sabato 2 dicembre 2006

Il rapporto tra il medico e la morale (cattolica)

José María Simón, Presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni Mediche Cattoliche (FIAMC) ha inviato a Zenit una lettera ai medici cattolici di tutto il mondo sul tema “Il rapporto del medico con la morale”.
I medici cattolici si trovano spesso di fronte a dilemmi morali in cui devono prendere una decisione. È quindi importante saper distinguere tra il bene e il male, cosa impossibile da fare senza il sostegno della Chiesa (dobbiamo dire le cose come stanno).
E diciamole! La morale non può che affondare le radici nel Verbo, giusto? Purtroppo è difficile dialogare con chi intende affermare una verità dogmatica e che poco spazio lascia a ipotesi diverse (di fronte alla Verità, quale ipotesi reggerebbe?).
Prima di prendere le sue decisioni il medico fa una composizione di luogo di fronte al problema concreto. È bene inquadrare le cose in senso ampio (il “frame”) e con sana antropologia. Ricordo una volta in cui fui invitato da un mezzo di comunicazione di massa a un dibattito sull’inseminazione artificiale per le donne lesbiche. Presumibilmente, doveva esserci un equilibrio tra le diverse opinioni. Ma gli invitati erano un attivista gay, una lesbica, un bisessuale, un libertino e un eterosessuale. Il presentatore e i servizi di appoggio, inoltre, erano lontani anni luce dal pensiero del minoritario eterosessuale. Alla mia richiesta di spiegazioni rivolta alla direzione del programma riguardo a una manipolazione così grossolana, dovetti sentirmi dire che era stato tutto pensato nel massimo rispetto della parità di opinioni...
In questo caso, la messa a fuoco del tema non consiste nello stabilire se quel tipo di coppie abbiano o meno diritto all’inseminazione, o se esistano coppie eterosessuali che maltrattano i propri figli. Una più ampia prospettiva può aiutare il professionista in fertilità a esercitare l’obiezione di coscienza. Perché la situazione ideale, quella in cui milioni di coppie di coniugi e di bambini sono sempre stati felici, è quella in cui i bambini nascono naturalmente nel seno di una famiglia, costituita da un uomo e da una donna. Di questo bisogna parlare, perché questa è la realtà.
Ah, questa è la realtà! La natura, rassicurante e deresponsabilizzante. La natura, appiglio per quanti si giocano la carta dell’identificazione tra naturale e buono, tra naturale e moralmente lecito. Dimenticando che la natura è la malattia, la natura è l’influenza, la natura è quanto i medici (anche quelli cattolici) combattono. La natura è il cancro, l’AIDS o l’anemia mediterranea. Tutti i tentativi di curare sono artificio.
E l’artificio non è automaticamente immorale. Basti pensare alla medicina. E la medicina ha fatto progressi nel rimedio alla sterilità. Non basta dire “è artificiale” per condannare. E José María Simón dovrebbe sforzarsi di offrire qualche ragione per cui persone che non ricalcano il modello di famiglia che lui preferisce non dovrebbero poter ricorrere alle tecniche di procreazione assistita. Ma questo scalfirebbe il Verbo.

Ma veniamo ai “temi concreti”, e sui giudizi di Simón, in bilico tra il ridicolo e la contraddizione.

