Il congelamento degli ovociti è stato spesso fatto passare come un’alternativa già disponibile al congelamento degli embrioni; chi ha creduto a questa storia rimarrà probabilmente sorpreso nell’apprendere che soltanto oggi è stato reso noto un esperimento giapponese in cui il tasso di gravidanze raggiunto impiegando ovociti congelati ha quasi eguagliato – grazie a un congelamento estremamente rapido – quello della tecnica convenzionale («Frozen eggs rival IVF success of fresh eggs», NewScientist.com, 19 giugno 2006; l’articolo descrive anche una scoperta italiana, che consente di individuare negli ovociti la presenza di un numero anomalo di cromosomi). Bisogna adesso attendere che l’esperienza venga replicata da altri ricercatori, e che la tecnica si diffonda nella pratica medica. Per le donne si apriranno allora nuove possibilità di gestire autonomamente la propria vita riproduttiva, congelando gli ovociti da utilizzare in età più avanzata (ed evitando casi penosi come quello di Natallie Evans); anche la donazione di ovociti potrà, penso, divenire più flessibile.
Aggiornamento: anche BioNews commenta la notizia (Kirsty Horsey, «Scientists report on new egg freezing technique», 19 giugno).
Aggiornamento 2: Eurekalert! dà conto di una ricerca che potrebbe condurre agli stessi risultati, e addirittura aprire la possibilità di congelare un corpo umano e di riportarlo in seguito alla vita («Slow-frozen people? Latest research supports possibility of cyropreservation», 20 giugno 2006).
Aggiornamento 3: BioNews approfondisce la notizia della scoperta italiana sull’analisi degli ovociti («New egg test may increase IVF success rate», 20 giugno 2006).
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