Il MEDIC, Movimento Etico per la Difesa Internazionale del Crocifisso, si è presentato al mondo in una conferenza stampa organizzata lo scorso 2 luglio, seppure pare nato un anno fa.
Presenti (copio da qui): il Senatore Giulio Andreotti con il Segretario Generale del Medic, l’Architetto Roberto Mezzaroma, il Presidente onorario, la Duchessa d’Aosta Silvia Paternò, lo psichiatra e politico italiano, Prof. Alessandro Meluzzi, il sacerdote don Walter Trovato, Gaetano Sottile della Chiesa Evangelica, Alberto Piperno, membro della Comunità Ebraica di Roma, nonché Presidente del Comitato “Memoria Dialogo di Pace”, il giornalista Nuccio Fava.
Se volete vomitare (con onore anzichenò) ecco le parole di Mezzaroma.
La croce è tutta nostra.
più che vomitare sono indecisa se ridere o piangere... dai un po' fa ridere. Non so, forse fa ridere solo me perché sono prossima all'esilio.
RispondiEliminaa questi miserabili manca il senso del ridicolo e dell'orrore, sono pronti a calpestare i diritti di chi è carne e sangue e poi si costruiscono un alibi dietro due assi di legno incrociati!
RispondiEliminabarbara, scommetto esilio volontario. Anche io ogni tanto penso che sarebbe meglio andare via. Ma è giusto tagliare la corda e fregarsene di tutto?
RispondiEliminaNon definirei tanto volontario l'esilio da un paese fascista. Sarebbe come dire che gli ebrei in fuga dalla Germania nazista erano traditori della patria, o qualcosa del genere.
RispondiEliminaOgni volta che racconto ai miei colleghi centro- / nord-europei quello che succede in Italia provoco reazioni di stupore e incredulità... non è solo la poca libertà di stampa, l'idea che il giornalismo libero sia una barzelletta, etc.... è principalmente l'inesistenza di un'opposizione politica che crea e lascia perdurare i regimi autoritari.
E questa storia del crocifisso ha messo bene in luce, come dire, "l'accordo sulle questioni di fondo" esistente tra tutti i livelli istituzionali e i valori comuni alla stragrande maggioranza de, se non a tutti, gli schieramenti politici.
Mi sorge spontanea questa domanda: a chi fa paura quel pezzo di legno? A chi da' fastidio ricordare che un uomo giusto, proprio perche' era giusto, antifascista, antischiavista, femminista, socialista, retto e corretto, guaritore non ciarlatano, proprio perche' dava fastidio al regime religioso, ed al regime laico, venne fittiziamente processato e messo in croce? a chi da fastidio tutto questo? La croce è il simbolo di tutto questo, proprio come la bandiera americana, che in qualche post addietro veniva richiamata ad esempio di simbolo laicista... gia' bell'esempio, dove dietro si nasconde la sedia elettrica, tutt'ora efficiente, ed una riforma welfare ai primordi... preferisco il crocifisso....non se ne abbia a male quel commentatore. Un simbolo e' un qualcosa che ti deve portare a riflettere.... a farti palpitare il cuore, a svegliarti la coscienza addormentata, a spronarti ad essere migliore, a ricordare il passato, per migliorare il futuro... in quel pezzo di legno c'e' tutto questo, oltre al significato religioso, (solo per chi ha il dono della fede)....
RispondiEliminafrancesco sirio
mi piace la tua passione, davvero, senza polemica. Sarebbe bello vedere l'effetto che otterresti se la rivolgessi a chi usa "quel pezzo di legno" come alibi per isolare chi è "antifascista, antischiavista, femminista, socialista, retto e corretto"...
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaFrancesco Sirio,
RispondiEliminaa me non fa paura, penso che queste difese di cui al post siano ridicole e pretestuose. Che nei luoghi pubblici meglio sarebbe astenersi da simboli e che poi ognuno scelga quale sia il simbolo (o i simboli) preferito.
Barbara, dove vai che ti veniamo a trovare?
