martedì 23 novembre 2010

Contrordine, fratelli: le prostitute sono comprese

Una sorpresa dalle agenzie:
Città del Vaticano, 23 nov. (Apcom) – È indifferente parlare di “prostituta”, come indicato nel testo italiano, o di “prostituto”, al maschile, secondo la versione originale tedesca, in merito all’affermazione del Papa sull’uso del preservativo per persone infette da aids: lo dichiara il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, precisando di aver parlato della questione direttamente con Benedetto XVI dopo le discussioni suscitate dalla apertura al condom contenuta nel libro-intervista al Papa ‘Luce del mondo’.
“Ho chiesto al Papa se c’era problema serio di scelta nel maschile piuttosto che nel femminile”, ha spiegato Lombardi nella conferenza stampa di presentazione del volume. “Lui mi ha detto di no”.
“Il punto – e per questo non vi ho fatto alcun riferimento nella nota di domenica – è il primo passo di responsabilità nel tenere conto del rischio della vita dell’altro con cui io sono in rapporto. Se si tratta di un uomo o di una donna o di un transessuale è lo stesso”. Il Papa “non è ingenuo, sapeva cosa era successo dopo le sue frasi nel viaggio in Africa, sapeva che ci si sarebbe rimessi a parlare di questo tema, e lui lo ha fatto. Ha avuto il coraggio di rispondere. Perché ritiene che la questione è seria per il mondo di oggi e lui ha dato il suo contributo all’umanizzazione della società e alla responsabilità che interessa tutti in tutte le condizioni, specialmente quelle di povertà”.
In base a quanto scrivevo ieri, dunque, l’affermazione del papa riguardo l’uso del profilattico si prospetta ora davvero come clamorosa (benché comunque non rivoluzionaria): se anche una prostituta può chiedere ai propri clienti di usare il preservativo, in modo da proteggersi dall’infezione da Hiv a spese della «finalità intrinseca» procreativa dell’atto sessuale, la tradizionale ripulsa cattolica del principio del male minore vola via per la finestra. Le conseguenze, al di là del profilattico, potrebbero essere abbastanza profonde; cito di nuovo, e in maniera più completa, il passo di Elio Sgreccia che portavo ad esempio ieri:
Quando si tratta di due mali morali, l’obbligo è di rifiutarli entrambi, perché il male non può essere oggetto di scelta e ciò anche quando, rifiutando quello che si presenta come il male minore, si provocasse un male maggiore.
L’esempio più frequente è quello del medico che si trova di fronte al dilemma posto dalla paziente che richiede la prescrizione dei contraccettivi altrimenti prospettando l’idea dell’aborto (male maggiore rispetto alla contraccezione). L’eventualità dell’aborto non sarebbe imputabile al medico, specialmente quando questi avesse istruito la paziente che è male sia l’una che l’altra cosa e che esistono vie per evitare entrambe le situazioni.
È chiaro che se a una prostituta è permesso come male minore l’uso di quello che rimane in ogni caso un mezzo contraccettivo per proteggere la propria vita, a maggior ragione lo stesso dovrebbe essere concesso a una coppia decisa a ricorrere all’aborto in caso di gravidanza (per esempio perché portatrice di gravi malattie genetiche trasmissibili al feto), e non disposta a seguire i cosiddetti metodi naturali o a ridursi all’astinenza: c’è anche qui in gioco – per la Chiesa – una vita umana.

Difficile capire come una novità del genere potrà essere digerita dalle gerarchie ecclesiastiche: il tentativo di evidenziare come il papa non parlasse ex cathedra (e quindi in modo infallibile), già compiuto dallo stesso Padre Lombardi in una precedente nota stampa, alla lunga sarebbe insostenibile, evidenziando solo l’imbarazzante situazione di un papa che dice nei suoi discorsi informali cose diverse dal magistero su una materia tanto centrale per la Chiesa come la morale sessuale. A questo punto non si può allora escludere un intervento magisteriale di Benedetto XVI, forse adombrato dalle oscure frasi sulla Humanae vitae che riportavo sempre ieri. Ci attendono tempi interessanti?

