Ampiamente condivisibile il commento di Ronald Bailey («Medievalizing Biotech Regulation», Reason, 9 marzo 2007):
Alla fine, l’agenzia sarebbe in larga parte solo il mezzo con cui Fukuyama imporrebbe le proprie scelte morali alle altre persone. Ciò che Fukuyama sta proponendo è un passo indietro, verso i brutti tempi in cui degli estranei decidevano che tipo di bambini sarebbe stato concesso ai loro concittadini di mettere al mondo. Una burocrazia governativa, e non i genitori, prenderebbe decisioni eugenetiche. Come ci mostra la triste storia dei tentativi di regolare la riproduzione umana, la cosa veramente morale da fare è resistere con tutte le forze a questa proposta.
Ma come mai non ho scoperto prima il vostro blog? Condivido le vostre opinioni e mi poiace il vostro stile! Vi linko subito al mio blog.
RispondiEliminaE com'è che noi non abbiamo scoperto il tuo? Link anche noi!
RispondiEliminaIo non la vedo così negativamente: non sempre i genitori hanno la cultura per capire che una scelta eugenetica è una scelta d'amore concreto e non solo teorico per i propri figli. Un incentivo statale, non un obbligo, a scegliere con cura i figli da far nascere sarebbe una conquista per tutta l'umanità.
RispondiEliminaOh almeno c'è qualcuno di onesto che parla (in maniera aberrante, a mio avviso) chiaro. Spiace che chi va in televisione non abbia il coraggio di dire ciò che ha cristallinamente sostenuto Silvio. Pavidi questi talebani della religione secolare...
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