giovedì 22 giugno 2006

Troppe parolacce, pappagallo condannato a morte

Condannato a morte per troppe parolacce. Questa la sentenza emessa da un consiglio rabbinico nei confronti d’un pappagallo “colpevole” di imprecare in continuazione. È successo in Israele dove il proprietario, disperato per le parolacce che l’animale diceva era pronto a dar seguito alla “sentenza” quand’è intervenuto il suo medico, Oren Zarif, che ha deciso di adottare il pappagallo, salvandolo così da morte certa. “Il mio paziente – ha spiegato il medico – ha consultato un rabbino che ha deciso che il parrocchetto doveva essere ucciso dal momento che peccava e induceva altri a peccare”. I figli del proprietario, infatti, erano influenzati dalle parolacce che il volatile diceva in continuazione. Zarif, tuttavia, si è rifiutato di farlo sopprimere, ma dopo poco ha avuto dei ripensamenti. Il pappagallo, infatti, anche nella nuova casa non si è comportato meglio e le sue imprecazioni hanno cominciato a infastidire i pazienti ortodossi che frequentavano lo studio. Disperato, il medico ha quindi consultato un altro rabbino, Meir Mazuz, che stavolta ha consigliato di tagliare la lingua al pappagallo, “con il minimo di sofferenza. Se questo non aiuta, l’animale deve essere macellato”. Di nuovo, tuttavia, Zarif s’è rifiutato, pressato anche dalla moglie che nel frattempo ha minacciato di divorziare se il medico avesse fatto eseguire la sentenza capitale. Quest’ultimo lancia dunque un appello: “Sono pronto a donare il pappagallo a un safari o a un’altra istituzione che si prende cura degli animali. Almeno, loro possono tenerlo lontano dai bambini”.

(Da Ultimissime UAAR, 21 giugno 2006)

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