La sala operatoria invece della camera da letto. Quarant’anni dopo “la rivoluzione sessuale”, l’incontro tra i due sessi è minacciato da nuove e potenti forze. Allora chi si richiamava al progresso, e alle nuove scienze, si sforzava di liberare l’incontro tra uomo e donna dai numerosi vincoli che lo frenavano e regolavano. Oggi tecnoscienziati di grido, e governanti politicamente corretti lavorano per rendere inutile, e neppure nominabile, l’incontro tra il maschio e la femmina dell’uomo.Il fatto che un incontro “tra il maschio e la femmina dell’uomo” sia inutile ai fini riproduttivi non significa eliminarlo. Certo, se il sesso è unicamente visto come mezzo (necessario) per fare figli, come inevitabile sacrificio per compiacere i piani divini, allora diventa in effetti proprio inutile. Tutto dipende dalla premessa. Ognuno scelga quella che preferisce.
In questo neopuritanesimo la Chiesa è dall’altra parte. Benedetto XVI fin dalla sua prima enciclica, la “Deus caritas est” ha esaltato l’atto d’amore tra uomo e donna come un gesto di forte contenuto religioso, e la radio vaticana è in prima fila nella preoccupazione per la nuova sessuofobia tecnoscientifica.Poteri degli ossimori! Siamo finiti che B16 esalta un rapporto sessuale tra un uomo e una donna (non cominciamo con il rivendicare anche il sesso tra persone dello stesso genere, perché si comincia così e poi non sappiamo dove si va a finire, e forse si finisce dritti verso l’inferno). Radio vaticana si preoccupa della sessuofobia (tecnoscientifica). Radio vaticana? Della sessuofobia? Siamo sul limitare del grottesco. Che poi il rapporto sessuale c’entra fino a un certo punto, perché se lo si riduce solo a mezzo moltiplicatore di umanità o a gesto religioso ci si nasconde dietro alla propria ombra.
Quarant’anni fa, la ricerca del piacere nella relazione era accompagnata dalla psicoanalisi: la forza del “godimento” lacaniano, del “desiderio” del filosofo Gilles Déleuze, della “totalità” che Jung vede rappresentata, appunto, dall’unione tra maschile e femminile. Oggi, in prima fila nel sogno di una riproduzione asessuata ci sono invece i tecnici della genetica, che propongono la sostituzione degli scenari ospedalieri dei prelievi e delle sale operatorie a quelli carichi di affettività delle camere da letto. Un tecnico in camice, con contorno di macchine, invece di un maschio, nudo.Risé forse non ha capito che la riproduzione artificiale non vuole sostituire il sesso ma rimediare alla sterilità (se il sesso è la fertilità, la riproduzione artificiale rimpiazza benissimo pure il sesso; Risé ha forse trascurato qualcosa?). Certo è che è più facile capire i genetisti che Lacan, senza alcun dubbio. Non posso immaginare come avrebbe commentato queste diavolerie tecnologiche.
(drawing by Balint Zsako).
Benedetto XVI fin dalla sua prima enciclica, la “Deus caritas est” ha esaltato l’atto d’amore tra uomo e donna come un gesto di forte contenuto religioso
RispondiEliminaFinché non darà il buon esempio, per me non sarà mai credibile! ;-)
Insomma, a parole sono tutti capaci!! ;-))
Siamo sul limitare del grottesco.
RispondiEliminaSì, ma dalla parte del grottesco.
Non che da Risè ci si possa aspettare altro, eh.
"Risè, riso, risata, me vie' da ride...!?"
RispondiElimina"Sshh! C'è poco da ride!"
(adattamento da Bianco Rosso e Verdone)
E' un giochino molto in voga presso i neoclericali: capovolgere gli argomenti in modo da poter fare la figura degli intellettuali "spiazzanti", "liberi", ecc ecc.
RispondiEliminaAd esempio sul Foglio puoi trovare scritto, di volta in volta, che la vera modernità è il pensiero di Ratzinger, che il vero femminismo è quello della Roccella, che il medioevo è stato un periodo luminoso del pensiero, che i veri bigotti sono i laici, che la razionalità E' il cristianesimo, ecc ecc.
Insomma, i giochetti dialettici dei liceali secchioni che litigano sulla politica durante il collettivo...
