mercoledì 28 giugno 2006

Alfonso Lopez Trujillo 2

Vale davvero la pena di fare riferimento all’intera intervista al cardinale pubblicata su Famiglia Cristiana (Sono delitti non diritti).
(Domanda) Nel vostro recente documento avete scritto che mai come in questo tempo la famiglia è sottoposta ad attacchi violenti. Perché?

(Risposta) «Le legislazioni e un’ampia parte della cultura laica stanno smontando pezzo per pezzo la famiglia. Sta sparendo l’idea del matrimonio come bene universale, che fonda una società. Fino a non molti anni fa, la legge partiva dal principio che la famiglia fosse il pilastro naturale di una società. Oggi si tende a dire che la famiglia comprime gli spazi di libertà dei singoli. La cultura non aiuta certo il matrimonio, anzi, in buona parte, gli è ostile».

(Domanda) Faccia un esempio...

(Risposta) «Alle unioni di fatto vengono riconosciuti gli stessi diritti del matrimonio. Fino a dieci anni fa era una follia giuridica. Il matrimonio non è più un bene pubblico, la legge tende a privatizzarlo e prevede tanti tipi di unione. Significa aver sbaragliato tutta la giurisprudenza naturale su questo tema».
Chiedo scusa in anticipo per la mia ingenuità: ma il matrimonio non è una questione privata? In che senso sarebbe un bene pubblico?
(Domanda) La Chiesa è accusata di fare una battaglia di retroguardia e di perdere fedeli, perché anche molti cattolici sono d’accordo. Lei che cosa risponde a queste critiche che vi vengono rivolte?

(Risposta) «La Chiesa vuole dialogare e persuadere con argomentazioni razionali, valide per tutti. Le coppie di fatto sono una finzione giuridica: due persone che non si promettono niente, né promettono qualcosa ai figli e nemmeno allo Stato, ma vogliono gli stessi diritti del matrimonio. Per le coppie omosessuali la cosa è ancora più grave. La coppia c’è tra uomo e donna, perché esiste complementarità. Il resto è il vuoto assoluto. Ci accusano di usare un linguaggio severo e drammatico. Non è vero. Noi commentiamo la realtà che abbiamo davanti. Non facciamo proposte nuove, ma spieghiamo cosa dicono la Parola di Dio e il magistero della Chiesa. A volte gli stessi cattolici fanno difficoltà a capire che questa è antropologia biblica».
Argomentazioni razionali?? Argomentazioni? Razionali? Lo possiede un dizionario della lingua italiana il cardinale?
Due persone non si prometterebbero niente perché non si piegano ad un ordinamento prestabilito? Le promesse sono fatte di una pasta che nessuna legge può far lievitare, e nessuna legge può garantire. Una promessa intima non deve essere necessariamente esposta ai meccanismi delle pubblicazioni, la prenotazione della sala per la festa di nozze, la squallida lista dei regali per lo sposo e la sposa (che promessa sarebbe la lista di nozze?), e così via. In uno Stato non teocratico ognuno deve avere la possibilità di scegliere come vivere (e pure come morire, ma non andiamo troppo fuori tema). E poi non parliamo delle coppie omosessuali: la cosa, infatti, è ancora più grave. Cosa pretendono? Di essere trattati come persone? Vuoto assoluto. L’ha detto anche dio. E non possiamo mettere in dubbio la sua parola (ma l’udito del magistero della chiesa sì, forse).
(Domanda) Si dice, tuttavia, che bisogna lasciare la libertà ai non cattolici di comportarsi come vogliono…

(Risposta) «Conosco l’argomentazione: io non lo farò mai, ma gli altri… Pensare così significa non accettare il disegno di Dio. Eppure, mi sembra che spesso le ragioni siano anche altre e indotte dalla polemica politica ed elettorale. Io dico che non si può cambiare Governi e mutare anche le visioni etiche, che danneggiano la società».
E, ovviamente, non accettare il disegno di dio è quanto di più irrazionale si possa immaginare, secondo il cardinale (o non sarebbe piuttosto il contrario?). E meno male che avevamo cominciato con l’invocare le argomentazioni razionali. Le visioni etiche sono una questione privata, alla pari delle credenze religiose o della scelta della squadra del cuore o della maglietta da indossare. Il Governo non c’entra nulla. E nemmeno il magistero.

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