domenica 9 marzo 2008

Gabriella, non si copia!

Il blog di Gabriella Carlucci si sta rivelando una vera miniera per le investigazioni filologiche. Nei commenti al mio recente post sull’argomento, un lettore di Bioetica (Stefano, che ringrazio per averci voluto fare partecipi della sua scoperta) ha segnalato un testo del blog della Carlucci composto pressoché interamente di citazioni da opere altrui – in buona parte non dichiarate come tali. L’arte del centone conosce evidentemente ancora adepti; vediamo di ricostruire con l’aiuto del nostro lettore le fonti utilizzate dall’onorevole soubrette.

Il post della Carlucci risale al 5 febbraio scorso, e si intitola «Il cervello dipendente» (nel caso di sparizioni improvvise potrà essere reperito nella cache di Google; una copia è stata postata dalla Carlucci nel blog Valori e Libertà). Il testo si apre con una citazione da Rousseau:
Rousseau nell’Emilio scrive “Vi sono due specie di dipendenze: quella dalle cose, che è della natura; quella dagli uomini, che è della società. La dipendenza dalle cose, non avendo alcuna legge morale, non nuoce affatto alla libertà, e non genera alcun vizio; la dipendenza dagli uomini, essendo disordinata, li genera tutti, ed è per essa che il padrone e lo schiavo si corrompono scambievolmente.
La Carlucci ha dimenticato le virgolette di chiusura, ma la citazione termina qui. Sul web troviamo solo un altro testo che riporta la citazione in questa stessa traduzione: si tratta di un articolo di Alessandro Castellari e Mario Trombino, «Filosofia della libertà: “Omnis determinatio est negatio”» (Comunicazione Filosofica 4, 1998). Nulla di male; ma passiamo alla frase immediatamente successiva del post della Carlucci:
Omnis determinatio est negatio.
Questo non è più Rousseau, ma Spinoza; e la frase, come abbiamo appena visto, sta nel titolo dell’articolo di Castellari e Trombino. Andiamo avanti con la Carlucci:
Le libere regioni della vita sono dunque quelle per cui ogni mia scelta è concepita con il preciso scopo di lasciare gli altri un po’ più liberi. Ma non del tutto liberi, perché libertà assoluta è, semplicemente, il non esistere. La vita crea legami. Ma può farlo in tanti modi. Le libere regioni della vita sono quelle i cui legami permettono agli altri di elaborare nuove regole, cioè un loro stile, uno stile che esprima il loro, non il mio, essere.
Qui cominciano i guai: perché a parlare stavolta sono proprio Alessandro Castellari e Mario Trombino, ma la Carlucci non lo dice; e trascrive con tale cura che ricopia anche quello che mi sembra essere un refuso – «regioni» due volte al posto di «ragioni».
Da notare che queste parole non vengono – nel testo originale di Castellari e Trombino – subito dopo la citazione di Rousseau, ma molto più avanti: sarebbe stato quindi molto difficile confondersi. Vogliamo dare il beneficio del dubbio alla nostra Gabriella? Vogliamo pensare che fosse stanca, quel giorno, e che pensasse di trovarsi di fronte a una lunga, lunghissima citazione di Rousseau? Ma allora che dire del seguito del paragrafo (sempre nel suo post):
Essere dipendenti da qualcosa, da una sostanza o da un’attività, porta con sé una limitazione della propria libertà e delle capacità di scelta. Riacquistare indipendenza e autonomia necessita una consapevolezza, volontà e autostima.
Queste parole si trovano identiche (a parte l’articolo indeterminativo davanti alle ultime due) in una pagina del sito dell’associazione Radix della Svizzera Italiana; sito ed associazione che però la Carlucci non menziona in alcun modo. Da un’altra pagina dello stesso sito proviene l’inizio del paragrafo successivo del post della nostra Gabriella:
la società attuale risulta insopportabile per molte persone che non sanno più come comportarsi. Spesso ci sembra di disporre di una libertà d’azione talmente limitata che rinunciamo all’idea di voler cambiare qualcosa. E’ comunque un dato di fatto che una società in cui ognuno può partecipare, riduce il pericolo delle dipendenze. Partecipare attivamente alla vita sociale è una chiave per ottenere una società con meno problemi di dipendenza e per vincere la solitudine e il senso d’impotenza. Possiamo vincerla impegnandoci in un’associazione, riorganizzando e valorizzando, per esempio, spazi pubblici (piazzette, parchi gioco) e per rendere le strade più sicure per anziani e bambini, per creare punti d’incontro per adolescenti.
Da notare come la citazione inizi con una minuscola, benché si trovi all’inizio di un nuovo paragrafo; il fatto è che nel testo originale era preceduta dalle parole «Con il suo carattere fortemente competitivo e i suoi gruppi di interesse», omesse dalla Carlucci. L’onorevole ha modificato impercettibilmente anche la conclusione (introducendo così un altro errore: «Possiamo vincerla» invece di «Possiamo vincerli», riferito a «solitudine» e «senso d’impotenza»), che nell’originale suonava così:
Possiamo trovare “compagni d’avventura” impegnandoci in un’associazione. Possiamo migliorare la qualità di vita impegnandoci per riorganizzare e rivalorizzare, per esempio, spazi pubblici (piazzette, parchi gioco) e per rendere le strade più sicure per anziani e bambini, per creare punti d’incontro per adolescenti, per favorire l’integrazione dei disoccupati, degli stranieri.
L’omissione di disoccupati e stranieri dal finale ci rivela qualcosa, credo, della scala di valori della Carlucci...

