Di lei non si sa nulla: non il nome (ma per la sua mamma adottiva è «Raggio di Paradiso»), non il luogo dove è nata, né tantomeno quello dove oggi vive. La sua storia è stata raccontata ieri, a Bologna, dalla Comunità Papa Giovanni XXIII: la piccola, sopravvissuta a un aborto terapeutico deciso dopo che le era stata diagnosticata la mancanza dei globi oculari, è stata accolta in una casa-famiglia dell’associazione fondata nel 1968 da don Oreste Benzi.(Hat tip: Metilparaben.)
Le testimonianze riferite dai responsabili della Comunità, da anni impegnata nella «difesa del bambino non ancora nato» – ieri l’appuntamento era la «preghiera per la vita nascente » all’Ospedale Maggiore bolognese, in occasione della 30ma Giornata per la Vita –, tracciano i contorni di un evento-limite. La scoperta della cecità, alla 21ma settimana di gestazione. La scelta di procedere con l’interruzione di gravidanza (ammessa per legge anche oltre i 90 giorni, in caso di gravi anomalie o malformazioni del feto). L’intervento a 22 settimane e 5 giorni, e la nascita della piccola, viva; «pesava 562 grammi – scrive oggi la madre adottiva –, un peso che ai più sembrava poco compatibile con la vita». La letteratura scientifica riduce le possibilità di sopravvivenza alla 22ma settimana di gestazione allo 0,001% dei casi, per risalire al 10% nella settimana successiva – a rischio, però, di gravi danni cerebrali.
E anche in questo caso, nonostante l’intervento immediato dei medici, le complicazioni sono immediate e devastanti: un intervento al cuore a soli 10 giorni di vita, un’emorragia cerebrale che provoca una sordità quasi totale, gravi problemi respiratori e di alimentazione, infezioni di vario tipo. Dopo la decisione dei genitori naturali di darla in adozione, la neonata trascorre 7 mesi in ospedale; poi, il trasferimento nella casa-famiglia. «È il primo caso di questo tipo di cui siamo a conoscenza – commenta Enrico Masini, animatore del servizio “Maternità difficile” della Comunità –. Però le nostre case-famiglia in Italia sono circa 500...».
A 8 mesi dal suo arrivo, le condizioni della piccola restano comunque delicate: a prescindere dalla possibilità, ancora incerta, di curare la sua sordità con un apparecchio acustico, la bimba «è appena stata dimessa dall’ospedale, dove era stata ricoverata in questi giorni per un aggravamento improvviso. Ha ancora enormi problemi di alimentazione, mangia voracemente ma poi vomita tutto; si sta valutando l’opportunità di una Peg, la sonda gastrica per l’alimentazione da esterno». A 15 mesi d’età, «Raggio di Paradiso» pesa soltanto 6 chili.
Su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano
John Stuart Mill, La libertà
lunedì 4 febbraio 2008
Salvare i non nati
Gabriela Jacomella, «Sopravvive all’aborto, ora è in una casa famiglia» (Corriere della Sera, 3 febbraio 2008, p. 16):
Allucinante. Ma davvero queste persone sono orgogliose di ciò che fanno?
RispondiEliminaChe vergogna...
RispondiEliminaE dopo si lamentano pure delle sperimentazioni sugli embrioni: e queste "sperimentazioni" sulla vta degli altri come le vogliamo classificare?
Quale impudenza, maledizione!
Dovevano metterle un cuscino sulla bocca per soffocarla, farla morire un po' alla volta o farle una puntura di acido fenico? Sareste più tranquilli se i vari cerebrolesi che ci sono in giro venissero soppressi alla nascita? Si potrebbe fare una moratoria dell'handicap e chiedere l'eliminazione degli esseri umani -non - persone che ci sono in giro..
RispondiEliminaquesta gente è fanatica all'ennesima potenza, orribile quello che stanno facendo passare a quella bambina, se non è accanimento terapeutico questo che cos'è?
