mercoledì 5 dicembre 2007

Un testo base per i Cus

La Commissione Giustizia del Senato ha approvato ieri come testo di base per la legge sui Cus (Contratti di Unione Solidale) quello presentato da Cesare Salvi, Presidente della Commissione.
A una prima, rapida lettura, il testo si presenta sobrio e abbastanza ragionevole. È scomparso il meccanismo demenziale della raccomandata: il contratto di unione solidale si stipula mediante dichiarazione congiunta davanti al giudice di pace o ad un notaio. Sembrano presenti tutti i principali diritti: assistenza ospedaliera, trasferimenti, decisioni in caso di malattia o di morte (ma queste ultime, misteriosamente, solo «in assenza gli ascendenti o discendenti diretti maggiorenni del soggetto interessato»), successione nell’affitto.
Più discutibili sembrano gli articoli sulla successione ereditaria, a cui i partner hanno diritto solo a partire da nove anni (!) dall’inizio dell’unione, e con modalità di concorso che a prima vista sembrano inaccettabili (solo metà dell’eredità se esistono parenti diversi da figli, ascendenti, fratelli e sorelle!). Come già per i DiCo si rimandano infine gli aspetti previdenziali dei Cus a future decisioni «in sede di riordino della normativa previdenziale e pensionistica».

Una proposta di legge insomma con aspetti discutibili, ma che nel complesso sembra un vero passo in avanti e non una grottesca presa in giro, com’era stato con i DiCo.
Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato alle ore 18 di martedì 15 gennaio 2008.

4 commenti:

  1. il testo sembra anche a me ragionevole ed equilibrato: riconosce alcuni diritti alle coppie di fatto che vogliano sottoscrivere tali contratti, ma senza mettere in discussione il valore primario della famiglia fondata sul matrimonio. Paventare il "pericolo di una dissoluzione di valori, dettata dall'emergere di fattori disgregativi, fondati sull'egoismo personale, a danno dei fattori di unità e di solidarietà sociale", come ha fatto l'on. Ria, mi pare eccessivo e inutilmente catastrofistico. Purtroppo, non è che un anticipo di quanto ci aspetta se il ddl arriverà in aula: la Chiesa e tutto il mondo cattolico e teocon alzeranno un "fuoco di sbarramento" che farà impallidire quello contro i Dico. Spero di sbagliarmi, ma temo che non passerà mai nemmeno questo.

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  2. Anch'io sono a favore del testo. L'elemento che mi piace di più è che è un contratto vero e proprio. Ciò mette i CUS sotto l'ombrello della libertà negoziale, che è un principio generale del nostro ordinamento. Inoltre, li si può diplomaticamente vendere come un regime "privatistico", e quindi come una concessione a una richiesta esplicita dei cattolici. Una concessione che da parte mia faccio volentieri, perché secondo me meno lo Stato si immischia nel matrimonio e meglio è.

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  3. guardate che non se ne farà niente.
    il partito democratico è contrario, e tanto basta.

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  4. Ciao Giuseppe. Temo che purtroppo non se ne farà nulla. Lo strapotere Vaticano affosserà anche questa sensata (anche se limitata) legge.
    E le parole di d'Alema agli studenti cadono a fagiolo. Non certo per quello che dicono, ma per ciò che NON dicono.

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