Tra i divieti della Legge 40/04 che hanno suscitato maggiori polemiche c’è, infine, quello della diagnosi genetica preimpianto (eliminazione degli embrioni geneticamente imperfetti). Questa metodica ha indubbiamente compiuto progressi scientifici straordinari negli ultimi anni ed in larga parte ad opera di un gruppo di ricercatori italiani. Sappiamo bene tuttavia che pochissimi centri sono in grado di fornire questo servizio, che resta prevalentemente dedicato non alle coppie sterili ma a quelle con malattie geneticamente trasmissibili. È quindi sorprendente che l’opinione pubblica, talvolta comprensibilmente confusa da informazioni non univoche, sembri avere l’assoluta, straordinaria convinzione che la Legge 40/04 impedisca la sistematica valutazione genetica degli embrioni che in realtà non è mai stata fatta come prassi di routine nella stragrande maggioranza dei centri non solo in Italia, ma neanche all’estero.Uno magari potrebbe essere grato alla Porcu perché non ha tirato fuori le solite frasi prive di senso sull’eugenetica nazista; ma non è che l’argomento usato sia assai migliore. Sostiene la Porcu che l’opinione pubblica stia protestando per avere indietro qualcosa che in realtà non c’è mai stato: la valutazione genetica per ogni embrione impiantato. Ora, io questa lamentela non l’ho mai sentita; ma se la Porcu ha qualche sondaggio d’opinione che conferma la cosa, sarà anche così. Solo che la nostra dottoressa ha nel frattempo spostato destramente l’attenzione dall’accusa, questa sì fondatissima, che si muove da sempre alla legge 40: che chi ha una malattia geneticamente trasmissibile non può più in Italia effettuare una diagnosi di preimpianto (e anzi se non è anche sterile non può nemmeno entrare in un centro di Pma), e tutt’al più potrà poi abortire a gravidanza inoltrata, se le cose dovessero andare male.
Ma c’è di peggio: perché il messaggio della Porcu, neanche troppo nascosto, è questo: care coppie sterili, perché protestate? Ciò che proibiamo non riguarda voi, ma quegli altri. Che vi importa di loro? I vostri interessi non sono toccati!
È l’eterno appello del clerico-fascismo all’egoismo sociale, alla guerra fra i poveri; lo stesso appello che convocherà tanti ingenui al grande sabba del 12 maggio, dopo averli convinti che i loro miseri privilegi sono messi in pericolo dalla sventurata minoranza di turno.
"anzi se non è anche sterile non può nemmeno entrare in un centro di Pma"
RispondiEliminaPenso ci sia un "non" di troppo.
(Nel merito del post, nulla da aggiungere. Ahimé.)
Uhm, no, non mi pare: la legge 40 proibisce la diagnosi di preimpianto per tutti (art. 13 e relative linee guida), e in più restringe l'applicazione delle tecniche di fecondazione in vitro a chi ha problemi di sterilità (art. 4 c. 1). Per cui se uno ha una malattia geneticamente trasmissibile ma non è sterile non può accedere alla Pma (e del resto sarebbe inutile, perché senza diagnosi di preimpianto non gli servirebbe a nulla).
RispondiEliminaLa Porcu (di chiare origine sarde) non può non sapere che a Cagliari c'è uno dei più grandi centri contro la talassemia mediterranea a livello mondiale.
RispondiEliminahttp://www.sardegnasalute.it/index.php?xsl=313&s=36641&v=2&c=3270
Io stesso facendo raccolta firme proprio davanti al microcitemico di Cagliari incontravo coppie che provenivano dal resto d'Italia e dall'area del mediteraneo.
La microcitemia si può diagnosticare sull'ovulo prima della fertilizzazione, senza dover buttare nessun embrione "difettoso":
RispondiEliminahttp://www.avvenireonline.it/Vita/Articoli/Scienza/20050412.htm
il link non è completo, riprovo a postarlo:
RispondiEliminawww.avvenireonline.it/Vita/Articoli/Scienza/20050412.htm
20050412.htm
RispondiEliminaLa talassemia si può anche diagnosticare con l'esame dei corpi polari, è vero; peccato però che per motivi tecnici sia in genere consigliabile esaminare sia il primo sia il secondo corpo polare, e che quest'ultimo si formi solo dopo la fecondazione.
