Le
dichiarazioni del cardinale Barragán, raccolte il 2 novembre 2009 da Bruno Volpe per la rivista online
Pontifex.Roma, meritano di essere tramandate integralmente ai posteri:
La cosiddetta pillola del giorno dopo o meglio aborto chimico, è stata al centro di valutazioni diverse ed anche polemiche. Ne abbiamo discusso con il cardinale messicano Javier Lozano Barragan, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, Pastorale per la salute. Eminenza, qual è il suo giudizio sulla pillola del giorno dopo?: «che è una pillola che ha effetti abortivi e come tale, l’aborto va considerato un assassinio». Il cardinale lo ripete con calma: «ogni aborto, in quanto soppressione di una vita umana, è un crimine, un delitto e merita una punizione». Si è pensato, dietro severe valutazioni, di permetterla in strutture ospedaliere: «io non mi interesso delle cose italiane o di singoli stati, ma la mia idea è che libera o dietro guardia medica, la sostanza non cambia affatto. Si tratta sempre e comunque di un mezzo abortivo e come tale, rappresenta una violazione gravissima della vita umana che è sacra ed inviolabile, che nessuno può manipolare a suo piacimento ed è un dono di Dio». Il cardinale fa un paragone: «questa storia mi sembra assimilabile a chi compra una rivoltella in un negozio. Colui il quale esce con una pistola è potenzialmente pericoloso, di fatto ha la possibilità di trasformarsi in omicida se la usa male e contro la legge. Ma è un potenziale criminale, lo diventa solo se agisce male. Chi abortisce non è potenziale, ma di fatto, in quanto ammazza. Pertanto la condotta di chi compie e pratica un aborto è sicuramente più grave di chi compra un revolver nell’armeria». Eminenza, quando inizia la vita?: «la scienza lo dice, da quando lo spermatozoo entra nell’ovulo. Allora già esiste una vita ed è sacra. Lo ripeto, sopprimere una esistenza umana, salvi i casi di emergenza, è un crimine e merita questa definizione, non ho dubbi». E se si usa in ospedale?: «non cambia nulla. È assassino chi ammazza fuori o dentro la clinica, sia che lei compia la esecuzione in caserma o nel domicilio particolare della vittima, le modalità possono solo aggravare l’evento, ma pur sempre di assassinio si tratta». Eminenza passiamo ad altro tema caldo. In che modo valuta sia la omosessualità che i trans?: «trans e omosessuali non entreranno mai nel Regno dei Cieli, e non lo dico io, ma San Paolo». Ma se una persona è nata omosessuale?: «non si nasce omosessuali, ma lo si diventa. Per varie cause, per motivi di educazione, per non aver sviluppato la propria identità nell’adolescenza, magari non sono colpevoli, ma agendo contro la dignità del corpo, certamente non entreranno nel Regno dei Cieli. Tutto quello che consiste nell’andare contro natura e contro la dignità del corpo offende Dio».
Lo stesso giorno il cardinale ha «ribadito» il suo pensiero all’agenzia ANSA, che in alcuni dispacci sintetizza il contenuto dell’intervista e vi aggiunge delle «precisazioni»:
«non sta a noi condannare»; «sono comunque persone e in quanto tali da rispettare» (ANSA 13:43);
«L’omosessualità è dunque un peccato ma questo non giustifica alcuna forma di discriminazione. Il giudizio spetta solo a Dio, noi sulla Terra non possiamo condannare, e come persone abbiamo tutti gli stessi diritti» (ANSA 13:57).
L’ANSA ha rivelato anche che l’allusione a Paolo si riferiva a
Romani 1,26-27.
cardinale javier lozano barragan: "trans e omosessuali non entreranno mai nel Regno dei Cieli"
RispondiEliminaEh, no!
Già mi sono dovuto sorbire i preti in vita, non ho intenzione di dover stare insieme a loro anche nell'aldilà...
:-D
fanno il paio con quelle, oscene, di Caffarra di ieri.
RispondiEliminanon mi sembra dica cose nuove. si rispetta la persona omo, ma si pensa che la pratica sia peccato, che dio giudicherà.
RispondiEliminaBarragan si è sempre dimostrato una personcina equilibrata e sensibile su tutti i temi più delicati, dall'aborto al fine vita, dalla contraccezione ai pacs. Le sue dichiarazioni sono una sempre garanzia di buon senso.
RispondiElimina(si capisce l'ironia, sì?)
