venerdì 9 marzo 2007

Tantum potuit religio...

«Stakes are raised in the battle to beat polio», New Scientist, n. 2594, 8 marzo 2007, p. 6:
Violence and misinformation are threatening the World Health Organization’s efforts to eradicate polio. Last month Abdul Ghani Khan, a senior Pakistani doctor, was killed by a remote-controlled bomb shortly after urging villagers to vaccinate their children. In Pakistan, Afghanistan and among Muslim communities in India, some local clerics have denounced vaccination as a pro-western plot to sterilise Muslims. The same rumours stopped vaccination in northern Nigeria in 2003, causing an international surge in polio cases.
In Pakistan, some clerics who command a loyal local following have even declared that preventing epidemics is contrary to Islamic law, and have described people infected with polio as “martyrs”. In response, senior Muslims in Pakistan have issued pro-vaccination fatwa decrees. Some mothers are reportedly getting children vaccinated secretly for fear of local reprisals.
Meeting in Geneva last week, the WHO and the four countries where polio is still circulating – India, Pakistan, Afghanistan and Nigeria – renewed their pledge to eradicate the disease. This will cost a projected $575 million, on top of the $5.3 billion already spent worldwide on eradicating polio (New Scientist, 27 January, p. 3).
“We are facing our best and perhaps our last chance to eradicate polio,” new WHO director-general Margaret Chan told the meeting. The meeting set no target for eradication, however – two previous deadlines, in 2000 and 2005, have been missed.

3 commenti:

  1. con grande interesse, forse anche per l’impegno rivolto in un centro per la vita, ho seguito l’evolversi dello scenario politico portoghese negli ultimi venti giorni da quando dal Suo giornale ho appreso la notizia dell’imminente referendum che domenica scorsa ha chiamato alle urne l’intero Portogallo: si alla depenalizzazione dell’aborto hanno gridato nella maggioranza al governo, compreso il premier Socrates che della liberalizzazione dell’aborto sembra averne fatto la sua crociata dell’anno. I giornali in questi giorni hanno più volte sottolineato come il cattolicissimo Portogallo abbia intrapreso questa strada di “disumana emancipazione”, da noi già percorsa alla fine degli anni settanta, per rendere uno Stato più aperto e più libero. Ci siamo sentiti sicuramente vicini al fronte del no in questi giorni prima di tutto perché crediamo nel valore sacro della vita, data da dio per noi cattolici e dalla natura per un non credente. Ma la cosa incredibile e contradditoria in tutta questa pagina politica del Portogallo è che, nonostante l’esito referendario sia nullo per la prevalente astensione del popolo portoghese, il fronte del “si”, tutto concentrato praticamente nella Maggioranza al Governo, legge, nel 25% complessivo a favore della modifica della legge, il chiaro segnale politico per cambiare una legge sull’aborto tra le più severe, in merito alla difesa della vita prenatale, e come un trattore passa sopra a tutto e a tutti, anche sopra alla volontà della maggioranza della gente (ben il 75%) che ha detto chiaramente di no o probabilmente ha deciso di non andare a votare non solo per questioni semplicemente meteorologiche, per proporre nonostante tutto una modifica della legge in materia di aborto per liberalizzare la pratica di interruzione volontaria di gravidanza. E se invece tutto questo esito referendario fosse il segnale di una mentalità cambiata dagli anni settanta rispetto alla liberalizzazione dell’aborto e si fosse ampliato maggiormente a livello culturale l’impegno di voler difendere e tutelare e promuovere la vita nascente nella logica comune della gente? Forse che non è il caso di chiedere ai nostri italianissimi politici cattolici di non accettare su questo fronte il compromesso partitico-politico-laicistico ma di accogliere il richiamo del Vangelo a considerare sacra e inviolabile la vita umana e a mettere a punto ogni possibile sforzo per sostenere la maternità, anche nelle condizioni più difficili? Non sarebbe ora che, oltre ai puntuali e quanto mai opportuni richiami che Giovanni Paolo II e Benedetto XVI non hanno mai cessato di gridare per difendere la vita dal concepimento fino alla morte naturale, ci fosse altrettanta coerenza di giudizio e di operato tra i nostri illustri Politici al Governo?

    Eraldo Ciangherotti
    centro aoiuto vita ingauno

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  2. ...anche sopra alla volontà della maggioranza della gente (ben il 75%) che ha detto chiaramente di no o probabilmente ha deciso di non andare a votare non solo per questioni semplicemente meteorologiche, per proporre nonostante tutto una modifica della legge in materia di aborto per liberalizzare la pratica di interruzione volontaria di gravidanza.

    Chi non va a votare sceglie di non decidere.
    Chi non vota, delle due l'una: o manifesta disinteresse sull'argomento, oppure è a favore dello status quo, ma ritiene così scontato il fallimento del quorum (o la vittoria del suo fronte) da non degnarsi nemmeno di andare alle urne. A mio parere fare questo calcolo è una scommessa troppo azzardata, così come è troppo azzardato, nelle analisi post-referendarie, intruppare automaticamente gli astenuti nel gruppo dei votanti "contro" la modifica della legge.

    E se invece tutto questo esito referendario fosse il segnale di una mentalità cambiata dagli anni settanta rispetto alla liberalizzazione dell’aborto e si fosse ampliato maggiormente a livello culturale l’impegno di voler difendere e tutelare e promuovere la vita nascente nella logica comune della gente?

    In tal caso la controprova è banale: se una così schiacciante maggioranza dei portoghesi è contro l'aborto avrà gioco facile un referendum abrogativo della legge che il governo eventualmente farà approvare.

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  3. Ho risposto a Eraldo Ciangherotti in un post apposito.

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