domenica 13 luglio 2008

Cara Eugenia Roccella ti scrivo

(In risposta alla lettera di oggi e anche se, temo, non servirà a niente).

Se cominciassimo a dismettere alcune espressioni e a chiarire i termini e i concetti usati avremmo fatto qualche passo nella direzione giusta.
“Temi eticamente sensibili” è un pessimo ma comune modo, ormai, di riferirsi alle questioni di bioetica e ai diritti civili. I temi non sono sensibili: possono essere sensati, sciocchi, male argomentati (molto spesso) ma non provano alcuna sensazione. Sono le persone ad essere sensibili e a soffrire per lo scarso coraggio istituzionale e politico: si pensi al mancato riconoscimento per le famiglie non coronate dal matrimonio (molte famiglie, quelle omosessuali, non possono sposarsi e non possono trascrivere un matrimonio celebrato all’estero perché sarebbe “contrario all’ordine pubblico”! – secondo la circolare Amato) o alla interminabile discussione sulle direttive anticipate.
Attribuire il fallimento politico di un partito o di una parte politica alla temerarietà sui “nuovi diritti individuali” (così li chiama Eugenia Roccella) fa sorridere. Soprattutto se si alza lo sguardo dalla propria pancia e si osserva che cosa comporta la legislazione italiana: discriminazione. Discriminazione per i cittadini italiani in materia di salute (un solo esempio: la legge 40), libertà e famiglia. Si invoca l’Europa solo quando fa comodo, mai per sottolineare che l’Italia si distingue per l’arretratezza e l’indolente apatia.

Che sia necessario arrivare a una posizione condivisa non è così scontato come sembra: in primo luogo perché ci sono alcune questioni (i diritti civili, appunto) su cui non dovrebbe valere la regola della maggioranza come in una riunione di condominio: non accetteremmo che si reintroducesse la schiavitù, nemmeno se vi fosse una schiacciante maggioranza a votare per il sì. In secondo luogo: come si fa a discutere con quanti affermano che esistono valori non negoziabili? Come si fa a trattare con chi afferma che su alcune questioni non c’è nulla da discutere?

Su Eluana Englaro vorrei accogliere l’invito del padre Beppino: lasciare che torni una questione privata, dopo una battaglia dolorosa, lunga ed estenuante per affermare la volontà della ragazza.
Ma non posso non ricordare che la domanda centrale sulle questioni di fine vita è: siamo disposti a riconoscere alle persone la possibilità e la libertà di decidere della propria esistenza?
Questa è la domanda cui bisogna rispondere. La mia risposta è sì, non solo è giusto ma doveroso.
Non possiamo avere la certezza assoluta e attuale perché Eluana non può esprimere il suo parere (ma tanto venivano scritte analoghe parole quando Piergiorgio Welby chiedeva di essere lasciato morire in pace), ma abbiamo ragione di credere che Eluana non avrebbe desiderato sopravvivere in questo modo. Il volere di una persona che non può più esprimerlo può essere ricostruito dalla sua vita e dalle testimonianze di chi le voleva bene.
Per concludere: farebbe sorridere, se non fosse drammatico, che molti di quelli che condannano la decisione dei giudici di Milano fino a ieri si sgolavano per il rispetto della morte “naturale”. Negli ultimi 16 anni la vita di Eluana è stata artificiale; senza l’intervento dell’artificio sarebbe morta poco dopo l’incidente. L’umanità che invoca Roccella è il rispetto dei desideri altrui, anche o soprattutto se diversi dai nostri, e non l’imposizione di una Verità che maschera la prepotenza e la presunzione.

8 commenti:

  1. Verissimo Giuseppe. Divertente è anche leggere che 'siccome Eluana respira da sola non c'è nessuna macchina da staccare'. E cosa credono questi signori che Eluana beva e mangi al desco imbandito? Il padre di Eluana ha detto : 'potrei togliere io il sondino'. Questo vuol dire che Eluana mangia attraverso un sondino naso-gastrico (altri si alimentano attraverso una PEG, una stomia artificiale fra cute e stomaco). Quindi necessita di un'apparecchio che immetta artificialmente l'alimentazione e l'idratazione (al di sopra di certe quantità orarie infatti lo stomaco non 'accetta' più il nutrimento...). E tutto questo è naturale...infatti Eluana 'respira'....

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  2. inyqua

    Non capisco l'obiezione. anche un neonato viene alimentato "arificialmente" nel senso che non beve e non mangia al desco imbandito. E' questione di autonomia, naturalmente. Ma non c'entra un tubo con l'artificialità nè con le "macchine" che tengono in vita: quelle sono i respiratori e Eluana non ne ha bisogno perchè, per rimanere viva, ha solo bisogno di cibo, acqua e cure igieniche, come un neonato.

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  3. Confesso che la parte che più mi ha impensierito è quando la Roccella scrive che "on fatica, il centrodestra sta elaborando una nuova cultura politica, che va oltre gli schemi liberal-liberisti di dieci anni fa, e si confronta con gli scenari della tecnoscienza e con le questioni di biopolitica. Si vedrà presto, in concreto, che il governo sa dove andare, su tutte le questioni citate da Battista, senza sventolare bandiere ideologiche ma senza timidezze..."
    Mi sa che saranno anche per noi anni di grande, grandissima fatica...

    P.S.: tutta la mia solidarietà per l'annarosa: chiaramente vi ha preso di mira e ho paura che non per un bel po' non vi mollerà più...

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  4. annarosa: obiezione scontata e banale. Un neonato avrà bisogno 'per un tempo definito' di venir accudito, non per sempre...
    Le 'macchine' sono tutto ciò che è artifizio nel mantenere in vita, non solo il respiratore automatico. Ed il sondino naso gastrico è presidio medico e paramedico, molto lontano da ciò che è 'naturale'. E ben noto infatti che la respirazione, così come il battito cardiaco, sono in gran parte degli automatismi che non hanno niente a che vedere con lo stato di coscienza (e per fortuna, direi, se bastasse non 'voler' respirare quanti suicidi in più ci sarebbero....). Eluana è viva, ma in stato vegatativo persistente: una condizione che non consente più alcuna coscienza e che soprattutto non è reversibile.

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  5. Annarosa,
    "Eluana non ne ha bisogno perchè, per rimanere viva, ha solo bisogno di cibo, acqua e cure igieniche, come un neonato."
    Ma, a differenza di un neonato, Eluana Englaro aveva già sviluppato una piena consapevolezza di se stessa, e sapeva di non volere questo tipo di trattamenti , che non le servono a recuperare la coscienza (e che, per inciso, non si possono non dire "artificiali").

    Magar

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  6. "Sono le persone ad essere sensibili e a soffrire per lo scarso coraggio istituzionale e politico" niente di più vero. Non ho capito se persone come la Roccella non se ne rendono conto o utilizzano perifrasi ipocrite con cognizione di causa.

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  7. discutere quanto dice la roccella è una perdita di tempo.
    io credo che si debba discutere solo con le persone serie

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  8. "Si vedrà presto, in concreto, che il governo sa dove andare"

    lo sappiamo gia dove va il governo: oltretevere, dove c'e qualcuno da compiacere.

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