La logica di queste persone mi lascia sempre più perplessa...
RispondiEliminapenso che un camice bianco potrebbe egregiamente sostituire Risè: la sua compagna non noterebbe sostanziali differenze :D
RispondiEliminaMah...
RispondiElimina...se è convinto lui...
Risè ha perfettamente ragione: quando io e il mio ragazzo facciamo all'amore non sforniamo prole di alcun genere.
RispondiEliminaBeh, sì, creiamo quella robetta lì, come si chiama? "Sentimenti", mi pare..."dolce intimità", forse, quelle cretinate che ti rendono vivo...ma a parte questi sofismi, niente, nulla, totalmente infertili, aridi. Neanche un vagito.
Un "solo" di troppo. Tutta la discussione parte da una premessa falsa: basta leggere attentamente e scoprire che il determinante avverbio "solo" non c'è:
RispondiElimina«L'uomo e la donna sono stati creati da Dio in uguale dignità in quanto persone umane, e, nello stesso tempo, in una reciproca complementarità, essendo maschio e femmina. Dio li ha voluti l'uno per l'altro, per una comunione di persone. Insieme sono anche chiamati a trasmettere la vita umana, formando nel matrimonio «una sola carne» [Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolcia, n. 71]
Da cui si deduce che gli scopi della differenziazione per sesso sono due e che la riproduzione non viene neanche per prima: 1) la comunione delle persone; 2) la trasmissione della vita.
Perché non informarsi prima di tranciar giudizi?
Il "solo" è figlio della propaganda cattolica di sempre: "non scindere l'atto sessuale dalla (possibilità di) procreazione". Da ciò anche il rifiuto aprioristico di ogni forma contraccettiva.
RispondiEliminaIn ogni caso la questione era più specifica: la tesi del presunto "nuovo puritanesimo" si "reggeva" sull'ipotesi che in assenza di necessità riproduttive nessuno farebbe più sesso - fatto evidentemente falso e risibile.
Insomma: sono stati i voli pindalici di Risè ad affermare quanto oggetto del post, e quindi al Risè stesso andrebbe indirizzata la critica per una scorretta intepretazione del Catechismo della CC.
@ debrando
RispondiEliminaNon è come dici.
1) L’argomento specifico affrontato dal Risé era chiaramente la relazione tra sesso e riproduzione e non il più ampio argomento del significato del sesso nel suo insieme.
2) E’ Chiara Lalli che ne ha illegittimamente ampliata la portata fin dal titolo del blog: “Se il sesso è solo un mezzo riproduttivo”. E senza dar segno di conoscere il Catechismo (se si vuol criticare la visione cattolica è un obbligo).
3) Non puoi accusare Risé di non interpretare correttamente il Catechismo perché esprime concetti simili: «Benedetto XVI… ha esaltato l’atto d’amore tra uomo e donna come un gesto di forte contenuto religioso».
4) Che qualcuno abbia cercato di ridicolizzare come assurda questa affermazione, evidenzia non solo ignoranza del Catechismo, ma anche della storia, essendo ferma e costante dottrina della Chiesa da sempre.
5) Mi sembra proprio che abbiate “voluto” leggere esattamente quel che pensavate “dovesse” dire. Si chiama prevenzione.
P.S. Siccome ho sbagliato scrivendo “tranciar giudizi” invece di “trinciar giudizi”, posso permettermi di correggerti: i voli sono pindarici e non pindalici.
@ Michele Pezza
RispondiEliminaA parte questa questione dell'avere riportato diligentemente o meno la posizione della chiesa sulle questioni sessuali. Tornando al tema centrale io vorrei capire se tu, per esempio, ti allinei sulle posizioni di Risè. A me pare proprio una delle più grandi fregnacce che si possano pensare, che la scienza voglia sostituire la sala operatoria al sesso. È la stessa cosa che sostenere che l'insulina (e quindi la medicina) ci abbia tolto il piacere tutto sano di farci scorpacciate dei buoni dolci. Ovviamente tutto ciò a me parrebbe un dire cinico e sadico, oltre che stupido e insensato, verso i diabetici, e offensivo per chi fa ricerca medica; come lo è quel che dice Risè (cinico, sadico, stupido, insensato, offensivo) riguardo la procreazione assistita (che non è una gita fuori porta al posto del sano sesso). Poi, a ben vedere, forse a Risè sfugge che anche chi non può procreare naturalmente, e magari tenta per altre vie, può lo stesso riprendere a fare sesso, ovviamente se ne ha voglia, questo va detto. Che cosa buffa vero?
