È già molto tempo che il dibattito si è riaperto anche grazie alla lungimiranza del ministro della sanità Gines Garcia. Quando quest’ultimo si pronunciò l’anno scorso a favore dell’uso del preservativo il vescovo castrense Baseotto gli inviò una lettera esprimendo l’opinione che dovesse essere gettato nel Rio de la Plata con una pietra legata al collo. Certo ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni ma l’immagine dei voli della morte avvenuti in epoca di dittatura militare evocata dal prelato rappresentò un vero autogoal viste le connessioni, mai completamente chiarite, tra la sanguinosa dittatura di Videla e la Chiesa romana. In quell’occasione si aprì una grave crisi diplomatica con il Vaticano che di fatto non è stata mai risolta.
L’occasione per tornare a parlare di aborto è ora quella di un procedimento legale che vede coinvolta una giovane di 19 anni rimasta incinta dopo uno stupro. La legge le vieta di abortire. Ma la causa è aperta per ottenere il permesso e nei prossimi giorni se ne saprà di più.
Su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano
John Stuart Mill, La libertà
sabato 29 luglio 2006
Aborto in Argentina
Sul blog Argentina. Cronache dalla fine del mondo, di Manlio Masucci, un post ci aggiorna sulla battaglia per rendere legale l’aborto, che in quel paese non lo è ancora («Legalizzare l’aborto», 28 luglio 2006).
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