martedì 4 luglio 2006

Diritto di sapere?

A partire dal 1 luglio, nello stato australiano di Victoria, alcuni ragazzi divenuti da poco maggiorenni riceveranno una lettera dal governo locale. Dopo averla aperta, leggeranno che il loro padre o la loro madre non è il loro genitore genetico, e che sono nati grazie alla donazione di seme o di un ovocita. Per due terzi circa di loro questa potrebbe essere una totale sorpresa.
È l’effetto di una legge controversa, approvata nel lontano 1988, e i cui effetti cominceranno a farsi sentire a partire da quest’anno (Kirsty Horsey, «New donor identification laws in Victoria», BioNews, 3 luglio 2006).
Professor Gab Kovacs, the director of Australia’s largest fertility clinic, Monash IVF, said that the potential impact of the legislation could damages hundreds of families. His research shows that only one in three of his patients tell their children the whole story of their conception. “Even though young people have the option of refusing to meet their donors, the secret of their conception – and it is a secret in two out of three cases – would still have to be released”, he said, adding that “it’s a stupid situation and I think it is going to cause a lot of problems”.
Non saprei dire se esista o meno un diritto di conoscere le proprie origini genetiche. Ma in ogni caso, non riesco a non trovare brutale, e stolidamente insensibile, questa intromissione dello Stato nella vita intima di tante famiglie.

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