Ma poi... anche se gli scienziati fossero dei sessuofobi perversi che vogliono farci partorire dal retto dopo averci fecondato con un cotton fioc... o sostituire l'utero di una donna con un sacco ricavato dalla vescica di iguana...
RispondiEliminaSiamo sicuri che il pubblico gradirebbe?
Non so, secondo me questo "sesso" va ancora molto, gli scienziati devono lavorare di più sul marketing.
Che so, offire in omaggio un I-Pod ad ogni coppia che rinuncia a fare l'amore nella prospettiva di far crescere un figlio da un humus di unghie tagliate e pelucchi rimasti nell'ombelico.
Dio, quanto mi danno fastidio queste provocazioni neo-clericali fuori tempo massimo... quanto si credono brillanti...
Poi non capisco bene l'obiezione di Michela. Il Catechismo dice che il sesso si fa per fare figli, e per la "comunione".
Una bella espressione per togliere, comunque, tutto il divertimento.
Cachorro Quente
@ paolo
RispondiEliminaPurtroppo non ho il tempo sufficiente per una risposta articolata. Mi limito a suggerire uno spunto da approfondire su come si vada trasformando la parabola della nostra vita sessuale: prima si scopa cercando di non avere figli e poi si cerca di avere figli senza scopare.
@ Cachorro Quente
Naturalmente il tempo rimane poco e rimando ad una discussione articolata. Solo cose buttate lì:
- non vedo “brillantezze” nel citare il Catechismo… ma se mi garantisci che basta questo, metterò su uno spettacolino;
- divertimento senza comunione? Sarebbe questo il tuo target?
- va bene che siamo in tema di manipolazioni corporali, ma perché mi cambi sesso?
Certo che chi scrive non aveva di meglio da fare...
RispondiEliminaMa poi parla sempre il vaticano in mezzo, un clero di persone che non hanno una vita sessuale e vogliono dire a noi cosa dobbiamo farne della nostra sessualità?
Risè, nessuno ti sta vietando di fare l'amore con una donna per avere figli! :-D
Michele Pezza
RispondiEliminaVa bene che non avevi tempo per una risposta articolata, ma darne una che non risponde in alcun modo alle mie domande mi sembra un po' un modo per sfuggirla questa riflessione, non farla. Come spesso capita in questo tipo di discussioni ci si trova di fronte a due trucchi dialettici: uno è nel linguaggio, "poi si cerca di fare figli senza scopare", come se ricorrere alla medicina fosse uno sport o un diletto, e non quasi sempre una necessità per chi desidera figli e non riesce ad averne. L'altro trucco è la generalizzazione: si prendono due aspetti che possono riguardare persone diverse o tempi diversi e li si fondono, come se i popoli della terra fossero un solo individuo cosciente. In quest'ultimo caso è un po' come se io dicessi: prima si propongono moratorie contro l'aborto, e poi ci si fa esplodere in mezzo alla folla. Cosa ho fatto? Ho generalizzato, collegandoli, due fenomeni della realtà non necessariamente connessi, ma che comunque vi appartengono.
In tutto questo quel che mi indispone è questo atteggiamento cinico e irrispettoso verso persone che magari giungono ad una scelta, la procreazione assistita, dopo periodi talvolta lunghi e pieni di sofferenze e frustrazioni per non riuscire ad avere figli, o ad averne sani. Ricorrono alla medicina non certo perché sono golosi di farmaci o amanti del bisturi, ma per un gesto d'amore per la maternità e paternità consapevoli e fortemente desiderati, che evidentemente non hanno posto nella comunità cattolica (che fa spazio alle occasioni offerte dalla medicina in modo selettivo).
