mercoledì 17 settembre 2008

Pandora TV: scopriamola

Lidia RaveraIl 15 settembre si è svolta a Roma la conferenza stampa per la presentazione di Pandora Tv. Presso la Sala della Stampa Estera è stato proiettato il documentario promozionale “Pandora. Appello per un’informazione libera”, che è possibile rivedere sul sito di Pandora Tv (www.pandoratv.it).
Che cos’è Pandora? “Uno spazio di informazione e di approfondimento giornalistico che sarà trasmesso su reti satellitari, analogiche e sul web”. Pandora vuole offrire una informazione libera e pluralista, vuole cercare di raddrizzare il “mondo alla rovescia” del giornalismo italiano, come lo ha definito il direttore Udo Gümpel.
E per far questo rifiuta padroni e committenti, e cerca il finanziamento direttamente dai suoi potenziali fruitori: i cittadini.
Tramite una quota di 100 o 250 euro ogni cittadino può contribuire a finanziare Pandora, e contemporaneamente riprendersi la propria voce. Pandora vuole dare voce a chi non ce l’ha – si legge nella presentazione.
Già 3.500 cittadini hanno aderito all’iniziativa e si sono costituiti gruppi locali per sostenere la nascita di Pandora.
Tra i primi firmatari dell’appello per una libera informazione, lanciato a marzo dall’Associazione Megachip, ci sono Giulietto Chiesa, Lucio Barletta, don Aldo Benevelli, Anna Maria Bianchi, Caparezza, don Andrea Gallo, Giuliano Giuliani, Gianni Minà, Diego Novelli, Moni Ovadia, Riccardo Petrella, Carlo Petrini, Franco Proietti, Lidia Ravera, Ennio Remondino, David Riondino, Francesco Sylos Labini, Antonio Tabucchi, Gianni Vattimo, Vauro, Elio Veltri, Dario Vergassola (la lista completa è sul sito di Pandora).
Per aderire e sottoscrivere l’appello basta registrarsi; in questo modo ci si iscriverà anche alla mailing list cui verranno inviate informazioni riguardo alle iniziative e agli appuntamenti.

Il mezzo scelto, la tv, è quasi d’obbligo per cercare di contrastare i due colossi nostrani: Mediaset e Rai. Sopprattutto tenendo conto del fatto che “30 milioni di italiani non comprano giornali né libri. Da dove ricavano la loro informazione, quella con cui vanno a votare?”, (si) domanda Giulietto Chiesa all’inizio del documentario promozionale. Se non si combatte con le stesse armi la battaglia per una informazione davvero tale è impossibile da avviare.
La libertà dell’informazione italiana è fatalmente compromessa dagli interessi di bottega e da quelli politici – che spesso coincidono. E il pluralismo è troppo spesso soltanto una parola svuotata di contenuto. O, come disegna Vauro, significa soltanto ripetere la stessa cosa in modi (e su canali) diversi.
Pandora intende raccontare la realtà, come ha commentato Lidia Ravera. Chi è interessato ad ascoltare una voce non imbavagliata e non stravolta dalla ossessiva attenzione al “non dare fastidio” può contribuire a finanziare Pandora.

(AgoraVox Italia, 17 settembre 2008)

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