Una ricerca condotta da William Ledger dell’Università di Sheffield, e presentata ieri al convegno della European Society of Human Reproduction and Embryology, a Praga, ha stabilito che se il governo britannico offrisse a ogni donna che li richieda tre cicli gratuiti di fecondazione in vitro, ogni bambino nato in questo modo darebbe un contributo netto al pubblico erario di 147.000 sterline (circa 215.000 euro) nel corso della propria vita; in due o tre anni nascerebbero 10.000 bambini che altrimenti non sarebbero mai potuti venire al mondo.
Un altro studioso, Jonathan Grant dell’Università di Cambridge, ritiene che incrementando le nascite da fecondazione in vitro si riuscirebbe a contrastare in modo significativo il crescente invecchiamento della popolazione nel Regno Unito (Ian Sample, «Free IVF for all would ease pensions crisis, say researchers», The Guardian, 20 giugno 2006).
In Italia, naturalmente, i più vocali nel lanciare l’allarme contro la crisi demografica sono anche quelli più pronti a frapporre ostacoli e a imporre regole assurde alla procreazione medicalmente assistita...
Aggiornamento: un approfondimento delle questioni trattate nell’articolo del Guardian viene offerto ora da Kirsty Horsey per BioNews: «Free UK fertility treatment ‘would boost economy’» e «Call for free fertility treatment to boost Europe’s population», 20 giugno 2006.
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