Il sangue del cordone ombelicale contiene cellule staminali potenzialmente utili in caso di gravi malattie future. Donazione e conservazione sono regolate dalla direttiva europea 2004/23/CE. La direttiva viene introdotta in modo rocambolesco nel nostro ordinamento tramite uno schema di decreto legislativo con l’aggiunta della distinzione tra strutture sanitarie private e pubbliche, che di fatto permette la conservazione soltanto a ospedali pubblici o a strutture sanitarie senza fini di lucro. In Italia funzionano solo 5 delle 15 banche pubbliche esistenti, e 4 sono al nord. La percentuale di cordoni conservati è molto bassa; molti si sono rivolti a centri esteri.
Oltre ad essere un recepimento non corretto della direttiva, l’esclusione dei centri privati entra in contrasto con la legge 219 del 2005 che non prevede distinzione tra pubblico e privato nel definire gli istituti dei tessuti. Ma non finisce qui. La Commissione Igiene e Sanità del Senato, il 4 ottobre scorso, esprime parere favorevole al recepimento con alcune osservazioni. Alla lettera b) si suggerisce di fare salve “le disposizioni della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in particolare quelle relative all’importazione ed all’esportazione delle cellule embrionali”. Peccato che la legge 40 non si esprima al riguardo. Forse qualcuno non ha ripassato la legge in materia di procreazione assistita, e l’intera Commissione non si è presa la briga di verificare.
Sarebbe utile, tuttavia, che una commissione parlamentare chiamata a relazionare su un argomento fosse informata circa l’argomento stesso e le eventuali norme nominate.
(Quante cellule gettate al vento dell’imperizia, E Polis).
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