Almeno questo!
L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR) ha pubblicato la storia di Bruno, una sua intervista di Isabella Cazzoli e una copia della documentazione!
Bruno, la sua storia comincia un anno fa, quando invia al Comitato Etico la sua prima richiesta di chiarimenti sul consenso informato. Vuole raccontarci?Ah, il nostro Bruno non è Gibert.
Volentieri. Oltre un anno fa, a causa di un fattore di rischio scoperto casualmente e nell’eventualità di dovermi sottoporre a un delicato intervento chirurgico esposto, come tutti i trattamenti chirurgici, al rischio statistico di un esito anomalo ma con conseguente grave inabilità della persona, quale ad es. uno stato vegetativo persistente, inoltrai richiesta al Comitato Etico di poter aggiungere una postilla al consenso informato.
In cosa consisteva la clausola?
«Nel disporre in piena consapevolezza e altrettanto piena capacità di intendere e di volere di rifiutare il mio consenso a ogni accanimento (cosiddetto) terapeutico, ivi compresa l’idratazione e l’alimentazione artificiale e forzata e che ogni cura estrema e inefficace sul piano della guarigione venga sospesa o addirittura non intrapresa».
Quindi una sorta di testamento biologico come estensione del consenso informato?
«Proprio questo. Con il consenso informato autorizzo il medico a effettuare l’intervento sul mio corpo. La mia clausola, inserita al termine del consenso informato, ha la valenza di una limitazione dell’autorizzazione con la quale dispongo che nel caso in cui io non sia più in grado di esprimere la mia volontà e nell’eventualità di un esito imprevisto con condizione clinica inguaribile e irreversibile, rifiuto l’accanimento terapeutico compresa l’idratazione e l’alimentazione forzata».
In parole povere il testamento biologico esiste già. Bisogna vedere però se in caso di "condizione clinica inguaribile e irreversaibile" il medico avrebbe rispettato il volere del paziente, come "intimatogli" dal Comitato Etico.
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