giovedì 6 dicembre 2007

Dialogo con un integralista sulle staminali embrionali

Io: Hai letto questo? Stava sul Washington Post di lunedì (Alan I. Leshner e James A. Thomson, «Standing in the Way of Stem Cell Research», 3 dicembre 2007, p. A17):
Un nuovo modo per indurre le cellule della pelle a comportarsi come cellule embrionali ha cambiato ogni cosa, e allo stesso tempo non ha cambiato nulla. Essere capaci di riprogrammare le cellule della pelle in cellule staminali pluripotenti senza danneggiare gli embrioni inaugura un’eccitante nuova linea di ricerca. È importante ricordare, tuttavia, che siamo al primo passo, ancora incerti in questa fase iniziale se le cellule della pelle potenziate offrono la stessa promessa delle loro cugine embrionali.
Lungi dal giustificare l’attuale politica americana di negare i fondi federali a molti di quelli che lavorano per sviluppare cellule staminali embrionali che potrebbero un giorno salvare vite umane, gli studi recenti pubblicati su Science e Cell descrivono un’importante conquista ottenuta nonostante le restrizioni politiche. Di fatto, il lavoro delle squadre di ricercatori americani e giapponesi che hanno riprogrammato le cellule della pelle dipende interamente da precedenti ricerche condotte sulle staminali embrionali.
Lui: Sì, certo, come no. La verità è che questi si sentono minacciati dalla concorrenza, perché è stato dimostrato che il loro lavoro sulle embrionali è del tutto inutile. Fosse dipeso da gente come questa, quegli studi non sarebbero stati nemmeno pubblicati, stai pur certo.
Io: Temo proprio che tu ti stia sbagliando. Uno degli autori è James Thomson...
Lui: E chi sarebbe?
Io: Uno degli autori dello studio pubblicato su Science («Induced Pluripotent Stem Cell Lines Derived from Human Somatic Cells», 20 novembre).
Lui: Ah. Eeeh...
Io: In effetti anche l’autore dell’altro studio, Shinya Yamanaka, ha espresso concetti simili («Stem cell pioneer says embryonic research still needed», AFP, 27 novembre):
Gli scienziati devono continuare la ricerca sulle cellule staminali embrionali, perché ci vorrà un po’ di tempo – come minimo un anno, direi – per dimostrare la sicurezza [del nuovo metodo].
Lui: Oh. Beh, sai, non vorranno inimicarsi i loro colleghi...
Io: Non vogliono inimicarsi quelli che secondo te sarebbero i loro concorrenti??
Lui: Eeeh... Beh, si è fatto tardi, devo scappare. C’è la raccolta di firme per la moratoria sulla ricerca sulle cellule embrionali, sai, aspettano me...

(Questo dialogo è immaginario, naturalmente, ma – temo – fin troppo realistico...)

1 commento:

  1. Ma la cosa migliore è che, fino a che erano solo embrionali, le staminali totipotenti erano pericolose in quanto tumorali. Adesso che non sono più solo embrionali, sono improvvisamente diventate utili!

    A volte cerco di fare quello che i fenomenologi chiamano esercizio di epoché: lascio perdere tutte le mie idee sull'argomento e provo a leggere con l'animo più puro possibile Avvenire. Ogni volta rimango colpito dalle torsioni logiche, dalle insensatezze e dai discorsi terribilmente retorici.
    Quando leggo con lo stesso spirito Carlo Flamigni rimango forse infastidito dai toni ma non posso che apprezzare i contenuti, chiari e razionali.

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