"Il senatore Ceccanti individua nella sentenza della Consulta sulla legge 40 un monito nei confronti del legislatore sul testamento biologico, affinché la possibilità del medico di decidere in scienza e coscienza, secondo la volontà del paziente ma tenendo anche conto delle evoluzioni tecnico-scientifiche, non sia imbrigliata da una normativa eccessivamente rigida. Siamo d'accordo con lui". Lo dichiara Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del PdL. "Infatti - prosegue - è esattamente questo il principio ispiratore della legge Calabrò approvata in Senato: il medico deve tener conto delle volontà precedentemente espresse dal paziente ma non ne può essere un mero esecutore notarile, perché nel frattempo la scienza potrebbe aver compiuto progressi favorevoli al malato, che quest'ultimo anni prima non poteva immaginare. Già il senatore Marino, nominando come fiduciario nel suo testamento biologico un amico medico con piena facoltà di decidere per lui le terapie migliori nel momento della necessità, ci aveva confortato sulla bontà di questa legge. Le dichiarazioni di oggi del senatore Ceccanti - conclude Quagliariello - rafforzano i nostri convincimenti".Quagliarello ci è o ci fa? Sembra davvero difficile struppiare in questo modo il senso di quanto affermato dalla Consulta e da Ceccanti. Ma Quagliarello lo fa (o prova a farlo per chi ci casca).
Chi sarà tanto sciocco da redigere un testamento biologico che non ha carattere vincolante? Per quale ragione dovrei perderci tempo?
Immagino che, secondo Quagliarello, il monito della Consulta espresso a critica della legge 40 rafforzi i suoi convincimenti anche sulla correttezza della loro stessa legge 40.
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