A questo atteggiamento cinico e irrispettoso per i problemi della salute (procreatiiva) di altre persone non posso che rispondere, provocatoriamente, con un altro paragone irriverente e tutt'altro che politically correct, per mostrare che l'assenza di tatto non va condonata trincerandosi dietro il "rispetto per la religione" comunque dovuto. A me viene allora da pensare di un papa: prima se ne va in giro per il mondo senza sosta, poi fa fatica ad affacciarsi da un balcone. Cosa ho fatto? Ho deriso una necessità (non una scellta), collegando fasi diverse che è impossibile conciliare in una consecuzione logica, a meno di usare il tuo metodo di ragionamento che deride i problemi di salute di altre persone.
"non vedo “brillantezze” nel citare il Catechismo… ma se mi garantisci che basta questo, metterò su uno spettacolino;"
RispondiEliminaScusa, pensavo fosse chiaro che non mi riferivo a te ma al tizio citato dal post.
ah! e io che credevo che le donne si sottoponessero a trattamenti ormonali, prelievo di ovuli, impianto di embrioni, ecc. solo perchè non gradivano una sana scopata!
RispondiEliminaper fortuna c'è ratzinger a dirci che trombare è bello... purchè poi ci si confessi
Nobili anime e cinici sagrestani
RispondiEliminaNaturalmente l’anima nobile è quella di paolo de gregorio ed il cinico sagrestano sarei io. E via! bisogna saper dare il giusto peso alle cose e una battuta non va caricata di significati che non le competono. Troppo onore!
Non capisco il paragone dell’insulina: questa ci consente di nutrirci e di inserire (moderatamente) nel nostro menu anche i dolci e non ci ha tolto un bel nulla. Non pregiudica, anzi rende migliore il legame tra il gusto e la funzione del nutrirsi. I problemi seri nascerebbero nel momento che separassimo il gusto dal nutrimento: creeremmo due mostri. Il nutrimento senza gusto è una visione ospedaliera o da astronauti che diventa agghiacciante una volta trasportata nella vita comune. Il gusto senza nutrimento? Certamente può anche essere concepito come un modo di soddisfare meglio i desideri degli uomini, ma non sarebbe altro che una nuova droga. E non può non presentarsi alla mente la visione che ci è stata tramandata di romani decadenti che, per poter gustare “ancor di più” le leccornie di un banchetto, si provocavano il vomito.
Per l’etica cristiana (nella mia personale interpretazione), è essenziale che non avvenga la separazione tra l’azione ed i fini specifici che le spettano: nutrirsi senza il piacere del gusto è sbagliato (salvo necessità superiori non soddisfacibili altrimenti), così come il piacere del gusto senza nutrimento. Analogamente per il sesso.
Per cui, per rispondere in modo diretto alla tua domanda iniziale: non avrei mai usato le espressioni di Risé, chiaramente paradossali (ma la gente seriosa non se ne accorge mai), ma dovrebbe essere chiaro che le nostre posizioni non sono molto distanti, anche se non coincidenti al 100%.
A ripensarci bene, però, la mia battuta non era poi così malvagia… Voglio sfidare l’indignazione delle anime nobili, ma, contrariamente a quanto affermi, la correlazione tra lo “scopare senza voler fare figli” ed il “voler fare figli senza scopare” non è certamente nulla. Questa è una constatazione logicamente ovvia e statisticamente ultracomprovata: ad un’età avanzata le capacità procreative diminuiscono, per cui evitare la procreazione nell’età biologicamente più propizia aumenta la probabilità di dover poi ricorrere all’aiuto medico (affermazione eticamente neutra: prendere nota, per favore!)
@ raser
RispondiEliminaAncora lo stesso pregiudizio: per Ratzinger trombare è bellissimo e non bisogna confessarsi!
Michele
RispondiEliminaNon ho dubbi che la tua fosse una rappresentazione ironica, ma nella sostanza corrisponde proprio alla tesi sostenuta. La quale, la si infarcisca pure di considerazioni arzigogolate, era e resta ai miei occhi completamente cretina. Non ritengo che alla religione debba concedersi un lasciapassare alle idiozie (non mi riferisco alla gravità, ma alla vacuità e infantilità del ragionamento). Abbiamo un testa per ragionare con un minimo di buonsenso: usiamola!
