna delle cellule ‘figlie’ è identica all'individuo che c'era prima.
RispondiEliminaA scanso di equivoci, per chi legga questi commenti: questo, ripeto, non è quello che penso io!