Il caso della famiglia lombarda di cui parliamo sembra fatto apposta non per aprire una discussione – come accadrà – ma per chiuderla. La povera madre (che abbraccio), ha avuto cinque gravidanze per ottenere un solo figlio sano. Un’altra figlia è nata, e morta a sette mesi, perché la coppia è portatrice di una tremenda malattia ereditaria. L’Atrofia Muscolare Spinale di tipo 1 causa la paralisi di tutta la muscolatura e porta a una dolorosissima morte per asfissia dopo una vitanonvita di agonia. È, secondo le statistiche, la più comune causa genetica di morte dei bambini nel primo anno di vita. Mia madre, che ha novant’anni, piange ancora (e non per modo di dire) una bambina che le morì a sette mesi – per polmonite – più di sessant’anni fa. Alzi la mano chi di voi è pronto a condannare quella donna e quell’uomo per avere deciso tre aborti che avrebbero portato bambini malati di quella crudeltà della natura. Se qualcuno l’ha alzata, si tratta di mani che non sono disposto a stringere, neanche appartenessero all’uomo più pio della terra. Il più buono non può esserlo di certo. Si alzeranno molte mani, piuttosto, per dire che allora quella coppia doveva rinunciare a fare altri figli, piuttosto che ricorrere alla diagnosi genetica preimpianto, ovvero a selezionare gli embrioni sani. Sono mani di amanti della vita immaginari, ai quali chiedo: è meglio nascere sani o malati? Chiedo: è meglio nascere o non nascere? Chiedo: quanti feti già sviluppati, di molte settimane, subiscono un aborto – chirurgico e legalissimo – dopo un’amniocentesi? Quel bambino «selezionato geneticamente» non è un esperimento hitleriano per produrre una razza di superuomini. Gli viene garantito soltanto che sarà in grado di vivere. Che altro si vuole da lui e per lui? Che altro dolore si vuole imporre a quei due genitori che desiderano soltanto averlo e amarlo senza sofferenza? Sia data lode – la mia ammirazione senz’altro – al giudice Antonio Scarpa, che ha autorizzato la diagnosi preimpianto, smentendo una legge assurda e feroce che – fingendo di amare la natura – non ama l’essere umano.Da leggere, sempre sul Giornale, anche l’intervento del deputato del PdL Melania Rizzoli, «Caro sottosegretario Roccella, non è reato volere dei figli sani» (15 gennaio, p. 11).
Su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano
John Stuart Mill, La libertà
venerdì 15 gennaio 2010
Amanti della vita immaginari
Il commento migliore alla sentenza del giudice Antonio Scarpa del Tribunale di Salerno, che ha autorizzato per la prima volta in Italia la diagnosi genetica di preimpianto per una coppia fertile portatrice di una gravissima malattia ereditaria, è forse quello di Giordano Bruno Guerri, apparso ieri sul Giornale («Dico no a una norma feroce che finge d’amare la natura e non ama l’essere umano», 14 gennaio 2010, p. 15). Ne riporto la parte finale:
I due link non funzionano :)
RispondiEliminaCiao
A me funzionano. Forse il problema è che puntano a file pdf? C'è qualcun altro che non riesce a vederli?
RispondiEliminaMi si apre la pagina, ma non ne visualizzo il contenuto perché non ho il plug-in aggiornato. Tuttavia, se clicco sull'icona pdf che compare in alto (vedi quello che vedo io, Laicista?), scarico il file senza problemi.
RispondiEliminaOra li vedo, Grazie.
RispondiEliminaGiordano Bruno Guerri per me è una vecchia conoscenza, e sono lieto di vederlo dalla parte giusta...
RispondiEliminaSoltanto quando la stupidità supera la pietà è possibile generare leggi oscene ed infami come la legge 40.
RispondiEliminaperò una legge, anche se fatta male, è una legge. un giudice non dovrebbe avere la possibilità di modificarne gli effetti con una sua decisione. la legge 40 è una pessima cosa, ma cosa accadrà quando un giudice si dovesse rifiutare di applicare una legge che si ritiene giusta?
RispondiEliminaforse, non avrebbe dovuto, l'opposizione e qualche esponente della maggioranza, sbattersi un po' di più per non farla approvare?
"ma cosa accadrà quando un giudice si dovesse rifiutare di applicare una legge che si ritiene giusta?"
RispondiEliminaNe abbiamo già parlato in un altro thread. Nel mentre che a caval donato non si guarda in bocca, la disapplicazione arbitraria della legge da parte di un giudice impunito comporta. in mancanza di una sostituzione rivoluzionaria a breve dell'ordinamento in vigore, non solo l'inconveniente che tu paventi, ma anche:
a) il venir meno della certezza del diritto;
b) un incoraggiamento alla illegalità di massa, di cui paga occasionalmente le spese il capro espiatorio beccato ogni tanto (poco) casualmente per "dare un esempio": cfr le grida manzoniane;
c) una diminuita pressione per la riforma di leggi che... diventa più "semplice" (ed "all'italiana") limitarsi a disapplicare.