Chi può stabilire, in un caso concreto, se una determinata e particolare cura costituisca accanimento terapeutico e non estremo tentativo di salvataggio? Non certo il paziente. E nemmeno il giudice. Ma il decorso del malato. Se sopravvive, non è stato accanimento terapeutico. Se muore, lo è stato. In ogni caso, la decisione spetta al medico e non può essere presa da nessun altro.
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Questo liberalismo individualista [la vita è solo mia] non tiene alcun conto del bene comune, in base al quale io mi appartengo solo nella misura in cui la mia sparizione non pregiudichi altri. Chi si sottrae al dovere di vivere (che non è solo un diritto) è paragonabile a colui che abbandona il tetto coniugale o non ottempera all’obbligo del mantenimento.
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Mentre gli esperti litigano al suo capezzale, il paziente muore. Ma forse è proprio questo che i teorici del sovraffollamento vanno cercando.
Su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano
John Stuart Mill, La libertà
mercoledì 29 novembre 2006
Stupidario eutanasia 6
Anonimo (Testamento biologico battistrada dell’eutanasia, la Padania, 29 novembre 2006):
Vogliamo il nome dell'autore!
RispondiEliminaAnna
Come si fa a paragonare l'abbandono del tetto coniugale con la richiesta di eutanasia??
RispondiEliminaci si potrebbe fare un libro con 'ste stupidariate, tipo "io speriamo che me la eutanaso"
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