Beh lui è stato responsabile forse di un abbassamento generale della cultura italiana degli ultimi quarant’anni. La televisione purtroppo ha sostituito la scuola, ha sostituito la famiglia, l’oratorio. E la scuola ha fatto cultura, ma ha fatto la cultura televisiva, una cultura molto bassa e adesso ne paghiamo le conseguenze. Lui è stato uno dei capo fila di quei televisivi che cercavano disperatamente il consenso, cioè i numeri. Io trovo che sia stata quasi deleteria la sua presenza, insomma a me non piace, sarebbe facile come sempre fingere il grande cordoglio. No lui è stato straordinario, c’erano dei momenti in cui si poteva anche sospettare che certe gaffe incredibili che ha fatto fossero premeditate. Io l’ho conosciuto a un Festival di Sanremo dove ero un giovane esordiente e lui non aveva capito che il mio modo di bistrattare il pubblico era un modo disperato per cambiare il rapporto con il pubblico, di cambiare il linguaggio che era diventato già stantio quarant’anni fa e mi ha trattato con un po’ di disprezzo,mi ha trattato quasi come un rettile, come uno scarafaggio. E quando son salito sul palco con lui nella serata inaugurale mi ha detto: «Tu però vai giù tra il pubblico perché qui forse...» e io gli ho detto: «Non ti preoccupare Mike che non sporco, quindi non c’è problema». Ma ho sentito che lui in fin dei conti era fiero della sua mediocrità perché non capiva e non sapeva, non aveva la percezione di essere mediocre.
Su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano
John Stuart Mill, La libertà
giovedì 10 settembre 2009
Non fingerò cordoglio
Paolo Villaggio su Mike Bongiorno (Mi trattò da rettile. Non fingerò cordoglio), oggi su l'Unità:
Alcune cose sono condivisibili. Ma si può criticare, non negare, l'importanza che ha avuto Bongiorno. Sull'argomento ho scritto un articolo sul mio blog, se vi va.
RispondiEliminaIrrinunciabile la lettura dell'eccezionale saggio scritto da Umberto Eco.
RispondiEliminaDescrive con rara lucidità l'italiano medio costruito dalla televisione.
Ammoniva Ennio Flaiano: "Fra 30 anni l'Italia sarà non come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la televisione".
Tommaso
Personalmente, pur essendo d'accordo con il saggio di Umberto Eco, trovo che siua molto più colpevole il Berluska della massificazione mediastica del povero Mike.
RispondiEliminaMentre leggevo non potevo fare a meno di pensare: FINALMENTE! Finalmente qualcuno lo dice, santo cielo!
RispondiEliminaGrazie di averlo riportato.
Se si legge questo pezzo di Villaggio in controluce con quello di Angelo Guglielmi sempre sull'Unità, si ha la percezione di chi sia un pessimo critico (Guglielmi) e di chi invece abbia capito le cose per quelle che erano (Villaggio).
RispondiEliminaNon tutti si sono fatti corrompere da Mike Bongiorno. Per esempio, io ho avuto la fortuna di essermi formato sui libri di Paolo Villaggio.
RispondiEliminaLa televisione fa parte di noi, ormai quasi geneticamente. Vogliamo parlare di Paolo Villaggio nel ruolo di Fantazzi? La tv non ci rende "bruti", oggi ognuno di noi si sente offeso se definito mediocre pechè guarda la tv. Ci sono milioni di altri stimoli nel mondo. Il discorso di Villaggio mi sembra proprio sorpassato.
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