RispondiEliminaAnnarosa: e se fosse invece un adorabile cucciolo ad essere sordo, cieco, con gravissimi problemi intestinali e magari ritardato, cosa faresti? Per quanto cerchi di rigirarla, quello che hanno fatto alla bambina e' semplicemente crudele.
RispondiEliminaMa questi individui credono veramente di aver compiuto un atto di amore verso questa povera bambina? Allucinante!
RispondiEliminaEticamente la decisione è giusta, perché se il feto non viene ucciso con l’aborto, nel momento in cui esso viene estratto, diventa a tutti gli effetti un essere umano, dotato del diritto alla vita e come tale, il medico, secondo deontologia professionale, ha l’obbligo di trattarlo al pari di un neonato prematuro. Non va dimenticato che la legge 194 oggi, essendo vetusta, non tiene conto dell’avanzamento della scienza medica. Al massimo, l’unica colpa potrebbe essere quella del medico abortista di non essere un buon sicario.
RispondiEliminaHo letto molti commenti interessanti, specie ricchi di femminile umanità. Mi chiedo una cosa solo: Ma per voi cos’è la vita umana, prima del parto? Solo un ammasso di carne informe?
Oppure vogliamo fare la fine dell’Olanda, che lascia letteralmente morire i neonati al nono mese, se non sono perfetti? O come fanno in Cina, quando si concepisce il secondo figlio, non autorizzato dallo Stato? Nei casi estremi, quando la donna è a nove mesi, e la testa sta uscendo, fanno al piccolo una bella iniezione di formaldeide nel cervello per ammazzarlo?
Tanto vale a questo punto fare la stessa cosa quando un figlio, se non lo si vuole più, anche quando questo ha compiuto più di tre anni.
Si può essere d’accordo con l’omicidio abortista, entro i primi tre mesi, ma quando si va oltre, bisogna iniziare a ragionare non solo entro i termini della volontà della donna, ma anche – proprio in caso di errori medici – anche dei diritti del neonato, non importa se al nono mese di gravidanza, o alla 25 settimana. In un sito che parla di Bioetica, che tra l’altro apprezzo molto, ci vorrebbero opinioni più equilibrate e soprattutto meno a senso unico. Si rischia altrimenti di perdere di vista le cose più importanti dell’essere umano: La ragione, e la vita umana.
L'avanzamento della scienza medica di cui tutti parlano è esattamente quello descritto dall'articolo del Corriere: è possibile, allo stato, rianimare un feto di 22 settimane, ottenendo nella totalità dei casi un risultato paragonabile a quello descritto dal Corriere.
RispondiEliminaIn poche parole, e in sostanza, l'avanzamanto della scienza medica di cui ci si riempie la bocca ad ogni pie' sospinto non c'è.
Qui, in soldoni, si parla del nulla.
@ df1989
RispondiElimina"Ma questi individui credono veramente di aver compiuto un atto di amore verso questa povera bambina?"
Io credo che queste situazioni estreme debbbano almeno far riflettere tutti quanti. La domanda che mi pongo sempre è se l'atto d'amore queste persone lo facciano verso se stesse, per sentirsi nobili, coraggiose, pietose. Senza voler giudiare gli altri, finisco comunque col chiedermi se è anche atto d'amore verso quella persona, che comunque viene martoriata nel processo di "beatificazione" della vita. Mi chiedo se in fin dei conti non ci sia anche un po' di sadismo. Sicuramente si sta tentando disperatamente di dare una vita: ma il prezzo che si sta facendo pagare a questa creatura è adeguato? Sarà adeguato se, con buone probabilità, fallirà?
@ Marco Bazzato:
Quello di cui parli non c'entra niente. Non si sta parlando dell'ottavo mese. Il post ci invita ad una riflessione. Rendici noto come la pensi su questo caso, al di là se formalmente i medici abbiano fatto il proprio dovere. Non esimerti dal riflettere, divangando su temi che con questa storia non c'entrano niente. Devi farci sapere se il prezzo che sta pagando questa bambina è adeguato. Se ci dobbiamo porre o meno degli interrogativi. O se possiamo sbrigarcela, come fai tu, voltando la testa da un'altra parte e parlando d'altro.
