Grottesco è stato l’espediente retorico di alcuni uomini politici, che hanno sostenuto che la via maestra per affrontare queste situazioni è una nuova legge sul testamento biologico. Non mi sogno di negarne l’importanza, se è vero che mi adopero da quindici anni per questo, ma è altrettanto ovvio che il testamento biologico nel caso di Welby era del tutto irrilevante, essendo egli stato lucido e presente sino all’ultimo momento.
Tutt’al più potrebbe essere utile che, in seno alla legge sul testamento biologico, siano inseriti articoli che riaffermino il principio del consenso (e del rifiuto) informato alle cure e che prevedano il carattere vincolante delle direttive contenute nel testamento stesso.
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