Francesco Sirio, io credo che le cose insegnate da quell'uomo siano troppo importanti per ridurne / limitarne le conseguenze all'esposizione di un pezzo di legno, di un oggetto, di una reliquia, etc. cosa che ossessiona i cattolici ma non gli altri cristiani. Gli altri cristiani si preoccupano di trasferire i bei insegnamenti di Gesù nel modo di comportarsi e interagire con il prossimo, nelle relazioni pubbliche, nell'ethos democratico; insomma in politica. I luterani eleggono tutti gli organi di governo in maniera democratica, nelle chiese nordiche con tanto di campagne elettorali e votazioni a suffragio universale. I cattolici invece sono organizzati come una dittatura in cui un capo assoluto è eletto a vita con modalità segretissime da un gruppetto selezionato di anziani. Ma contemporaneamente sono fissati con il lusso delle decorazioni dei luoghi di culto, i canti, gli incensi, le reliquie e i santi da venerare.
RispondiEliminaIn sintesi, chi è che segue i valori incarnati dal Cristo? Chi è che sceglie tra sobrietà e opulenza? Chi è che si ribella all'autorità e persegue l'autodeterminazione? Perché i Cattolici ci dicono che non possiamo leggere il Vangelo da soli e ci parlano sempre del "porgi l'altra guancia" e mai del Cristo nomade e ribelle che viveva solo secondo le sue regole?
Cristo è uno da imitare nella vita pubblica di tutti i giorni (non quella privata di cui si interessa tanto il Vaticano... i vangeli ci parlano del suo comportamento pubblico non ci dicono con chi dormiva la notte), non uno da appendere al muro da morto, scusa, come un coglione, nel momento in cui l'hanno sconfitto e messo a tacere. Perché, parliamoci chiaro, nessuno di noi vuole essere martire. E il crocifisso in realtà è un modo per dirci "attenzione a ribellarti all'autorità, perché i ribelli fanno quella fine". Insomma come dicevo, incarna perfettamente i valori condivisi da tutte le classi dirigenti italiane, politiche, economiche, pubbliche e private, del mondo legale e della malavita organizzata.
Per adesso vado dietro l'angolo, in Inghilterra, anche se da quando ho visto che la cattedrale di Stoccolma ospita installazioni semi-pornografiche dal significato religioso (alle quali i turisti italiani reagivano disgustati) ho iniziato a studiare lo svedese.
ormai su questo tema si confrontano tifoserie, si potesse parlare serenamente forse capiremmo di più.
RispondiEliminaE' roba vecchia e in internet le cose scadono in fretta ma credo che questo contributo conservi ancora qualche validità
http://cosechedimentico.blogspot.com/2009/02/origine-degli-angeli.html
Il cristianesimo, come anche Paolo ci ha insegnato, intende parlare di Cristo all’umanità intera. I valori che Cristo incarna e che i suoi seguaci sono invitati a far propri sono veramente universali. Prima di ogni rito o costume, prima di ogni affermazione identitaria, il cristianesimo parla alla persona umana. Ma se veramente è così, se veramente lo scopo è diffondere il Vangelo di Gesù a tutte le genti, allora è necessario far propria la capacità di non confondere questa aspirazione all’universalità, che è prima di ogni ragione identitaria, con la propria ragione identitaria. Si rischia altrimenti di trasformare la rivendicazione del valore universale di un pezzo di legno appeso alla parete in una imposizione che nulla avrebbe da spartire con la croce di Cristo. Se il crocifisso diventasse un’imposizione, contraddirebbe se stesso: perché semmai è la croce di Cristo ad essere un valore, mai da imporre ma solo da proporre, e non il crocefisso, che pure intende rappresentarlo.
