“Qualche vescovo africano mi dice: ‘Se presento in Germania progetti sociali, trovo subito le porte aperte. Ma se vengo con un progetto di evangelizzazione, incontro piuttosto riserve’”. Insomma Ratzinger stava criticando i vescovi tedeschi forti e anzi grandiosi nelle politiche sociali ma sordastri al primato dell’evangelizzazione: “L’evangelizzazione deve avere la precedenza, il Dio di Gesù Cristo deve essere conosciuto, creduto e amato, deve convertire i cuori … Dove portiamo agli uomini soltanto conoscenze, abilità, capacità tecniche, là portiamo troppo poco”. In questo contesto si inserisce la puntualizzazione “sulle popolazioni dell’Asia e dell’Africa” (l’islam non è citato).Già. Ma non mi risulta che i vescovi tedeschi sostengano «un tipo di ragione che esclude totalmente Dio dalla visione dell’uomo, ritenendo questa la forma più sublime della ragione», né che pratichino il «disprezzo di Dio e … [il] cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà ed eleva l’utilità a supremo criterio per i futuri successi della ricerca», tutte cose che per il papa spaventano le popolazioni dell’Asia e dell’Africa (popolazioni che comprendono anche quelle di fede musulmana, direi). Ratzinger stava criticando proprio i ‘laicisti’, gli atei e i libertini; e in questo, come abbiamo già visto, Hamza Piccardo, presidente dell’Ucoii, s’è detto subito d’accordo con lui. Forse al Foglio dovrebbero affinare un poco le proprie tecniche esegetiche...
Su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano
John Stuart Mill, La libertà
martedì 12 settembre 2006
Il Foglio soccorre Ratzinger
I teocon non potevano certo rimanere silenziosi di fronte al discorso papale di Monaco, e alle reazioni perplesse che ha suscitato. Sul Foglio di oggi un editoriale non firmato cerca di metterci una pezza («Che il Papa predichi un “asse del sacro” con l’islam è solo un equivoco», 12 settembre 2006, p. 1):
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