Sono esterrefatto da quanta ignoranza e pregiudizi alberghino nelle parole di questo prelato; se non avessi saputo chi era, avrei pensato che potessero essere le parole di un qualunque ceffo da bar.
RispondiEliminaQuindi fatemi capire: il crocifisso andrebbe esposto ovunque nei luoghi pubblici perché simbolo universale all'origine dei nostri migliori valori di rispetto per la persona, tranne che nel caso di tutti quei *** e **** che il cristiano puro dice che bruceranno per l'eternità nel più abominevole luogo che la fantasia umana sia stata mai in grado di concepire? In ogni caso resto fiduciosamente almeno in attesa che il prelato scandisca le fatidiche coraggiose parole: i mafiosi sono degli assassini, il delitto di mafia merita una punizione (dovesse mai qualcuno distrattamnte pensare che Barragan sia un vi****cco).
RispondiElimina"Meglio entrare con un occhio solo nel Regno di Dio, che avere due occhi ed essere gettato nel fuoco dell’inferno,
dove l’anima non muore mai e il fuoco non si spegne,
perché ognuno sarà salato col fuoco”."
(Attribuite a Gesù Cristo)
@ Anonimo ore 15:44
RispondiEliminaSi giudica anche la pratica di scrivere le cose che scrivi, per fortuna. In questo caso, però, un piccolo giudizio sulla persona (sai non tutti sono cristiani a questo mondo) ce lo vogliamo concedere: non conclusivo, ma almeno parziale sì (mi azzardo anche a dire che scrivi le cose che scrivi proprio perché strafermamente convinto che nessuno verrà mai a giudicarti per averle scritte).
mi scuso anticipatamente per la volgarità, ma quando sento certe cose mi viene sempre in mente un' esclamzione tipica a Livorno: "E DEVI 'HIAVA'!"
RispondiEliminafranco
Sappiamo bene quanto l'ANSA sappia filtrare bene le notizie...
RispondiEliminaLoschi figuri come Barragan saranno dannati mille volte, Satana si legge sul viso deforme di quusto omofobo-pedofilo ipocrita e immondo.
RispondiEliminaGli omosessuali precederanno i barragan e i Caffarra nel regno dei cieli. Ammesso che esista e che quei oarassiti di cardinali ci entrino mai
RispondiEliminaNon sapevo esistessero transessuali ai tempi di San Paolo!
RispondiElimina"nell’andare contro natura e contro la dignità del corpo offende Dio"
RispondiEliminaSig. Marta questo è il concetto che il cardinale attribuisce a s.paolo!
Sig. paolo de gregorio, esiste anche il purgatorio per i cristiani..non solo le fiamme!
Resti sereno! tanto lei non crede!
@ old
RispondiElimina"esiste anche il purgatorio per i cristiani..non solo le fiamme!"
Il purgatorio, le fiamme...
Povera specie umana, quanto è ancora infantile. Non è molto diversa da un bambino che crede a babbo natale.
Chissà quanti secoli ancora ci vorranno prima di maturare.
Mi scusi sig. ateo anti, a parte che nulla è più infantile di chi prende e trascrive le parole degli altri per commentarle tal quale, prive del loro contesto! meglio credere a gesù o a babbo natale, allora?
RispondiEliminaSembra che esistano parecchie persone che "credono" uno o l'altro, sicuramente più di quelli che non credono a nulla, o probabilmente credono solo in loro stessi, che è vana cosa, tanto che non servirà a mantenerli in vita in eterno.
Ma ripeto, stia sereno pure lei, tanto non crede!
Può sempre mettere in discussione il suo essere!
Lei è o non è??!!
@ old
RispondiElimina"nulla è più infantile di chi prende e trascrive le parole degli altri per commentarle tal quale, prive del loro contesto"
Mi vien già da ridere a pensare all'arrampicata sugli specchi.
Dunque, quale sarebbe questo contesto?
"meglio credere a gesù o a babbo natale, allora?"
Lei è libero di illudersi come meglio crede.
"Sembra che esistano parecchie persone che credono uno o l'altro, sicuramente più di quelli che non credono a nulla"
Ah, ma allora funziona così?
Più gente crede a qualcosa più quella cosa è vera?
Quindi se tutti cominciamo a credere che la luna sia fatta di banane allora significa che la luna è davvero fatta di banane?
"o probabilmente credono solo in loro stessi, che è vana cosa, tanto che non servirà a mantenerli in vita in eterno."