RispondiEliminainfatti, e' proprio quello il punto. Sarei daccordo con la rimozione del crocifisso qualora rappresentasse una imposizione concreta, tipo quello che accade nei paesi islamici. Ma nessuno impone il segno di croce......al suo cospetto
RispondiEliminaChiara, ma quale è la tua idea di societa', relativista? ma davvero pensi che possa 'stare in piedi' una societa' fondata sull'io.... innanzitutto?
francesco sirio
per il moderatore: le chiedo di rimuovere il precedente messaggio in quanto non firmato. grazie
Francesco Sirio, allora siccome una società fondata sull'io per te non starebbe in piedi, ne vogliamo mettere su una fondata sul tu? A me deve stare bene quello che è gradito a te? Scommetto che quando la società si uniformasse ai tuoi valori smetteresti di lamentarti, e scommetto che questo ritieni che non avrebbe niente a che fare con la soddisfazione del tuo io...
RispondiEliminaE visto che citi alcune esperienze di paesi islamici: quelle società sono fondate tutt'altro che sull'io. Problema risolto? Perché mai scegli di vivere in una società "relativista" invece di partire per una tutt'altro che tale? Ma non sarà perché quel "noi" non ti sta bene? Quindi il problema non è il relativismo, ma l'assenza dell'assolutismo a te più congeniale.
grazie al moderatore per aver rimosso il mio messaggio, inviato, per errore senza firma. Cerchero' in futuro di essere piu' attento, ma la fretta......
RispondiEliminaSono davvero molto interessanti e profonde le riflessioni scritte da Barbara.... mi inducono ad ulteriori ragionamenti, che spero poter.... incartare, anzi, digitare durante il we.... se c'e' un posto libero in Svezia...fammi un fischio, ti raggiungo, ...a distanza....tanto non ho inclinazione al suicidio...e potrei farcela...a trovarmici bene
io, tu, noi? il discorso e' invece avere un obiettivo comune, anche, magari raggiunto attraverso percorsi diversi, ma 'accordati', in sintonia, nel rispetto delle regole che ci siamo dati..... credo. In una societa' relativista quali sono i valori? i modelli? gli obiettivi? i percorsi? comuni???
francesco sirio
x Barbara.
RispondiEliminaBenche' ci si metta tutto l'impegno possibile, non e' possibile tenere separate fino in fondo, l'identita' umana del Cristo, e quella sovrumana…. Mentre la prima e' riconoscibile agli occhi di tutti, la seconda puo' essere coccolata solo da chi e' credente, anzi di piu' di chi ha fede….. Nel discorso fatto da te, Barbara, probabilmente quel secondo aspetto non viene tenuto in considerazione, ed in realta' e' la chiave di lettura di alcune scelte compiute dal Cristo. La morte in croce, perche' ribellatosi, perche' aveva messo le cose in chiaro, aveva messo a nudo i sepolcri imbiancati, la morte in croce, come un farabutto, segna la morte di chi lo ha messo a morte, primo fra tutti uno dei suoi discepoli, di coloro che piu' da vicino avevano sfiorato con mano, la natura non umana….. Sulla croce, sacrificando la vita mortale, ha poi preparato la strada ad un evento ancora piu' importante, la resurrezione……. Certo, per chi ci vede solo la natura umana, la crocifissione segna il fine corsa, la beffa……. Ma non siamo gia' beffatti dalla brevita' dell'esperienza umana? dalla fragilita' della stessa? Dalla facilita' con cui ci si lascia vincere dalle emozioni, di qualsiasi natura e portata esse siano? Immaginare che la morte in croce di Cristo contenga il toccasana per tutti gli animi e' vero solo in parte…….. il toccasana c'è, ma lo si deve digerire, e non averne fastidio, o paura…
Ma tornando alla natura umana, certo affondi il coltello nella piaga dell'ipocrisia…. ma tu pensi che la gente di un partito, non faccio nomi…… sia migliore, in fatto di coerenza di coloro che si professano cattolici? Non saprei. E non conosco la realta' protestante, di certo Lutero aveva anche lui evidenziato errori ed orrori….. Se noi ci riteniamo coerenti, capaci di individuare gli sbagli degli altri, non ci dobbiamo limitare all'invettiva, ma per primi dobbiamo esporci….dire pane al pane, e vino al vino…….ed aceto …..all'aceto…..
alla prossima.
francesco sirio