Il post dell’onorevole prosegue citando – questa volta esplicitamente – prima un libro e poi un aforisma di Epitteto:
Le persone dipendenti hanno come l’impressione di aver incominciato a correre un bel giorno- così riporta Maria Rita Parsi nel libro “il cervello dipendente”-per fuggire, per andare lontano ma sono sempre stanchi, come dominati da un fiatone che spezza le gambe.Non si sono mossi né liberati. Il piacere della dipendenza e’ il piacere del presente.Ed ecco che giuriamo fedeltà ad un vizio per superare il vuoto.Ogni dipendenza è una tossicodipendenza a livello chimico per il nostro corpo e a livello psichico per il nostro spirito.
Il libro poi si sofferma sull’analisi scientifica del cervello in ostaggio alle droghe, ed in particolare le designer drugs, composti creati dalla fantasia di chimici clandestini, che hanno creato appunto un design farmacologico, modificando strutture chimiche di molecole in grado di generare effetti euforizzanti già esistenti e con potenzialità d’abuso.Lo scopo di questi pazzi designers, consiste nel generare composti nuovi di facile commercio, tuttavia non presenti nelle tabelle dei composti proibiti da parte delle autorità di controllo di vari paesi.E’ sconcertante sapere che esiste addirittura il club drugs, di cui fanno parte il GHB o ecstasy liquida, la metamfetamina, il flunitrazepam ( o conosciuto come Roipnol), la ketamina e l’LSD, conosciute meglio con il nome “rape drugs”, droghe dello stupro.Ma la dipendenza negativa, definita dalla scienza addiction, non deriva solo da sostanze stupefacenti ma anche da quelle buone come il cibo, l’attività fisica, il gioco, lo shopping compulsivo. Luigi Pulvirenti, nel libro racconta come il cervello diventa dipendente, deviando in situazioni patologiche come l’anoressia .La cosa più crudele, e’ l’illusione della libertà. Epitteto al riguardo diceva:” nessuno e’ libero se non e’ padrone di se stesso”.
Cosa ci ricorda questo passo? Il vezzo di scrivere «e’» al posto di «è», pur usando allo stesso tempo le altre lettere accentate; lo spazio bianco dopo la parentesi: «( o conosciuto come Roipnol)»; la punteggiatura approssimativa («Lo scopo di questi pazzi designers, consiste», «Luigi Pulvirenti, nel libro racconta», «La cosa più crudele, e’ l’illusione della libertà»), sono segni inconfondibili che chi ha scritto queste righe è l’autore del post che ho esaminato la volta scorsa, e che adesso sono più propenso a identificare con la stessa Carlucci (il che apre prospettive inedite, tutte da esplorare).
Da notare il buffo equivoco sull’espressione inglese «club drugs», che la Carlucci (o chi per lei) sembra interpretare come «il club delle droghe» (con tanto di soci...) invece che come «droghe da club»; ci apre invece uno squarcio di interesse umano sulla personalità dell’autrice il fatto che «lo shopping compulsivo» sia annoverato fra le «sostanze [sic] buone», seppur a rischio di addiction...