@ Annarosa
La domanda vale anche per te. Pensi che quella bimba in questo momento sia felice? Sai, ti faccio notare una cosa: durante le guerre ci sono stati esseri umani che si sono suicidati per fuggire alle torture, tanto sono insopportabili per la nostra coscienza e la nostra natura. Cosa c'entra questo con la "moratoria sull'handicap"? Credo che il tema sia se queste cure/torture siano nel bene dell'essere umano, o per il bene nostro che vi assistiamo cinicamente. Io non ho risposte, ma non evado i quesiti, ribadisco, voltando lo sguardo dall'altra parte, magari invocando nazismo ed eugenetica. Immagino che il tema sia se a quella coppia doveva essere vietato quello che per la nostra legge era un diritto. Ma appurato ciò, ammesso che quello sia stato il primo "torto", viene tale torto "espiato" da quel che s'è fatto dopo? Va espiato sulla pelle di quella bambina? È così che vogliamo "redimerci"? Chiedendo sempre agli altri di soffrire per salvare la nostra coscienza?
Scegliere la vita sempre e comunque, costi quel che costi!
RispondiElimina(be', sì, non è un commento equilibrato… Diciamo che lo lascio solo per evitare che la discussione vada a senso unico)
Mia madre, 70 anni fa, è stata un caso "eccezionale" perchè è sopravissuta a una nascita "settimina". Oggi il 70% dei prematuri tra le 22 e le 25 settimane sopravvive, contro il 30%degli anni '80. E non è vero che sono tutti nelle condizioni della bimba dell'articolo.
RispondiEliminan.b. Se fosse potuta nascere a termine sarebbe "solo" cieca: vorreste dire a tutti i ciechi che era meglio fossero eliminati prima di nascere?
a P. de gregorio
A parte il n.b. ribadisco: vogliamo eliminare tutti gli handicappati, umani-non-persone? Vogliamo andare negli ospedali a eliminare tutti quelli che soffrono più d quanto NOI possiamo tollerare? Vogliamo fare un controllo crociato su quanti handicappati si suicidano rispetto ai sani? Vogliamo chiedere alle associazioni di genitori se pensano che i loro "mostriciattoli" starebbero meglio morti?
Annarosa
RispondiEliminaIo non sono per la soppressione dei bambini handicappati quindi stai tirando un sasso nel vuoto. La cosa è ben distinta però dall' "obbligare" tutti ad averne. E dato che proponi, come solito di chi vuole svicolare le domande dirette come la mia, scenari alla "spariranno tutti" o "li elimineranno tutti" (non è così invece, tutti i pro-life saranno sempre liberi di averne), non è nemmeno questo quello di cui si sta parlando. Cioè, nessuno, qui, mi pare, ha mai sostenuto che sia "obbligatorio" sopprimere i feti (embrioni?) malformi. Solo in questo ultimo caso tutto il tuo grande discorso avrebbe senso. Ricordiamoci che stiamo parlando di altri padri e altre madri, e allora sfido io che quando è un problema di altre persone allora è tanto più facile innalzare inni alla vita e sentirsi eroi della difesa della stessa. Quindi le tue osservazioni riguardano scenari che nessuno sta proponendo.
Se vogliamo però, a questo punto, "obbligare" tutti ad avere bambini non sani, allora la società che lo chiede ha l'obbligo di occuparsene. Per esempio rendendo obbligatorio che ogni coppia ne adotti almeno uno (magari a sorteggio, toh, non c'è bisogno di tutte le coppie). Senza demandare il tutto a centri, perché i bambini hanno bisogno di genitori, non di centri o parrocchie, oltre che di medici.
