lunedì 16 giugno 2008

Cosa succede nel Pd e nel Paese. Intervista ad Ivan Scalfarotto

Come mai si è arrivati a candidare Francesco Rutelli (ovvero come mai non si è capito l’immaginabile disastro e in tutti questi anni non si è riusciti a lasciar emergere qualcuno con una faccia e un animo nuovi che potesse far fronte a Gianni Alemanno? Si parla tanto di talento e di giovani ma…)?

È abbastanza un mistero. Io credo che da un lato si sia un po’ sottovalutata la prova, nel senso che nessuno ha mai creduto che a Roma si potesse veramente perdere – ricordiamo che si partiva dal trionfo di Veltroni alle precedenti comunali – un po’ forse si pensava di poter utilizzare Roma per risolvere qualche problema di organigramma interno. Con Rutelli concentrato sulla Capitale si sarebbe ridotto il numero delle primedonne nel partito e nelle istituzioni a livello nazionale… Certo, hai ragione, con quella designazione si è persa un’occasione formidabile per lanciare uno come Zingaretti, per esempio, e aprire una porticina alla generazione che segue. Che non è certo una generazione di giovanetti, comunque, e in qualsiasi altro paese avrebbe già responsabilità di governo: guarda Miliband, Cameron, Zapatero, Obama. Da noi Veltroni è considerato ancora un ragazzino e il capo del governo va per i settantadue.

Un segnale di cambiamento e di assunzione di responsabilità non potrebbe venire dalla fine, decisa o suggerita, della vita politica dell’ex sindaco? O da tante altre decisioni – e non solo parole – che mostrerebbero un cambiamento di rotta.

Ma certamente! Il fatto che Rutelli abbia perso, e abbia perso in quel modo – con la principale città d’Italia che lo ha bocciato promuovendo allo stesso tempo il candidato del centrosinistra alla Provincia – e non abbia fatto nemmeno una piega addirittura chiedendo e ottenendo un incarico istituzionale, la dice lunga sul completo tramonto del principio di responsabilità nella politica e nelle istituzioni. Far bene o far male, essere popolari o impopolari, nella politica italiana a quanto pare è diventato assolutamente indifferente.

(Continua su LibMgazine, 15 giugno 2008)

1 commento:

  1. Luigi Castaldi, alias Ivan Malvino, abbandona il mondo dei blog!

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