Siamo giunti alle righe finali:
Potrà sembrare una frase fatta ma se vogliamo essere felici, possiamo esserlo ora poiché la chiave della felicità e’ nascosta dentro di noi.
Sarà almeno questa «frase fatta» opera di Gabriella Carlucci? Macché, Stefano ha scovato anche in questo caso l’autore nascosto: è Anthony De Mello, autore di Messaggio per un’aquila che si crede un pollo e altri best-seller.

In conclusione rimane un unico dubbio: cosa avrebbe detto e fatto la Carlucci, se Luciano Maiani avesse combinato qualcosa anche solo lontanamente paragonabile a questo?

Aggiornamento: sempre Stefano ci comunica che l’onorevole è, a quanto pare, recidiva.

Aggiornamento 17/3/2009: grazie ad Anna Masera per la citazione.

19 commenti:

  1. A questo punto credo che la Carlucci non abbia ancoracapito il mezzo del blog in internet.
    Non si rende conto che:
    A) è il mezzo più libero di espressione e chiunque può andare lì a prenderla in giro.
    B) una volta che scrivi qualcosa di sbagliato pubblico la gente lo può salvare e non puoi più correggerlo.
    C) qualsiasi cazzata viene amplificata, in modo esponenziale.
    D) chiunque può capire da dove hai copiato.

    Insomma la signora ha scoperto il lato più scomodo della rete.
    La politica in rete è diversa, Gabry!!! Non ci freghi a noi.

    RispondiElimina
  2. Io ho incollato sul blog della soubrette parlamentare l'url del vostro post sugli scopiazzamenti (gustoso e triste al contempo), ma è stato rimosso!

    RispondiElimina
  3. che ne pensate di contattare gli autori dei siti internet citati e rendergli noto l'opera di violazione dell' -onorevole-?

    RispondiElimina
  4. Val, forse questo sarebbe troppo. Comunque penso che almeno alcuni di loro noteranno l'afflusso di visite provenienti da Bioetica...

    RispondiElimina
  5. La Carlucci si sta dimostrando un'abominevole combinazione di ignoranza e mala fede... mi viene il voltastomaco pensando che in questo paese un tale elemento possa riuscire ad ottenere un posto in parlamento e sia nella commissione cultura...

    RispondiElimina
  6. Sono d'accordo con Fabristol: temo che l'on. Carlucci sia vittima della mania di molti politici di aprire blog in vista delle elezioni; solo che nessuno le ha fatto presente che il pubblico di internet è un po' più scafato di quello di Retequattro.

    Poi dici che Internet senza il controllo di una persona matura non è una fonte di pericolo...

    RispondiElimina
  7. La Carlucci dimostra la congettura di Goldbach :)
    http://alcamar.wordpress.com/2008/03/07/esclusivo-lon-carlucci-dimostra-la-congettura-di-goldbach/

    RispondiElimina
  8. cioè, non ho capito.
    per caso mi state dicendo che la carlucci conosce rousseau e spinoza?
    ma stiamo scherzando?

    RispondiElimina
  9. Non avete capito nulla !
    Sono gli altri che hanno copiato da lei.
    Compresi Rousseau, Spinoza ed Epitteto, ovviamente. Gabriella d'altra parte ha gia' dimostrato di non essere limitata da banali problemi di coerenza spazio-temporale.
    E nessuno dei summenzionati, peraltro, ha mai vinto un Nobel.

    RispondiElimina
  10. semplice capire che ha incaricato la sua "badante"a farle da "consigliora"

    RispondiElimina
  11. Per citare De Mello, si potrebbe mandare alla Carlucci un "Messaggio ad un pollo (oca?) che si crede un aquila"...

    RispondiElimina
  12. Posso vedere la cosa da un altro punto di vista ?
    Molti blog riposano in pace nell'oblio eterno.
    Su molti blog si leggono tante stupidaggini e nessuno si premura di commentare.
    Su molti blog non si può nemmero commentare.
    Sul blog della Carlucci dopo alcune risposte sensate, autorevoli ed articolate che forse da sole bastavano a chiudere la questione si è scatenato l'inferno.
    Un vero tiro al bersaglio ... quindi la cosa è diventata un'altra cosa ... una guerra etnica alla "sciocca" ,"donna" ," soubrette" di centrodestra.
    Un tantino esagerato secondo me e forse l'oblio era la risposta migliore ... soprattutto sapendo quanto schifo c'e' nell'ambiente universitario ed accademico.