Mi dispiace deluderla, ma credere in un dio che non esiste non la salverà dal totale annullamento del suo essere alla sua morte. Comunque guardi l'aspetto positivo, diventando nulla non potrà rendersene conto.
Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più.
Epicuro
Lettera sulla felicità
"Ma ripeto, stia sereno pure lei, tanto non crede!"
La ringrazio, ma non serviva, io sono assolutamente sereno nella consapevolezza di essere un semplice fatto accidentale che svanirà nel nulla alla propria morte.
"Lei è o non è??!!"
Just an illusion...
Sig anti, mi perdoni l'animo romantico, ma io spero per me, di non finire in nulla dopo la morte! perchè non mi sento "nulla" in vita!
RispondiEliminaPiu gente crede a qualcosa e più quella cosa è vera...no, sig anti!
Significa qualcosa però, che merita un ragionamento meno infantile e non privo di esperienza al riguardo!
Spesso e volentieri capita che si dovrebbe accendere una lampadina in testa a chi si trova di fronte a tanti che la pensano diversamemte!
Ma ci vuole tanta tanta capacità di ragionamento sull'esperienza, eliminando il pregiudizio.
Mi viene da utilizzare una sua frase, chissa quanti e quanti secoli ancora ci vorranno prima di maturare!
@ old
RispondiElimina"Piu gente crede a qualcosa e più quella cosa è vera...no, sig anti!
Significa qualcosa però, che merita un ragionamento meno infantile e non privo di esperienza al riguardo!"
Già, peccato che si è scordato di dirmi quale sarebbe questo ragionamento.
Come avevo previsto, trattasi di banale mirror climbing .
"Spesso e volentieri capita che si dovrebbe accendere una lampadina in testa a chi si trova di fronte a tanti che la pensano diversamente!"
Purtroppo per voi, la verità non è democratica. Non basta essere in tanti a credere in dio per far si che dio esista veramente.
"Ma ci vuole tanta tanta capacità di ragionamento sull'esperienza, eliminando il pregiudizio."
Se i credenti cominciassero ad usare questo criterio vivremmo finalmente in un mondo di Atei.
""Piu gente crede a qualcosa e più quella cosa è vera!
RispondiEliminaSig anti, questo è il suo ragionamento infantile, privo di ragionamento, basato sull'esperienza di vita, la sua, non sull'esperienza di vita di un cristiano.
Per un cristiano Dio esiste non perchè al mondo ci sono tanti cristiani, ma perchè esiste concretamente avendolo riscontrato nella propria esperienza di vita.
Se cominciasse a fare esperienza di vita cristiana, in modo vero, non saremmo qui a discutere.
Il pregiudizio suo, come quello di tanti, viene proprio da questo, non ha esperienza cristiana e quindi non ha un giudizio obbiettivo, non sa e si permette di giudicare.
Mi permetta che non è così semplice e infantile inquadreare un cristiano.
Come se io mi permettessi di dire che conosco tizio perchè lo vedo sempre passare davanti a casa mia a piedi.
All'ultimo anonimo:
RispondiEliminaCredo che lei volesse indirizzare la sue rimostranze all'utente che si fa chiamare "old". Non abbia paura di farlo, la prossima volta, anche se questi si dichiara cristiano come lei.
"Per un cristiano Dio esiste non perchè al mondo ci sono tanti cristiani"
RispondiEliminaVeramente lo aveva detto lei. Cito testualmente: "Piu gente crede a qualcosa e più quella cosa è vera...no, sig anti! Significa qualcosa però, che merita un ragionamento meno infantile e non privo di esperienza al riguardo!"
Prendo atto che non la pensa più così.
"ma perché esiste concretamente avendolo riscontrato nella propria esperienza di vita."
Lo ha visto? Gli ha parlato?
NO!
Quindi l'esistenza del suo dio continua a rimanere una sua semplice supposizione.
"Mi permetta che non è così semplice e infantile inquadreare un cristiano."
Ne più ne meno di qualsiasi altro gruppo di esseri umani. Niente di speciale.
Sig paolo, l'ultimo anonimo ero io, old, ho inviato senza mettere la firma.
RispondiEliminaAteo anti, credo che sia proprio fuori strada.
RispondiEliminaProbabilmente potevo scrivere meglio:"Piu gente crede a qualcosa e più quella cosa è vera...no, sig anti!"
Traduco: lei dice a me "più gente crede a qualcosa e più quella cosa è vera".
io rispondo a lei: "no sig. anti"
In sostanza le davo ragione smentendo ciò che voleva far intendere circa il significato di quel che avevo detto.
