mercoledì 17 maggio 2006

Comicità inintenzionale: Camillo Ruini e i diritti delle coppie omosessuali

Il Circolo Mario Mieli ha commentato l’intervento di Camillo Ruini a proposito della (scandalosa, direi; sì, davvero scandalosa) pretesa di parità tra le coppie eterosessuali (solo di quelle legate dal sacro vincolo?) e le coppie omosessuali. Andrea Berardicurti chiosa (Le direttive di Camillo, mariomieli.org, 16 maggio 2006):
Il Vaticano non cessa mai di stupirci. In un momento in cui anche i reality show hanno perso brillantezza ed effervescenza, l’unica magra consolazione che ci è rimasta sono le invettive dei vescovi italiani […].
Il cardinale Ruini se la prende con il Parlamento Europeo, colpevole di voler equiparare i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle ‘famiglie legittime’. Ruini – ha spiegato il Circolo Mario Mieli in un comunicato – farcisce questa sua affermazione con il buonismo e il pietismo ormai consueto, affermando che è legittimo respingere e combattere gli atteggiamenti discriminatori e violenti nei confronti delle persone con ‘tendenze’ omosessuali, ma altra cosa è chiedere ai Paesi membri, anche se in maniera non vincolante, la revisione delle proprie leggi nazionali che, secondo lui e tutto il vescovado, non rispettano nemmeno la cultura e le tradizioni proprie dei diversi Paesi membri. Surreale.
[Il circolo Mario Mieli si è lamentato di questa] ulteriore e pericolosa ingerenza vaticana in fatti di competenza esclusiva di Stati nazionali laici, che legiferano per tutti i cittadini e non solo per quelli che il Vaticano considera legittimi o che hanno a cuore le tradizioni e i valori del proprio paese’; [e] si è augurato infine di ‘non rimanere voce isolata di fronte alle esternazioni vaticane a difesa di una laicità dello Stato che garantisca a tutti eguali doveri ma anche diritti.
Ma insomma, mi domando e dico, cari ragazzi, va bene non essere insultati e picchiati, ma non esageriamo nel chiedere pari diritti di quanti vivono non nel peccato; di quanti accettano la responsabilità di una famiglia legittima e non vanno in giro a perdere tempo; di quanti, infine, ricevono la benedizione religiosa di buona condotta pur vivendo in uno Stato laico (?). E poi, quale ingerenza e ingerenza? Potrà pure esprimere il suo parere Camillo Benso Ruini, oppure volete tappargli la bocca? Il vecchierello ha solo detto come la pensa; mia nonna avrebbe detto, ‘è temperamento’ (giustificando, così, le più turpi azioni con il ricorso al carattere).
Ma mi incalza una domanda: perché non l’ha dichiarato a casa sua questo parere? O nel suo Stato? In fondo, Ruini e compari, ce l’hanno uno Stato, che lascino in pace il nostro!

ps
ad essere grave (non ci si stanca di ripeterlo) è lasciare la protesta una ‘voce isolata’ (da parte di chi dovrebbe difendere lo Stato laico), piuttosto che quanto e chi quella protesta hanno suscitato.

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