Tra l'altro io mi chiedo: pare che se uno è per garantire una certa libertà di scelta (entro certe limitazioni) è contro chi porta un handicap. Ma fatemi il piacere!!!! (Ma guarda poi che caso curioso che spesso tante persone a favore della scelta autonoma della madre poi le trovi a fare volontariato, ma guarda un po' come odiano il prossimo). Ma allora scusa, se una mamma è 0/RH- e il padre positivo AB/RH+, perché ci preoccupiamo? Perché somministriamo un farmaco alla madre dopo la nascita di un bambino B/RH+? Perché siamo contro le malformazioni? E ancora, anzi, perché facciamo le analisi del sangue? Le facciamo perché siamo contro chi porta alcuni handicap? E perché a volte due microcitemici magari ci ripensano ad avere figli? Perché sono eugenetici? Ci ripensano perché considerano chi ha la talassemia un inferiore? Uno che non merita la vita?
Cara Annarosa, in un modo o nell'altro, in varie forme, siamo tutti eguenetici. Sai quanti più figli di cugini ci sarebbero se non lo fossimo? (una battuta...)
Chiedo anche perché, poi, a volte, un infante viene portato sotto i ferri per una qualche malformazione che può essere sistemata. Mi stai dicendo che gli si sta imponendo una maggiore probabilità che da grande si suicidi? Perché se resta con quella malformazione che poi non si può più sistemare ha meno probabilità di suicidarsi? E per questo motivo quei genitori e medici cosa sarebbero, razzisti?
Non mi rispondere con la solita solfa: "ma no, in quel caso è curabile si interviene". Sì lo so, questo lo so benissimo, ma la tua tesi non è questa: è che se uno vuole un bambino sano (devo ricordare la legge 40?) deduci arbitrariamente che vuole dire che egli è un po' uno che considera chi non è totalmente sano un "umano-non-persona".
No no, non ci siamo. Tra le altre cose quello che mi urta è che qui nessuno più considera l'importanza di una maternità come gesto d'amore, voluto e desiderato. Per me la riproduzione è questo. Non mi sento un eroe io se, in mancanza delle condizioni giuste per lei, impedisco comunque ad una mamma di fermarsi. Io non sono in grado di scindere le due cose e non sono bravo come voi, che devo dirvi.
Comunque resta in piedi la domanda se quella bambina stia ricevendo carità: se da quando è uscita dall'utero tutto quello che è stato fatto è stato per amore di lei e solo di lei. Lo chiedo, così, timidamente e umilmente.
a p. de gregorio
RispondiEliminaIo non so rispondere alla tua domanda: certo non sono i medici che l'hanno rianimata ad averla presa in affido. "Questo" caso è -ovviamente- un tipico "caso limite". Questa bimba era sopravvissuta a un atto che avrebbe dovuta ucciderla e qualcuno, obbedendo alla legge 194, l'ha assistita e l'ha fatta sopravvivere. In pessime condizioni. Ora qualcuno s'è preso il mal di pancia (o l'onore, a seconda dei punti di vista) di continuare ad assisterla.
Io vedo in questo "caso umano" alcuni fatti: 1- l'aborto "terapeutico" dovrebbe essere permesso solo fino a quando si è sicuri che il feto non abbia NESSUNA possibilità di sopravvivere fuori dall'utero. 2- il rischio di pensare che, se è lecito uccidere un feto perchè è senza bulbi oculari, si possa ipotizzare (come fa Singer, ad esempio e anche come chiedono i ginecologi Inglesi) che sarebbe bene esaminare per un mesetto ogni neonato (a qualunque età gestazionale venga espulso) e poi decidere se vale la pena farlo vivere o no.
3- che qualcuno pensa che, comunque, anche i bambini con handicap gravi e gravissimi possano essere accolti ed amati. E ci impegna la sua vita familiare. Io -per questa famiglia- provo ammirazione e non il disgusto che leggo in molti commenti.