Purtroppo oltre a questa sua incomprensione, devo rammaricarmi perchè mi vedo costretto a chiarirle cosa sia una esperienza e le farò un esempio:
se non sono mai andato in bicicletta posso supporre che non mi piaccia andare in bici;
ma non posso dire che non mi piace andare in bici solo osservando chi la usa!
Se si ostina a non andare in bici, come può giudicare ( male ) coloro che vanno in bici, senza esserci mai andato?
Dove, lei è soggetto, andare in bici è azione ( verbo ), mi piace o meno equivale al giudizio dopo aver vissuto l'esperienza dell'andare in bici.
Ergo, mi piace o non mi piace, non è giudizio se non vivo l'esperienza.
Sostituisca l'azione andare in bici, con il vivere da cristiano cattolico, e capirà che le sue parole fino a questo punto sono date da un pregiudizio, per l'appunto.
O le devo spiegare cosa sia il pregiudizio?
@ Old
RispondiElimina"se non sono mai andato in bicicletta posso supporre che non mi piaccia andare in bici;
ma non posso dire che non mi piace andare in bici solo osservando chi la usa... Sostituisca l'azione andare in bici, con il vivere da cristiano cattolico"
Ma io non sto affatto giudicando come lei vive il suo essere credente! Lei è libero di credere in ciò che vuole.
Il discorso verteva sul fatto che non basta essere in tanti a credere qualcosa perché questa diventi vera.
Comunque, riprendendo la sua argomentazione, le propongo un'altra sostituzione:
"se non mi sono mai dato una martellata su un dito posso supporre che non mi piaccia darmi martellate sulle dita;
ma non posso dire che non mi piace darmi martellate sulle dita solo osservando chi se le da"
Concorda? :-)
infatti le ho già risposto che concordo e che non ci eravamo intesi per la punteggiatura:
RispondiElimina"Traduco: lei dice a me "più gente crede a qualcosa e più quella cosa è vera".
io rispondo a lei: "no sig. anti"
In sostanza le davo ragione smentendo ciò che voleva far intendere circa il significato di quel che avevo detto."
ribadisco:
"Per un cristiano Dio esiste non perchè al mondo ci sono tanti cristiani, ma perchè esiste concretamente avendolo riscontrato nella propria esperienza di vita."
"Per un cristiano Dio esiste non perchè al mondo ci sono tanti cristiani, ma perchè esiste concretamente avendolo riscontrato nella propria esperienza di vita."
RispondiEliminaè un ragionamento che generalizzato vale per qualsiasi credente, non solo per il cristiano. Peccato solo che allora tutti gli dei "esisterebbero" e che l'attribuzione a tutti loro delle universalità che spettano a un dio, li rende praticamente tutti quanti incompatibili col concetto stesso di dio che non può che essere uno solo. E non si può neanche dire che in fondo tutti credono nello stesso dio, perché questo è un imbrogliar le carte: visto che equivale a dire che, in fondo, un modo vale tanto quanto un altro per raggiungere dio, e quindi tutte le religioni, che ogni credente difende con le unghie e con i denti, sarebbero inutili con tutti i loro precetti, visto che non un solo modo buono per raggiungere dio, ma un qualsiasi modo che c'è faccia sentire come esistente andrebbe bene.
Insomma il credere può stare in piedi solo con un atto di Fede, perché la logica demolisce qualsiasi credo.
Marco, credere e aver fede sono sinonimi,
RispondiEliminache stai dicendo?
Che stai dicendo per tutto, Dio, quello cristiano si è rivelato con suo figlio in terra, precisamente in palestina.
Non c'è la pretesa da nessuna parte che debba essere conosciuto in tutto il mondo.
Magari l'intenzione.
Ma uno che non ha mai avuto l'occasione di poter approcciarsi all'esperienza di vita cristiana cattolica, fa benissimo a seguire la propria religione, con un solo dovere.
Quello di andarne al fondo, come dovrebbe essere per quella cristiana.
Non so se mi sono spiegato meglio ora, e se hai imparato qualcosa in più.
@ Old
RispondiElimina"Quello di andarne al fondo, come dovrebbe essere per quella cristiana."
Se i credenti andassero davvero al fondo, diventerebbero Atei.
Ma è troppo confortevole l'idea di avere una sorta di papà onnipotente che si prende cura di noi...
Ma prima o poi l'Umanità maturerà e abbandonerà le favole, esattamente come fanno i bambini quando crescono e smettono di credere a babbo natale.