(Rimane irrisolto un dettaglio minore ma misterioso: perché mai il papa è andato a fare l’esempio peregrino di un prostituto maschio, se ciò che diceva si applicava a uomini e donne ugualmente?)

Aggiornamento 24/11: le prime reazioni alla nota di padre Lombardi del popolo tradizionalista, che aveva riposto più di qualche speranza in Benedetto XVI, si possono cogliere nei commenti a questo post del blog Messa in latino. In buona parte sono assai poco tenere nei confronti del papa.

15 commenti:

  1. E' già qualcosa, ma comunque non mi pare che mini nulla dell'impalcatura morale-sessuale cattolica: il sesso con una prostituta è un puro contratto di meretricio, è peccato perché è sesso fuori dal matrimonio, quindi (per la chiesa) fuori anche da una intrinseca logica riproduttiva (che invece potrebbe sussistere in rapporto carnale con un amante, in cui il fine riproduttivo potrebbe già essere contemplato come conseguenza del rapporto amoroso, anche se peccaminaoso), quindi è il sesso il peccato, non l'uso del preservativo in sé che in questo caso non ha una finalità contraccettiva, ma igenico-sanitaria.
    Diverso è invece, per la chiesa, il caso di una coppia sposata; qui per la chiesa ogni atti carnale deve avere per il supposto vincolo d'amore anche una finalità riproduttiva, dunque in questo caso il preservativo in quanto anticoncezionale non può che essere un peccato.

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  2. Ma sbaglio oppure è già qualche tempo che le gerarchie ecclesiastiche fanno delle gaffe epocali?

    Ricordo quando Bertone, all'epoca dello scandalo pedofilia, prima disse "c'è un legame tra pedofilia ed omosessualità" per poi ritrattare parzialmente dicendo "ma solo fra i preti".

    Il che porta a chiedersi come mai ci siano tanti omosessuali pedofili tra i sacerdoti.
    Sarà che ci sono molti omosessuali oppure che quei pochi diventano più predatori?


    Ma vivere abbastanza a lungo per vedere un papa fare una gaffe del genere è impagabile :D



    Cordiali Saluti,
    DiegoPig

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  3. "perché mai il papa è andato a fare l’esempio peregrino di un prostituto maschio, se ciò che diceva si applicava a uomini e donne ugualmente?"

    Ci provo io: perché forse ha pensato che nel caso di un prostituto la responsabilità ultima del gesto è più chiaramente illustrabile e l'esempio più chiaro e lineare. Il prostituto indossa il preservativo, sceglie un'azione in prima persona, mentre la prostituta deve farlo indossare e quindi non è esclusivamente responsabile dell'azione.

    "È chiaro che se a una prostituta è permesso come male minore l’uso di quello che rimane in ogni caso un mezzo contraccettivo per proteggere la propria vita, a maggior ragione lo stesso dovrebbe essere concesso a una coppia decisa a ricorrere all’aborto in caso di gravidanza"

    A meno che secondo il papa il fatto che una prostituta faccia sesso già al di fuori del moralmente consentito (che sarebbe all'interno di un matrimonio) la pone al di fuori delle considerazioni che sono legittime per chi fa sesso all'interno di un matrimonio. Non c'è un male da confrontare, poiché la prostituta sbaglierebbe anche se facesse sesso una volta per procreare: e quindi utilizzare un preservativo non si porrebbe come barriera verso una "giusta" gravidanza, ma solamente verso la malattia, mentre al cospetto della scelta (sbagliata) di fare sesso nelle modalità selezionate esso è un articolo indifferente.

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  4. Paolo De Gregorio:

    A meno che secondo il papa il fatto che una prostituta faccia sesso già al di fuori del moralmente consentito (che sarebbe all'interno di un matrimonio) la pone al di fuori delle considerazioni che sono legittime per chi fa sesso all'interno di un matrimonio. Non c'è un male da confrontare, poiché la prostituta sbaglierebbe anche se facesse sesso una volta per procreare: e quindi utilizzare un preservativo non si porrebbe come barriera verso una "giusta" gravidanza, ma solamente verso la malattia, mentre al cospetto della scelta (sbagliata) di fare sesso nelle modalità selezionate esso è un articolo indifferente.

