Un tragico e inconsulto precipitare degli eventi in Italia, sommosse, scontri, sangue. Abbiamo sfiorato una sanguinosa guerra civile con l’uccisione di Romano Prodi da parte delle Brigate rosse? Sembra un romanzo di fantapolitica, ma se fosse invece una tragedia che abbiamo davvero rischiato di vivere? Un presagio, un drammatico avvertimento soprannaturale, una profezia “sotto condizione”, forse ha permesso di scongiurarla, grazie anche all’eroico sacrificio di una donna ignota a tutti.Sono righe di purissimo Socci: te lo immagini, leggendole, mentre saetta frenetico gli occhi di bragia dallo schermo del computer a un crocifisso in scala 1:1, come per cercare ispirazione, e quasi senza accorgersene mormora cantilenante libera nos a malo, libera nos a malo, libera nos a malo...
Segue nell’articolo un’ampia digressione sulla madonnina di Civitavecchia – ve la ricordate, no?, quella che nei primi mesi del 1995 piangeva sangue di un individuo di sesso maschile: evidentemente il suo divino figliolo (il proprietario della statuetta si è sempre rifiutato di sottoporsi al test del Dna, giustamente indignato da tanta mancanza di fede nella Madonna e in lui medesimo; o forse, chissà, per mascherare un’umanissima paura degli aghi...). Ma ecco finalmente il pezzo forte:
una signora che viveva in una città toscana aveva saputo per vie «soprannaturali», nell’estate del 1994, che una statuetta della Madonna avrebbe pianto alle porte di Roma, a Civitavecchia, perché eventi tragici potevano verificarsi in Italia se non si fosse pregato molto e fatto penitenza: sconvolgimenti sociali, guerra civile, tanto sangue e pure l’uccisione da parte delle Brigate rosse di «un certo Prodi, eletto al governo».Impressionante, non è vero? Certo, qualche scettico incallito potrebbe obiettare che le Br, anche quando sono «tornate fuori» negli anni successivi, non hanno mai avuto la forza sufficiente a compiere un attentato a un Presidente del Consiglio (la prima volta che hanno incontrato due poliziotti armati hanno lasciato sul terreno un morto e uno dei componenti di spicco dell’organizzazione è stato catturato con tutto l’archivio segreto). Ma insomma, che cavolo!, proprio questa debolezza sarà merito del sacrificio della profetessa, no?, e quell’ingrato di Prodi dovrebbe riconoscerlo.
Va detto che nell’estate del 1994 nessuno parlava di Prodi (non faceva politica) e nessuno più parlava di Br (che solo negli anni successivi tornano fuori e uccidono). Di quella donna sono riuscito a sapere solo questo: che «si offrì come vittima» per risparmiare al suo Paese questa tragedia e che di lì a poco in effetti si è ammalata di una patologia strana e grave.
Tuttavia, qualcosa continua a non tornare. C’è un vago ricordo che... Un’occhiata all’archivio del Corriere della Sera consente di precisarlo meglio. È il 12 agosto del 1994, e il Corriere a p. 5 rivela: «Prodi “pronto a lavorare per il Centro”», mentre il sommario riporta che «il professor Romano Prodi annuncia il suo ingresso in politica». Il giorno dopo sempre il Corriere, a p. 7, elenca i primi consensi alla proposta prodiana: «Berlinguer: “Prodi guidi l’opposizione”» (nel sommario: «Luigi Berlinguer, presidente alla Camera dei Progressisti Federativi, candida come capo del governo ombra Romano Prodi»). Insomma, non ci voleva esattamente una veggente per azzardare – già nell’«estate del 1994» – la possibilità che di lì a qualche anno «un certo Prodi» potesse ritrovarsi a capo del governo...
E le Br? Socci sembra dimenticare una circostanza che si è ripetuta più di una volta negli ultimi decenni: quando qualche personaggio di spicco si rende particolarmentre inviso a una parte del paese, ecco arrivare puntuale la minaccia delle Brigate rosse – anche quando i brigatisti sono in tutt’altre faccende affaccendati. Il potente viene provvidenzialmente sottratto alle critiche, e dotato di poderosa scorta armata. Così, il 31 marzo del 1994, il solito Corriere propone a p. 4 un titolo drammatico: «“Emilio Fede sei già morto”» (sommario: «Emilio Fede, schierato in campagna elettorale con FORZA ITALIA, ha ricevuto minacce di morte a firma delle Brigate Rosse colonna Walter Alasia»). L’articolo ci informa che analoghe minacce hanno raggiunto Roberto Maroni, «primo ministro ideale secondo Umberto Bossi», e che «Emilio Fede è protetto da una quindicina di giorni da una scorta della polizia» per precedenti minacce telefoniche. Il clima, insomma, era questo.
Vabbè, sbotterà a questo punto Socci, roteando vorticosamente gli occhi di bragia mentre con la carta di credito acquista – meglio tardi che mai! – un accesso illimitato all’archivio on line del Corriere; ma rimane la profezia della madonnina piangente, che si sarebbe verificata solo diversi mesi dopo! Anche qui, però, un’occhiata alle cronache rettifica un po’ il quadro che si vuole dipingere. Era dal 1993 che le Madonne avevano cominciato a piangere, e i fenomeni – una cinquantina in tutto – continueranno anche dopo l’episodio di Civitavecchia: Lazise, Assemini, Valverde, Salerno, Subiaco, Castrovillari etc., tutti smascherati come falsi (ad Assemini la proprietaria della Madonnina non aveva paura degli aghi, e l’esame del Dna rivelò che il sangue era suo). Prevedere un caso in più – e chissà in quali termini, esattamente – non sarebbe stato certo inusuale.
Qualcosa di strano, per la verità, si era verificato riguardo alla Madonna di Civitavecchia. Sul sito di Telefono Antiplagio trovo questa notizia interessante:
dopo le lacrimazioni di Cagliari, una persona si rivolse a Telefono Antiplagio, appena istituito (era il dicembre del ’94), per annunciare l’imminente organizzazione di una nuova lacrimazione che non sarebbe stato facile fermare: il 2 febbraio 1995 cominciò a piangere la madonnina di Civitavecchia. È anche per questo motivo che Telefono Antiplagio ha sempre presentato regolari denunce.Ma chissà, forse Socci rubricherebbe anche questa come una straordinaria profezia...
Notizie sul vincitore del prossimo festival di Sanremo (big e nuove proposte)?
RispondiEliminaMa non c'è una veggente che mi possa dare i numeri vincenti del superenalotto? Comincerei ad essere molto meno scettica su tante, tante cose...
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