martedì 1 settembre 2009

I piccoli ospedali e la razionalità

Un intervento del neurologo Fabrizio Fiacco sul problema dei piccoli ospedali («A chi serve il piccolo ospedale?», La Stampa, 31 agosto 2009, p. 28):
Purtroppo non passa settimana in cui non si debba contare una nuova morte a causa della cosiddetta malasanità, ma leggendo i giornali di questi giorni si registra come vengano presi provvedimenti che perpetuano il rischio di ricorrenza di eventi tragici. Lascia di stucco la decisione prefettizia di prorogare la prevista chiusura dell’«ospedaletto» di Mazzarino a seguito delle proteste dei cittadini: questo è veramente paradossale! La logica vorrebbe casomai il contrario, ma anche qui prevale la paura del popolo (che si solleva solo quando toccato personalmente da un evento grave, o timoroso di non avere più l’ospedaletto e il piccolo Pronto Soccorso a due passi da casa) e non il coraggio di prendere misure dettate dalla razionalità.
I piccoli ospedali, soprattutto nel Sud Italia, dove illuminate inchieste giornalistiche hanno reso pubbliche delle situazioni incivili, con dotazioni di 20-30 posti letto per 30 Dirigenti (vedi la trasmissione di Rai3 Report di qualche mese fa), non dovrebbero esistere se non in posti di montagna o comunque isolati. Forse andrebbero lasciati dei punti di primo intervento davvero attrezzati e con «medici di urgenza» capaci per stabilizzare l’eventuale paziente in pericolo di vita per poi trasferirlo quanto prima in un ospedale degno di questo nome. Ma si preferisce, con i magri bilanci di cui disponiamo, mantenere in vita, per non dire in agonia, delle strutture fatiscenti e inadeguate, con personale medico e infermieristico ristretto e precario.
I politici non dovrebbero aver paura delle proteste dei cittadini che chiedono che non vengano chiusi i «loro» piccoli ospedali. Dovrebbero invece essere capaci di spiegare che sarebbe più utile riconvertire il piccolo ospedale in una struttura di riabilitazione o di lungo-degenza. In questo modo si potrebbero risparmiare milioni di euro da investire negli ospedali maggiori, da cui è giusto pretendere un funzionamento adeguato alle richieste dei cittadini.

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