RispondiEliminaIn ogni caso, l'art. 4 della legge 40 vieta comunque a chi non è sterile l'accesso alle tecniche di fecondazione assistita, e quindi anche a quest'esame.
Che la legge 40/04 sia, per l'appunto, una legge insensata lo affermano ormai a gran voce tutti o quasi tutti gli addetti ai lavori ed adesso, a tre anni dalla sua entrata in vigore, sono stati raccolti anche i numeri che consentono di ribadirlo, con risultati particolarmente disastrosi riguardanti le donne ultratrentacinquenni ed i casi di infertilità maschile, come si è eloquentemente sottolineato a Milano lo scorso marzo, cifre alla mano, presenti tra gli altri Ragni e Setti (rispettivamente Osp. Regina Elena e Ist. Humanitas). Che sia una legge iniqua, non servivano eminenti pensatori per confermarlo, poiché introduce discriminazioni incostituzionali tra chi può accedere alle procedure di PMA (coppie con problemi di sterilità) e chi non può (coppie affette da patologie a trasmissione ereditaria), limitando inoltre per le coppie con problemi di sterilità l’accesso alle migliori cure disponibili ed entrando così in conflitto con l’articolo 32 della Costituzione, che tutela il diritto alla salute dei cittadini definendolo “fondamentale”.
RispondiEliminaPer tornare alla Porcu, stupisce che non si guardi almeno un attimo allo specchio prima di lasciarsi andare a determinate affermazioni, giacchè in tema di bugie e di omissioni sulla legge 40 potrebbe tranquillamente tenere un intero corso di approfondimento. La ricordiamo ancora con simpatia quando irruppe nel pieno della campagna referendaria, con la benedizione delle gerarchie ecclesiastiche, per annunciare urbi et orbi la disponibilità di una valida alternativa alla crioconservazione degli embrioni, e che questa valida alternativa era costituita dalle metodiche di congelamento degli ovociti, in cui il suo gruppo deteneva una posizione leader a livello mondiale. Una posizione sul niente, poiché l’illustre, e fino a quel momento perfettamente sconosciuta dottoressa, evitava accuratamente al riguardo di precisare che tale metodica era, ed è tutt’ora, immobilizzata ad un livello meramente sperimentale, con risultati neanche lontanamente paragonabili all’affidabilità consentita dalla crioconservazione degli embrioni, e che questo è l’unico motivo della sua posizione di leader, leader di una tecnica che fuori dai confini italici non interessa a nessuno, almeno per quanto riguarda le procedure di PMA. E troviamo oltretutto oltraggioso nei riguardi delle coppie con problemi di sterilità di questo paese affermare che la legge 40 ha comunque consentito, col suo rigore da fondamentalismo teocratico, di approfondire la conoscenza sperimentale di tale metodica: le donne sterili in Italia, secondo l’ineffabile dottoressa, devono quindi giocoforza ridursi al ruolo di cavie per sperimentare la presunta efficacia di una metodica che altrove non riscuote alcun interesse! Cavie comunque, volenti o nolenti, in un incredibile esempio di sperimentazione senza alternative, perché la metodica riconosciuta di riferimento, la crioconservazione degli embrioni, ha già provveduto la longa manus vaticana a cancellarla dall’arsenale terapeutico dei medici italiani, zittiti e ridotti a meri esecutori della volontà altrui con la complicità di un parlamento di baciapile pronti a qualunque sconcezza per un pugno di voti cattolici in più…
Rimane solo da chiedersi, nei confronti di questo medico, se crede veramente nelle posizioni integraliste così ostentatamente esibite e che la vedono impegnata ad anteporre la tutela delle blastocisti all’interesse effettivo dei suoi pazienti, che restano sempre le coppie sterili, o se è mosso più pragmaticamente solo dal calcolo di pubblicizzare una metodica su cui ha scommesso a suo tempo e che ora cerca di promuovere cavalcando la situazione allo scopo di attirare chi, soprattutto per motivi economici, non può rivolgersi ai centri esteri. Francamente, non sappiamo quale delle due ipotesi sia più nauseante.