Ho finalmente letto la perorazione di Judith Jarvis Thomson, da te piu' volte segnalata.
Effettivamente e' un ottimo esempio di come si possono affrontare i dilemmi morali da un punto di vista veramente laico, un punto di vista che non delegittima l'avversario, che non si barrica dietro i "non possumus" e che non nasconde i punti piu' controversi del proprio argomentare.
Ma e' molto piu' facile esprimersi per slogan e assoluti.
Peccato che non sia riuscito a trovare una buona traduzione italiana sul web.
se ricordo bene in Introduzione alla bioetica, a cura di Giampaolo Ferranti e Sebastiano Maffettone (1992, Liguori), la traduzione è a cura di Ferranti. Non so se il volume si trova ancora. E non credo che sia rintracciabile sul web.
Ho finalmente letto la perorazione di Judith Jarvis Thomson, da te piu' volte segnalata.
RispondiEliminaEffettivamente e' un ottimo esempio di come si possono affrontare i dilemmi morali da un punto di vista veramente laico, un punto di vista che non delegittima l'avversario, che non si barrica dietro i "non possumus" e che non nasconde i punti piu' controversi del proprio argomentare.
Ma e' molto piu' facile esprimersi per slogan e assoluti.
Peccato che non sia riuscito a trovare una buona traduzione italiana sul web.
Joe,
RispondiEliminase ricordo bene in Introduzione alla bioetica, a cura di Giampaolo Ferranti e Sebastiano Maffettone (1992, Liguori), la traduzione è a cura di Ferranti. Non so se il volume si trova ancora. E non credo che sia rintracciabile sul web.
Ti ringrazio, ma ormai l'ho letto :) Ho fatto uno sforzo e l'ho letto tutta.
RispondiEliminaPensavo solo che, per quanto tu ti sforzi di segnalarlo, la vista di quel lungo testo in inglese faccia desistere i suoi potenziali lettori.