Preservativi
“Barriera” più o meno imperfetta che è il preservativo, senza presentarlo, e tanto meno raccomandarlo, come un bene.
Eutanasia
Non dobbiamo privare di assistenza un malato terminale, non possiamo accanirci con lui e non lo possiamo ammazzare. L’unica cosa degna che possiamo fare è procurargli delle cure palliative di qualità, tenendo sempre conto delle sue dimensioni bio-psico-sociale, spirituale e familiare. È questo il cammino da seguire.
L’eutanasia uccide la libertà: è una decisione presuntamente libera che farà sì che la persona in questione non possa mai più prendere liberamente delle decisioni. Neanche l’umanissima decisione di rettificare. L’eutanasia, la sua accettazione o la sua depenalizzazione si situano nel lato buio della professione, chiunque sia il loro difensore.
Anticoncezionali orali
Gli esseri umani sono stati creati apposta incompleti da Dio. L’uomo ha bisogno della donna per realizzarsi e la donna ha bisogno dell’uomo per essere felice. Anzi, l’uomo e la donna hanno bisogno anche dei figli per trovare la loro completezza nella famiglia.
[…]
L’atto sessuale implica una pulsione tale che non lascia indifferente nessuno e che ha sempre delle conseguenze. Unisce come nient’altro l’uomo e la donna. La sua realizzazione deve avvenire in un contesto di maturità, impegno ed esclusività: il matrimonio. L’uomo e la donna si danno tutto l’uno all’altra, compresa la capacità di generare nuove vite umane. E questo è un bene.
[…]
I metodi naturali di regolazione della fertilità (Billings, sintotermici, ecc.) consentono di utilizzare questi periodi infecondi perché gli sposi possano continuare a trovarsi in comunione con i rapporti sessuali e perché con questi superino la malsana attrazione di altre carni.
[…]
Gli anticoncezionali violano diversi diritti umani: il diritto alla vita (nei casi della pillola abortiva o del giorno dopo), il diritto alla salute (hanno effetti secondari, diversamente dai metodi naturali), il diritto all’educazione (la gente ha il diritto di conoscere la propria fertilità) e il diritto alla parità tra i sessi (il peso dell’anticoncezionale in genere ricade sempre sulla donna).
L’aborto provocato
C’è qualcosa di peggio che strappare un figlio dal ventre della madre? Si può spiegare a un bambino di cinque anni l’aborto procurato? La donna che perde un figlio in un aborto spontaneo, non piange come se avesse perduto un figlio? Facciamo tutto il possibile, come medici, per trasformare la sofferenza di genitori con problemi nella gravidanza in gioia e allegria? Il medico cattolico esercita l’opzione preferenziale a favore delle madri. Non esclusiva né escludente, ma preferenziale.
L’evoluzionismo
Sappiamo pochissimo sull’origine fisica della specie umana. Senza cadere nello scientismo, dovranno passare decenni prima che la scienza ci illumini su questo aspetto. Non si sa né come né quando si passi da una specie all’altra, seppure succede. Gran parte di quanto è stato scritto sull’argomento è provvisorio e incompleto.
L’amniocentesi
Come sapete, salvo in casi eccezionalissimi, l’amniocentesi si fa per provocare l’aborto in caso di sospetto di una malformazione del feto. Quindi, poiché questa pratica non si fa per il bene del feto e della madre, non si può considerare un atto medico corretto.
La riproduzione artificiale
Il medico può e deve aiutare i coniugi infertili, ma si non può sostituire a loro. Questo è un principio utilissimo per comprendere che, nonostante la grande popolarità delle tecniche di “riproduzione assistita”, non possiamo cedere alle tentazioni facili e lucrative. Tutti gli sforzi devono essere applicati a migliorare gli studi di fertilità delle coppie e a trattare il trattabile, che è già molto. Data la fissazione che hanno molte cliniche sulla fecondazione in vitro, sarà bene spiegare ai coniugi che sostituirsi ad essi non rientra nelle funzioni del medico, che l’amniocentesi si fa quasi sempre per abortire i figli difettosi, che gli embrioni in sovrannumero vengono spesso eliminati e che si congelano i figli.
Il rispetto dell’embrione
Sinceramente, credo che la posizione più coerente con la conoscenza che abbiamo sull’embrione sia il suo scrupoloso rispetto sin dal concepimento. Oltre a essere la posizione che evita il maggior numero di problemi. La nostra coerenza si illumina quando difensori di balene e foche, oppositori della pena di morte, attivista dei diritti umani e filantropi di vario genere accettano la distruzione dell’embrione senza batter ciglio (sempre con fini terapeutici, è ovvio).
Il concepimento dura un momento, ma il processo è già avviato e il rispetto per l’integrità dell’embrione comincia da molto prima: comincia con il rispetto per l’unione tra l’uomo e la donna, evitando i concepimenti in vitro. L’umanità non deve introdurre caos nel bio.
E per concludere: in senso stretto, l’essere umano non ha diritto alla vita. La vita è un regalo che riceve. Prima di esistere non eravamo niente, quindi non eravamo soggetto di diritti.

La lettera è molto più lunga e densa di consigli, ho scelto le parti che mi piacevano di più.

