Nel 1996 Il Giornale scatenò una vera e propria campagna contro i partigiani che compirono l’azione di via Rasella. Quell'attacco che provocò 33 morti e scatenò la rappresaglia delle Ss alle Fosse Ardeatine. Articoli che, in pratica, tendevano a “scaricare” sul gruppo dei gappisti guidato da Rosario Bentivegna, le responsabilità della strage che provocò 335 morti. Ora, però, la Cassazione, confermando la condanna al risarcimento per diffamazione (45 mila euro) a beneficio dei gappisti e di Rosario Bentivegna che li guidava, boccia quella campagna di stampa, ne sottolinea le falsità e condanna il quotidiano di Paolo Berlusconi.Ci vorrebbe la narrazione di Ascanio Celestini sulla vicenda di via Rasella e del revisionismo, ma non sono riuscita a trovarla.
Aggiunta: grazie a Joe Silver per averci segnalato un link dove si può ascoltare qualche frammento di Radio Clandestina.
Ha senso stabilire la verità storica tramite le sentenze giudiziarie?
RispondiElimina@ anonimo:
RispondiEliminaSì, se l'alternativa sono le menzogne madornali e fascistoidi di Feltri.
Il quale, ricordiamolo, un anno fa titolò un Libero in questo modo:
"Fascisti i musulmani? Non offendiamo il fascismo".
Quando con la scusa della libertà di stampa si riscrive la storia a proprio uso e consumo (in pratica tentando una maledestra riabilitazione delle stragi naziste....) allora ben vengano le sentenze.
RispondiEliminaO qualcuno pensa che l'eccidio delle Fosse Ardeatine fu un suicidio di massa?
Anonimo, ti hanno già risposto GG e Juliette. Ma forse la tua era una domanda retorica?
RispondiElimina«Ci vorrebbe la narrazione di Ascanio Celestini sulla vicenda di via Rasella e del revisionismo, ma non sono riuscita a trovarla.»
RispondiEliminaQualche frammento audio sul sito della Rai, qui.
Grazie Joe Silver. Aggiungo il link nel post.
RispondiEliminale sentenze giudiziare sanciscono una menzogna: quella pubblicata da libero.
RispondiEliminala verità è contenuta nei documenti:quello che non ha senso è cercare di piegare la storia a piccoli interessi di parte.