Una indagine sulla presenza e sul funzionamento dei consultori familiari in Puglia ha fatto emergere una realtà sconfortante.
Invece dei 225 previsti in base alla popolazione censita, funzionano solo 158 consultori: e gli altri 67? (Pillola e aborto, mancano 67 consultori, Corriere del Mezzogiorno, 24 marzo 2007.) Inoltre i consultori attivi non sono aperti durante il finesettimana e negli altri giorni sono quasi sempre chiusi nel pomeriggio. Niente male per una struttura che dovrebbe rispondere anche a situazioni di emergenza!
Dai dati forniti dal Ministero della Salute si evince inoltre che solo il 10% delle donne incinte in Puglia si rivolge ai consultori. Di queste, una su dieci è minorenne.
Tanto per rinfrescare la memoria.
I consultori vengono istituiti nel 1975 (legge 405, 22 luglio).
I consultori familiari si pongono come modello sanitario attento alla prevenzione piuttosto che esclusivamente alla cura e alla risoluzione di problemi già manifesti.
La prevenzione non può non tener conto della persona nel suo complesso, non più ridotta al numero di una cartella clinica o alla patologia di cui soffre. La prevenzione accoglie una visione multidisciplinare e impone una revisione dei concetti di malattia, sofferenza e salute (intesa, appunto, non solo come assenza di una patologia specifica, ma come stato generale della persona).
Le aree di intervento e di azione dei consultori familiari sono molto più vaste rispetto alla percezione diffusa di distributori di certificati per abortire, e comprendono la nascita (consulenza preconcezionale, fisiologica, genetica; informazioni e assistenza alla gravidanza; corsi preparatori; offerta di visite domiciliari nei primi 1-2 mesi dalla nascita; assistenza pediatrica domiciliare per la prima settimana e così via); l’età adolescenziale (informazione sessuale; incontri nelle scuole); prevenzione dei tumori femminili (offerta del Pap-Test o addestramento all’autopalpazione del seno); Interruzione Volontaria di Gravidanza e disagio familiare (valutazione dell’evasione vaccinale o di evasione scolastica).
Le ragioni della condizione attuale dei consultori familiari sono molteplici e complesse. Tra questi senza dubbio si possono elencare: la mancanza di un piano sanitario nazionale; la mancanza di obiettivi operativi misurabili e l’aleatorietà delle risorse assegnate; la sostanziale disomogeneità dei modelli operativi indicati dalle leggi regionali; la non idoneità delle sedi e la non completezza delle figure professionali previste.
C’è una speranza di miglioramento?
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