8 commenti:

  1. che per un bambino sia un bene nascere in una coppia formata da un uomo e una donna è verissimo. la pedagogia insegna che durante la crescita il bambino si rapporta prima di tutto con la madre e poi con entrambi i genitori. La presenza di una figura materna e una paterna sono fondamentali. Se una di queste figure manca, il bambino la cerca in altri (lo zio, la maestra, ecc...) perchè ne ha bisogno, anche per costruire la sua identità. ma è chiaro che se può trovare queste figure nei genitori è meglio. una situazione familiare in cui uno dei genitori manca è difficile per qualunque bambino. Cercare di migliorare la natura con qualche artificio è giusto, ma in questo caso mi sa che la si peggiora

    RispondiElimina
  2. Allora, l'alternativa è questa: se le due omosessuali ricorrono all'inseminazione artificiale, abbiamo un bambino che dovrà cercare altrove la figura paterna, e che avrà quindi forse qualche difficoltà a costruire la propria identità.
    Se invece, come tu sembri suggerire, le due omosessuali dovessero rinunciare, non è che avremo un bambino con genitori di sesso diverso: non avremo nessun bambino.

    Adesso ti chiedo: qual è la situazione preferibile, tra le due? E se rispondi: «la seconda», ti chiederei di immaginarti mentre dici a un bambino nato in una coppia omosessuale (o da un padre vedovo, o da una donna abbandonata dal proprio compagno) «Sai, sono convinto che sarebbe stato molto meglio che tu non fossi mai venuto al mondo»...

    RispondiElimina
  3. eh no, perchè non fai questo discorso anche nei casi di aborto? o lo si fa solo quando fa comodo?

    Un bambino con un padre vedovo o con la madre rimasta da sola è un caso ben diverso da quello di un bambino fatto nascere apposta in una coppia di quel tipo, dove la natura non ne avrebbe mai permesso la nascita. E non per sfortuna o malattia dei genitori. Potete fare tutti i giri di parole che volete, con la retorica si ottiene tutto, ma non cambia il fatto che una cosa del genere è profondamente sbagliata. Significa costringere un bambino a nescere contro natura. E' chiaro che un bambino così nato non va trattato come dici tu, va accolto e amato perchè certo non è colpa sua; ma nemmeno bisogna incentivare quelle situazioni facendole passare per normali.

    RispondiElimina
  4. Che una situazione sia preferibile all'altra non vuol dire che sia anche obbligatoria: altrimenti questo discorso andrebbe fatto anche per chi i figli non li vuole (preti e suore, per esempio), o per chi ne ha già quattro e non vuole farne un quinto. Ma se qualcuno vuole un figlio, non si vede perché dirgli di no, solo perché il bambino potrebbe avere qualche difficoltà nella vita; con lo stesso ragionamento dovremmo ritenere immorale che i poveri facciano figli...

    Tu dici: «la natura non ne avrebbe mai permesso la nascita», «una cosa del genere è profondamente sbagliata», «Significa costringere un bambino a nascere contro natura», «nemmeno bisogna incentivare quelle situazioni facendole passare per normali». Se mi permetti, queste frasi dimostrano qual è veramente il problema, per te: non si tratta della felicità del bambino, ma della 'naturalità' della sua nascita. La cosa non ti piace, e concludi che non dovrebbe piacere a nessun altro. Come una volta, quando si aveva orrore dei matrimoni misti tra neri e bianchi: anche allora, tra l'altro, si tiravano in ballo le possibili difficoltà dei bambini...

    RispondiElimina
  5. continua pure a fare i tuoi giri di parole e a usare esempi assurdi, la realtà del problema non cambia. Per fortuna un parere portato avanti così, con giri di parole e ragionamenti assurdi non fa molta strada. E' la stessa cosa che fanno purtroppo anche tanti esponenti del clero, non ti rendi conto che ti comporti allo stesso modo?

    saluti

    RispondiElimina
  6. Prendo atto, Roberto, del fatto che non sai cosa rispondere. Altrimenti, invece di limitarti a dire che i miei esempi sono assurdi, lo avresti dimostrato.

    RispondiElimina
  7. non mi sembra che ce ne sia bisogno, rileggili e se non ci arrivi da solo, non so cosa dirti. Spero che almeno i lettori di questa pagina abbiano sufficiente intelligenza per capire l'assurdità delle cose che hai scritto.

    RispondiElimina
  8. Quando si accusa qualcuno di dire assurdità, una cortesia elementare sarebbe quella di spiegargli anche perché si ritiene che quelle siano assurdità. Tu questa cortesia non me la vuoi usare, mentre io ho speso il mio tempo per proporti degli argomenti razionali (non importa se giusti o sbagliati). I lettori di questa pagina, come dici tu, sapranno giudicare – anche quelli che non sono d'accordo con me.

    RispondiElimina