Credevo, e credo tuttora, che la sinistra italiana dovesse dotarsi di una sua cifra per così dire stilistica, se vogliamo evitare la parola «ideologica», che la differenziasse dalle ambiguità della Margherita, dal conformismo vaticanoide di Forza Italia. E pensavo, e penso, che il mio partito dovesse battersi contro le diseguaglianze sociali, senza cadere nel pauperismo, contro i privilegi delle categorie professionali protette senza cedere al liberismo sfrenato e contro quel perbenismo borghese della tolleranza che concede solo briciole caritatevoli ai nuovi diritti. Io non credo che la Serafini sia contro le coppie di fatto, non credo neppure che sia omofoba. Credo tuttavia che preferirebbe che le sue colleghe di partito, Pollastrini e Turco, se ne stessero zitte, evitando di dare della maggioranza di governo un’immagine zapaterista. Ciò è folle.
[…]
I Ds cementano l’alleanza con la Margherita rinunciando ai loro ideali di progresso, laicità, indipendenza e diventano solo l’edificio organizzativo del nuovo partito. I valori ce li metterà il socio debole. Non c’è più spazio per chi come me ha fatto delle battaglie per i diritti civili la propria ragion d’essere politica. Caro direttore, ringrazio la senatrice Serafini e i troppi rimasti in silenzio dinanzi alle sue dichiarazioni per avermi aiutato a capire che non è più questo il mio partito.
Su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano
John Stuart Mill, La libertà
domenica 31 dicembre 2006
La follia della sinistra
È un articolo amaro, drammatico ma del tutto condivisibile quello di Alessandro Zan su Il Mattino del 30 dicembre e leggibile su Gay news, Zan: democratici di sinstra e la crisi dei diritti. È un articolo che impietosamente racconta i Ds per quello che sono, o per quello che sono diventati. Nelle loro piccole ipocrisie e nella loro mancanza di coraggio, nel loro seguire una strada di compromesso ad ogni costo sacrificando qualcosa che non ha prezzo: i diritti civili e la loro difesa. Ne riporto due passi, ma è da leggere tutto. Con l’avvertimento che è un bel pugno in pancia. Certo, meglio della schifosa ipocrisia di questi fantocci di un pensiero e di una politica di sinistra.
OT… Buon anno!
RispondiEliminaGrazie, anche a te: buon 2007!
RispondiEliminaE per quanto possa contare, nemmeno il mio!
RispondiEliminaA dire il vero, non so più quale sia il MIO partito. Che tristezza, è ora di reagire!
Ho appena scoperto questo blog e, sebbene voglia commentare anche tanti altri post, inizio da questo. Condivido pienamente l'amarezza dell'articolo riguardo la situazione dei Democratici di Sinistra. Se, ora come ora, un partito che dovrebbe essere membro del PSE senza praticamente avere il coraggio di condividerne i valori, ed essere lontano millenni luce su troppi temi, cosa succedera` quando nascera` il partito democratico? Un partito che per ora non avrebbe nemmeno una chiara collocazione europea: una tragedia tutta italiana insomma. Lontano anche dai valori dei democratici americani.
RispondiEliminaChi resta da votare in Italia per chi ha esultato alla vittoria di Jospin, alla vittoria di Zapatero, al primo governo di Schroeder, e guarda con estrema fiducia politico-esistenziale la candidatura della Royal in Francia?
Poco meno di niente. A meno di non turarsi il naso, come si suol dire, e scegliere il male minore per almeno non essere complici dell'infausto ritorno del "centravanti di sfondamento".
Amaramente,
http://www.perunsocialismoeuropeo.blogspot.com/