    RispondiElimina
  13. Anonimo, c'è qualcosa di vero in quello che dici: in alcuna delle reazioni è sembrato anche a me di cogliere accenti un po' misogini. Ma detto questo, devi ammettere che la Carlucci se l'è cercata: dopo aver ottenuto risposte esaurienti (persino da un premio Nobel!) si è intestardita, ricoprendosi di ridicolo e attirando ancora di più l'attenzione su di sé. E visto che non è una blogger qualsiasi, ma un parlamentare eletto, ammetterai che le reazioni ci stavano tutte. Non credo che le cose sarebbero andate differentemente se si fosse trattato di un uomo.

    RispondiElimina
  14. Grande Giuseppe,
    ottimo lavoro. Sono davvero fiero di te e del mio piccolo contributo!
    Povera Gabriellina: da una botta così non si riprende più (anzi: piu')...

    RispondiElimina
  15. Stefano: veramente è il mio contributo a essere piccolo! Sono contento che ti sia piaciuto, comunque (e se ti capita qualche altro caso simile... ;-).

    RispondiElimina
  16. Non ci posso credere...la Carlucci è recidiva !!!
    Anche il comunicato del 4 febbraio scritto dalla nostra Gabry sull'ospedale di Bisceglie è stato in realtà copiato paro paro da un altro (Sergio Silvestris), ma anche stavolta si è "scordata" le virgolette.

    http://www.bisceglielive.it/news/news.aspx?idnews=2990

    Sono senza parole...(anzi, qualcuna ce l'avrei...)

    RispondiElimina
  17. Ho letto tutti i vostri post sul "caso Carlucci" ..Partiamo da un presupposto di base: se la Carlucci mette sul blog un testo che a)usa i congiuntivi b) dice qualcosa di sensato, si puó giá seriamente dubitare che Ella ne sia l´autrice. Ció posto, qualcuno le faccia la cortesia di spiegarle che nell´era di Internet con un semplice "copia-e-incolla" si puó verificare se una frase é una scopiazzatura. Secondo me non l´ha ancora capito...
    Comunque, un applauso a voi che per il bene della scienza e della veritá vi sacrificate a leggere regolarmente il blog di cotanto ingegnoso personaggio..

    RispondiElimina
  18. probabilmente già tutti ne siete al corrente, ma casomai a qualcuno venisse voglia di controllare la provenienza di concetti sospetti suggerisco copyscape.com, basta mettere l'url e il motore cerca in rete le scopiazzature. ah, no, non sono scopiazzature, sono citazioni! solo che manca la fonte...

    RispondiElimina
  19. Scusate, desideravo sottoporre alla vostra attenzione il seguente post, comparso sul blog della Carlucci giorno 10 Aprile, non salta istantaneamente all'occhio poichè, come potete constatare di persona, è confinato all'interno di una sequela di amenità riguardanti il mondo dello spettacolo:

    “L’ennesima brutta figura del Governo di Prodi nel mondo. Il caso Maiani sbarca in Europa, dove il Vice Presidente al Parlamento Europeo, Mario Mauro, a seguito della nomina del fisico italiano Luciano Maiani alla Presidenza del CNR, ha sollevato un’interrogazione parlamentare sulle reali capacità di gestione amministrativa di Maiani. Nell’interrogazione, vengono sollevate alcune perplessità sulla gestione di Luciano Maiani - già noto “cattivo maestro” per aver firmato la famosa lettera conto il Papa alla Sapienza – e che ha portato ad un buco di bilancio di 510 milioni di Euro (più di 980 miliardi di lire, per i più affezionati alle vecchie lire) durante il periodo in cui Maiani era Direttore Generale dell’Istituto (199-2003). Il caso fu così clamoroso che il risultato fu una Commissione d’inchiesta internazionale, la Commissione Aymar, la quale concluse con un sostanziale giudizio di commissariamento del CERN. Il caso Maiani all’interno delle istituzioni europee, rappresenta l’ennesima brutta figura che dimostra come, con il Governo Prodi, il tasso di credibilità dell’Italia all’estero sia colato a picco. Uno scandalo di cui non avevamo bisogno, dopo la già pessima figura mondiale subita per colpa delle amministrazioni di sinistra della Campania sul caso rifiuti”.

    RispondiElimina