La mia domanda era provocatoria proprio nei confronti di chi giudica la famiglia come dei sadici che cercano di salvare tutti i feti abortiti per poterne fare un "trofeo": QUELLA bimba era viva, è rimasta viva ed è ancora viva. Qualcuno pensa che andrebbe soppressa?
"l'aborto "terapeutico" dovrebbe essere permesso solo fino a quando si è sicuri che il feto non abbia NESSUNA possibilità di sopravvivere fuori dall'utero."
RispondiEliminaC'è una differenza fondamentale tra "vivere" e "sopravvivere" e questo post ne è la dimostrazione.
Poi parlano di Mengele...
" Qualcuno pensa che andrebbe soppressa?"
RispondiEliminaCara Annarosa, a differenza di quanto tu fai intendere, io non ho certezze, non penso in termini di verità assolute, di assiomi e valori eterni. In piu' si sta parlando di un caso specifico ben preciso che si dovrebbe conoscere molto meglio di quanto tu e io conosciamo.
Comunque, se vuoi la mia risposta, il mio senso di pietà mi fa dire che si', forse si potrebbe risparmiare a quella bambina l'enorme pena senza speranza che la sta torturando.
Almeno, spero con tutto il cuore che se dovessi trovarmi sordocieco, immobile, incapace di mangiare e nutrito con la sonda, pieno di infezioni e problemi respiratori, qualcuno abbia la pietà di por termine alla mia pena (in piu', la pena di un innocente). Qualcuno che non sia un invasato pieno di dogmi e verità astratte e che in nome di questi dogmi sia pronto a consentire cosi' tanto dolore.
Annarosa
RispondiElimina"il rischio di pensare che, se è lecito..."
Questi tipi di discorso mi urtano non puoi capire quanto. Si discute rimanendo in tema, non sul "rischio che se". Perché allora te lo dico io il rischio "che se": il rischio che se si obbligano le mamme a partotire sempre e comunque dal primo giorno di concepimento, poi le si obbligano a stare a casa, a mettere il burqua, ad accettare violenze sessuali senza praticamente potersi difendere in tribunale e si obbliga tutti noi ad andare in tribunale sempre, solo e comunque davanti a un sacerdote che potrà disporre molto arbitrariamente di lapidazioni a ogni pie' sospinto (puoi trovare sulla Bibbia dettagliate descrizioni dei sistemi giuridici che possono essere messi in piedi). Eccetera eccetera eccetera.
Vogliamo ancora giocare al gioco "che se" o vogliamo restare sui temi particolari? Guarda che sono bravissimo anche io in questo gioco. Il tuo argomento "che se" non è un argomento di discussione valido.
"qualcuno pensa che, comunque, anche i bambini con handicap gravi e gravissimi possano essere accolti ed amati"
Benissimo, perfetto, ne sono molto contento. C'è anche chi pensa che debbano obbligatoriamente nascere ma è comunque un affare degli altri che non li riguarda occuparsene (e magari sono contrari a che si paghino tasse perché lo Stato aiuti chi è in difficoltà). Come vedi, hai tirato fuori un altro argomento che con la discussione non c'entra niente: cioè che ci sia chi pensa A e chi pensa B non è il centro della questione, che è come la pensi tu e come la penso io.
"nei confronti di chi giudica la famiglia come dei sadici..."
Io personalmente non ho giudicato proprio nessuno: ho posto una domanda. Ho posto la domanda per almeno "riflettere" se è tutto amore disinteressato, volto al bene della bimba, o c'è dell'altro. È un interrogativo. Anche qui, suono un beep per risposta non valida: non devi contestare il fatto che io abbia giudicato nessuno perché non l'ho fatto. Io non ho certezze se non che è sempre bene riflettere vedendo tutte le angolazioni.
a p. de gregorio
RispondiElimina<< Allucinante. Ma davvero queste persone sono orgogliose di ciò che fanno
Quale impudenza, maledizione!
questa gente è fanatica all'ennesima potenza, orribile quello che stanno facendo passare a quella bambina
Ma questi individui credono veramente di aver compiuto un atto di amore verso questa povera bambina? Allucinante!
