Il 7 settembre la Camera Bassa dello Stato della Western Australia ha approvato per 26 voti a 16 una legge che rende legale la clonazione terapeutica (la tecnica con cui potrebbe essere possibile produrre cellule staminali su misura per ogni singolo paziente), nonché la sperimentazione scientifica sui cosiddetti embrioni orfani. Si attende adesso il voto della Camera Alta per l’approvazione definitiva; la legge promulgherà a livello statale (l’Australia, com’è noto, è una federazione) le norme già approvate dal parlamento federale l’anno scorso.
L’Australia, evidentemente, è piuttosto diversa dall’Italia; ma la Chiesa cattolica è la stessa dappertutto. È successo quindi che, qualche tempo prima del voto, l’arcivescovo di Perth, Barry Hickey, abbia minacciato i membri cattolici del parlamento della Western Australia di voler «riconsiderare la natura del loro rapporto con la Chiesa», se avessero votato a favore della legge; in altre parole, di scomunicarli. Qual è stata la reazione delle istituzioni?
Fred Riebeling, il presidente della Camera, è intervenuto ammonendo l’arcivescovo che avrebbe potuto essere accusato di «disprezzo del parlamento» per i suoi commenti. Ve lo immaginate Bertinotti nelle medesime circostanze?
L’Australia è decisamente molto diversa dall’Italia...
Infatti nei miei sogni è 'la terra promessa'....
RispondiEliminae che al governo ci sono i conservatori, se non sbaglio...
RispondiEliminaSarà un paese nazista...
RispondiEliminaE in Italia mi pare che un arcivescovo che dicesse qualcosa del genere sarebbe punibile per legge - ricordo qualcosa dai tempi del referendum sulla legge 40.
RispondiEliminaMa, ahimé, persino gli ultra-conservatori australiani (raser: non sbagli) sanno essere meglio di certa gente.
(Anche se poi la notizia riguarda *lo Stato della Western Australia* - io pensavo al governo federale che è ultra-conservatore, ma magari la Western Australia è un'oasi di socialisti.
RispondiEliminaResta l'ammirazione)
In effetti la legge era stata approvata anche al livello federale, con un "voto di coscienza" che ha scavalcato gli schieramenti (il premier John Howard, se non sbaglio, si era dichiarato contrario).
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