Il tuo esempio sul gusto e l'alimentazione calza a pennello. Non esisterebbe infatti più cretino di uno che dicesse: "l'era moderna è strana, prima ci si strafoga di cibo e dolci solo per il gusto di farlo, e poi si finisce col rivolgersi alla tecnica per alimentarsi con tubicini a sirignhe conficcate nella pelle" (guarda caso, proprio quelle che non si possono staccare secondo certi religiosi). Come è strana questa tecnica medica, vero? Talvolta un obbligo di sottoporcisi, imprescindibile, altre una scelta da deridere. Ed in entrambe, però, si parla di salute.
Per inciso: l'osservazione sulle età in cui si fanno figli ha anche una piccola parte di verità. Tittavia: primo, i problemi di fertilità hanno anche altre origini oltre all'età. Secondo, la scelta di rimandare il momento è determinato da molti altri fattori, prima che quello di "voler" fare contraccezione. Qualche secolo o anche decennio fa l'età tra i quindici e i venti era buonissima per cominciare; non mi si dirà che lo sarebbe anche ora? E che se si aspetta ancora un poì è per capriccio?
Michele Pezza, le "correzioni" ai typo non si fanno: sono inutili nonchè contrarie alla netiquette, specialmente quando si tratta di commenti scritti al volo in ritagli di tempo.
RispondiEliminaGià questo getta una luce sinistra sulle tue risposte, ma ad ogni modo...
La tesì di Risè, un puritanesimo figlio della possibilità tecnica di riproduzione in assenza di rapporto sessuale, discende dal supporre che il sesso non si pratichi senza necessità di fecondazione.
Questa considerazione è ovviamente risibile, e sono anzitutto le gerarchie cattoliche ad ammettere come la realtà sia ben altra ogni volta che condannano il dilagare del sesso fine a se stesso.
Tu dici che la CC non è contro al sesso in quanto tale e che Risè non intepreta male. Sta bene, spiega però perchè:
1) E' proibita la contraccezione.
2) Risè insiste su quel legame a doppio filo, se neppure per la CC è tale.
3) Prova anche a spiegare cosa sostenga la tesi del "puritanesimo tecnoscientifico" tolta l'assurda ipotesi di cui sopra.
Finchè non ci riuscirai, cosa che dubito, irridere Risè per la sua logica bislacca è il minimo e dovresti tu stesso stenderci un velo pietoso.
...dimenticavo.
RispondiEliminaOvviamente è legittima la posizione cattolica di sconsigliare la separazione totale tra funzione primaria e incentivo biologico ad attuarla. Non la condivido ma ha un senso, sebbene la sessualità abbia tutta una serie di scopi (sociali e psicologici) aldilà della riproduzione stessa - e ciò anche in varie altre specie animali.
Però sostenere la tesi scadendo nel ridicolo, come fa Risè con le sue fantasie, nuoce a tutti.
@ debrando
RispondiEliminaMi sembra che alla fin fine tu abbia compreso in modo corretto il mio punto di vista. Non ti chiedo mica di essere d’accordo, ma mi basta che consideri legittima la posizione di non voler separare funzione ed incentivo (per usare le tue parole). Spero che questa ti sia una spiegazione sufficiente per il divieto della contraccezione (almeno quella che “oscura” almeno una delle finalità essenziali).
Preciserei, a costo di ripetermi, che tutte le finalità dovrebbero essere presenti e siccome nel linguaggio tradizionale il termine “comunione” sintetizza molto bene gli altri scopi (sociali e psicologici) cui fai riferimento, dai l’idea di non esserti liberato del pregiudizio che i cattolici considerino unicamente la riproduzione come fine. Posso sbagliare, ma così mi sembra nel rileggerti.
Infine, mi sembra di aver dichiarato molto chiaramente che non mi sarei espresso come Risé. Spero ciò sistemi le cose e, proprio perché l’esposizione di Risé non rende un buon servizio, mi sono preoccupato di precisare e chiarire i soliti pregiudizi sulla dottrina cattolica.
P.S. sulla netichetta e le correzioni: è vero quel che non si dovrebbero fare, ma siccome mi ero accomunato nell’errore…
@ paolo de gregorio
RispondiEliminaCredo che la risposta a debrando chiarisca il mio pensiero anche in realzione alle tue obiezioni. Non è necessario che siamo d’accordo, ma il tono astioso mi sembra fuori luogo.
Il tono astioso, con certe persone e con certi argomenti, è d'obbligo.
RispondiElimina