Poi parlano di Mengele...
Qualcuno che non sia un invasato pieno di dogmi e verità astratte e che in nome di questi dogmi sia pronto a consentire cosi' tanto dolore.>>
Io non mi riferivo ai TUOI commenti ma a quelli riportati: vorrei ricordare - di nuovo - che i medici che hanno rianimato la bimba hanno seguito la legge 194, e che la famiglia dell'articolo ha deciso di accogliere una bimba sofferente NON hanno avuto nessuna occasione di intervenire sulle scelte terapeutiche iniziali.
Lunga vita a "Raggio di sole"! Per fortuna la sua malformazione non le farà mai leggere le parole dei molti malati d'odio che hanno apposto i propri commenti. Vergognatevi, criminali, vergognatevi; abbiate le palle di dirlo a lei, abbiate le palle ad andare da un down e dirgli: io ti avrei ucciso, io giudico accanimento terapeutico quello di chi ha tenuti in vita! Vergognatevi, vergognatevi, vergognatevi!
RispondiEliminaPurtroppo "Raggio di Paradiso" (non "di sole") è anche sorda, quindi non le potremmo dire proprio nulla...
RispondiEliminaCaro anonimo esagitato, a parte il fatto che il primo che si vergogna qua sembri essere tu, visto che manco hai il coraggio di metterci una firmetta, ti invito a non confondere il caso di cui si parla con la sindrome di down, che evidentemente è un argomento che non conosci minimamente. Cerchiamo di parlare con un minimo di cognizione.
RispondiEliminaAnnarosa,
RispondiEliminanon rispondo di parole non mie.
La famiglia che l'ha presa in cura ha fatto quello che ha ritenuto giusto fare, il che non vuole dire che tutto quello che è stato fatto è giusto. Ammettiamo: i medici hanno fatto quello che dice la legge (questo in realtà non è esattamente vero o evidente al 100%, ma facciamo finta). Il problema che scandalizza tanto è che di questa creatura, che da quando è venuta alla louce non sta facendo che soffrire, ne è stata fatta una bandiera. Io trovo tutto ciò cinico e sadico. È altamente opinabile che da quando sia "nata" ci sia solo una cosa buona che l'umanità abbia fatto per lei, eppure alcune persone la innalzano a trofeo (di se stesse). Tutto ciò che di positivo s'è fatto è legato ad una "speranza" tanto labile quanto irrazionale, mentre la realtà tangibile parla di sofferenza che potrebbe anche non avere termine se non con la morte. Ma anche se per qualche magia la storia finirà per avere un qualche lieto fine questo non giustifica ai miei occhi che la creatura sia stata nel frattempo un trofeo. La vita, per me, non è così facile come per altri, per cui sarebbe magari etico torturare mille persone sapendo che una alla fine si salverà e sarà felice, e quando questo accadrà diranno di aver avuto ragione, e che il prezzo da pagare degli altri 999 che hanno sofferto e sono morti è stato un prezzo equo.
Questo, che per me è un caso di coscienza che ci chiama a riflettere e rispondere come uomini, è per alcuni un inno alla vita. Purtroppo non mi sorprende poi così tanto che un piccolo corpo sofferente sia diventato un inno alla vita, quando tante persone si sono convinte che, siccome secondo loro Gesù ha sofferto per salvarli, allora ci deve essere sempre qualcuno che da qualche parte deve soffrire perché si possa celebrare la vita degli altri. Alcune volte a me sembra una versione moderna e aggiornata dei sacrifici umani dell'antichità: Dio per qualche inspiegabile motivo si esalterebbe nel sapere che alcuni soffrono più di altri...
Anonimo:
RispondiElimina"Lunga vita a "Raggio di sole"! "
??!
Mi sembra un augurio inopportuno, se non sadico.....io le augurerei di guarire, o perlomeno di non soffrire. Ma una "lunga vita" in quelle condizioni è l'inferno in terra.