Nella parte anglofona della Rete si stanno rincorrendo voci su una importante scoperta della sonda Phoenix, discesa su Marte lo scorso maggio. Non si tratta dell’annuncio, dato nei giorni scorsi e ampiamente gonfiato dai media, della scoperta di acqua nei campioni di suolo analizzati dalla sonda, ma di qualcosa di ben più grosso. Secondo Craig Covault, un giornalista di Aviation Week & Space Technology, che sembra aver accesso a fonti riservate all’interno del team di Phoenix, sarebbe stata addirittura allertata la Casa Bianca in previsione di un annuncio ufficiale previsto non prima della metà di agosto («White House Briefed On Potential For Mars Life», 1 agosto 2008).
Qui le cose si fanno però un po’ misteriose. L’ovvio candidato per una notizia tanto grossa da scomodare la Casa Bianca sarebbe la scoperta di vita passata o presente su Marte; ma le fonti negano che si tratti di questo e parlano piuttosto di qualcosa che avrebbe a che fare con l’abitabilità del pianeta (lo strumento con cui sarebbe stata compiuta la scoperta, il laboratorio a chimica liquida, è del resto incapace di rivelare direttamente tracce di vita). Però in questo modo si perde un po’ la dimensione clamorosa dell’annuncio – non si vede bene perché la Casa Bianca dovrebbe essere tanto interessata al fatto che su Marte ci potrebbe essere vita; in effetti, la storia della comunicazione ai livelli massimi del governo è stata smentita da un feed twitter del 2 agosto attribuito agli specialisti della missione.
Secondo Leonard David la segretezza che circonda tuttora la scoperta è dovuta al fatto che gli autori stanno tentando di far approvare un articolo in proposito da Science («Phoenix on Mars Life - Message From MECA», LiveScience, 2 agosto).
Al momento la notizia sembra essere stata ignorata dalla stampa quotidiana italiana (ma anche internazionale, per quello che riesco a vedere).
Aggiornamento: un comunicato stampa della Nasa («NASA Spacecraft Analyzing Martian Soil Data», 4 agosto) si limita a parlare della possibile presenza di perclorato nel suolo marziano (i vari dati strumentali sono al momento contraddittori). Il perclorato è un ossidante, ostile quindi alle molecole organiche, e la sua presenza diminuirebbe le probabilità che la vita abbia mai allignato su Marte. Se questa era la notizia, allora qualcuno deve aver giocato un brutto tiro a Craig Covault, oppure c’è stato un colossale fraintendimento, perché non c’è proprio nulla di sensazionale.
Aggiornamento 2: bene, era proprio il perclorato, come ci informa in una lunga corrispondenza A.J.S. Rayl per la Planetary Society. Il 5 agosto una conferenza stampa della Nasa ha messo a tacere tutte le voci: il laboratorio a chimica liquida di Phoenix ha rilevato in effetti la presenza di perclorato, anche se un altro strumento, lo spettrometro di massa, per qualche motivo non ne ha trovato alcuna traccia; tutto qui. Durante la conferenza stampa è stata corretta anche la valutazione negativa per l’abitabilità di Marte che il comunicato del giorno precedente aveva lasciato intendere (il perclorato è altamente ossidante, ma solo ad alte temperature).
La vicenda si è dunque completamente sgonfiata, lasciando soltanto la lezione che anche i giornalisti più accorti (e Covault lo è) possono essere talvolta fuorviati dalle proprie fonti. Speriamo solo che adesso non si impadroniscano della cosa i complottisti, e che non ci ammorbino per i prossimi trent’anni con i loro tentativi di smontare il «cover-up» della Nasa...
Ho sentito un po' in giro. Si parla di una parte giacciata vicino al lander che si sarebbe fratturata.
RispondiEliminaE nella frattura ci sarebbe qualcosa di interessante.