Alessandra Stoppa raccoglie su Libero le dichiarazioni del professor Giuliano Dolce, neurologo, sulla vicenda di Eluana Englaro («Il tempo della morte. Così si sta spegnendo il corpo di Eluana», 8 febbraio 2009, p. 9). Ecco come si chiude l’articolo:
«I dati a disposizione della comunità scientifica dicono che il 75% di questo tipo di pazienti riprende lo stato di coscienza».Il «tipo di pazienti» è quello di coloro che si trovano come Eluana in stato vegetativo post-traumatico. Non si aggiunge nient’altro; come ho detto, queste sono le ultime parole dell’articolo. Il lettore, di conseguenza, è indotto a credere che in media tre persone su quattro, nelle medesime condizioni di Eluana, finiscono per risvegliarsi.
Non discuterò la cifra del 75%; non ho qui i riferimenti, ma prendiamola pure per buona – in ogni caso, la cifra vera non può essere macroscopicamente diversa. Quello che conta, qui, è ciò che non viene detto: che quei pazienti si risvegliano praticamente tutti entro i primi mesi dall’inizio dello stato vegetativo. Il 75% è la cifra cumulativa; più passa il tempo, più quella percentuale diventa bassa. Dopo tre anni, stando ai risultati scientifici pubblicati, diventa a tutti gli effetti indistinguibile da zero (esiste un unico caso, uno solo su centinaia e centinaia, non pubblicato su una rivista ma riportato da un testimone affidabile, di una persona che si sia risvegliata dopo 5 anni – e in condizioni che molti reputerebbero peggiori della morte e dello stesso stato vegetativo). Mai nessuno, nella storia medica, si è risvegliato dallo stato vegetativo a distanza di 10, 15 o 17 anni. Mai. Nessuno. Lo 0%, non il 75%.
Ora, se avete il privilegio di conoscere il numero di telefono del professor Dolce, chiamatelo e ripetetegli questo ragionamento. Ascoltatelo mentre risponde «Oh, ma io non ho mai detto nulla di veramente diverso!» (se vi risponde invece «Disgraziatamente hanno troncato le mie dichiarazioni» ripetete la procedura con Alessandra Stoppa). Chiedetevi quali fossero le sue reali intenzioni nel dare un’informazione monca. Poi chiedetevi se è una causa giusta quella che richiede che si ricorra a espedienti di questo genere.
In queste due pagine web trovi dei dati che dovrebbero essere allo stato dell'arte.
RispondiEliminahttp://content.nejm.org/cgi/content/full/330/21/1499
http://content.nejm.org/cgi/content/full/330/22/1572
Sì, questo è uno studio classico, che costituisce ancor oggi un punto di riferimento (anche se risale a 15 anni fa). Qui, se vedo bene, la percentuale di ripresa da uno SV traumatico è data al 52%; non so se le percentuali odierne sono diverse.
RispondiEliminaIn rete, gli utltra cattolici stanno facendo "girare" il caso di Terry Wallis, proposto anche da Vespa nel suo porca a porca.
RispondiEliminaCorreggetemi se sbaglio, Terry non era in stato vegetativo permanente, ma in quello chiamato "minima coscienza".
Assolutamente sì: stato di minima coscienza. Da notare una cosa interessante: benché Wallis avesse una sorta di minima consapevolezza dell'ambiente circostante, quando si è risvegliato credeva che fossero passate poche ore dall'incidente di 19 anni prima. Nessuna storia tipo "sentivo tutto, capivo tutto, ma non riuscivo a parlare"...
RispondiEliminaA quando risale l'ultima Risonanza Magnetica Funzionale di Eluana? A quando l'ultima videofluorolaringoscopia? quali periti sono stati mandati dal tribunale di Milano per constatare lo stato attuale di Eluana?
RispondiEliminaQuando dico che uno degli aspetti più imperdonabili della società contemporanea è quello di essere fondata sull'uso massiccio della scienza e della tecnica, senza però che al contempo sia impartita alcuna nozione non dico di merito, ma di metodo scientifico: che sia anche lontanamente inculcata nelle persone. A quel punto diventa impossibile far ragionare la gente nei termini di spirito critico che è necessario usare per saper identificare la sostanza delle cose, i distinguo, le infinite sfaccettature delle realtà che la tecnica ci prospetta dinnanzi.
RispondiEliminaAnnarosa, c'è un neurologo che la segue personalmente. Vuoi che non si sarebbe accorto di qualsiasi (improbabile) cambiamento? E a che serve la videofluorolaringoscopia, esattamente?
RispondiEliminaSì, ma i tempi considerati nelle statistiche dei grafici arrivano a 12 mesi. Quel che è importante notare è che dopo 12 mesi l'andamento del grafico sulla ripresa di coscienza tende ad appiattirsi (in alcuni casi in modo evidente), ovvero chi si è svegliato si è svegliato e gli altri no (che siano il 50 o il 75%).
RispondiEliminaPer eventi non traumatici questo andamento è già visibile a 3 mesi.