    Sono abbastanza sicuro che non sia così, altrimenti la Chiesa dovrebbe condonare o essere indifferente alla contraccezione praticata da chi non è sposato, il che mi sembra contraddetto dall'esperienza. In particolare, credo che procreare al di fuori del matrimonio non costituisca un peccato differente dal peccato di avere rapporti sessuali fra persone non sposate. Ma bisognerebbe andare a vedere cosa dicono effettivamente sul tema.

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  5. "Perché ritiene che la questione è seria per il mondo di oggi e lui ha dato il suo contributo all’umanizzazione della società"

    Visto che finora questa infallibile autorità morale col libro della verita in tasca e millenni di filofosia, teologia e dottrina morale sulle spalle ha sempre fatto intendere il contrario suppongo che il suo contributo consista nello smettere di deumanizzare la società. Un po' come Woody Allen che salva una ragazza da uno stupro, trattenendosi. Io mi aspetterei delle scuse, altro che vantarsi per il coraggio.

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  6. LA contraddizione tra parlare a ruota libera e parlare ex cathedra è assai relativa: dal 1870, se non sbaglio, i papi hanno parlato ex cathedra 3 (tre) volte e cioé a proposito della infallibilità (già sancita dal Vaticano I) della immacolata concezione e della assunzione in cielo di Maria.
    Se non mi sfugge qualcosa, i papi altro, ex cathedra, non hanno mai detto.
    etienne64

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  7. Etienne64:

    in effetti ho riportato male la nota di Lombardi, che diceva che il papa non si era espresso "magisterialmente". Nel magistero ordinario - cioè soprattutto nelle encicliche - il papa parla con autorità ma non in modo infallibile; in questi casi, comunque, si suppone che la sua parola abbia il potere di far cessare una disputa dottrinale.

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  8. @ Giuseppe

    "altrimenti la Chiesa dovrebbe condonare o essere indifferente alla contraccezione praticata da chi non è sposato"

    Ammetto che su questa questione non saprei dare risposta perché non so se essa sia indifferente o meno (come spiego dopo, questa posizione sarebbe consequenziale anche per me). In un certo senso, sospetto che per la Chiesa questa sarebbe una sorta di questione mal posta: se io predico che una cosa non va fatta e basta, poi non ho alcuna necessità di prendere posizione o dettare regole per chi si dedica a quelle pratiche. Se ti dico che il farmaco non va preso in una tale circostanza, e tu lo fai, non mi ritengo responsabile di illustrare preventivamente cosa fare in quel caso.

    Preciso che parlando con i cattolici più osservanti ho talvolta avuto questo tipo di risposta: se chiedi cosa è meglio fare dopo aver commesso l'errore X, per rimediare in qualche modo, ti rispondono che non dovevi commettere X, e che quella è l'unica soluzione.

    "credo che procreare al di fuori del matrimonio non costituisca un peccato differente dal peccato di avere rapporti sessuali fra persone non sposate"

    Concordo, ma mi sembra che proprio questa considerazione possa dare un vago fondamento a quanto ho sostenuto (che poi è solo un'ipotesi). Ho cercato di mettermi nell'ottica dei vari mali, dei mali minori o peggiori e delle spiegazioni alla Sgreccia. Se io facessi sesso al di fuori del consentito, che procrei o non procrei, starei facendo un male. In questo contesto, favorire il concepimento non sana il male originario, né presumibilmente lo peggiora. In modo simmetrico, il preservativo in questo contesto non sana né peggiora il male di fondo. Se quindi lo si vuole usare per scongiurare la trasmissione di una malattia lo si rende possibile alla luce del fatto che scegliere di non procreare, quando sarebbe vietato anche fare sesso, non è più grave di fare sesso quando è vietato.

    Se c'è un qualche fondamento in questa interpretazione, vorrebbe proprio dire (come deduci nel commento) che lo stesso lo si dovrebbe applicare a tutte le coppie sessualmente attive ma non sposate, restando vietato solo per quelli che sono sposati.

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  9. "È chiaro che se a una prostituta è permesso come male minore l’uso di quello che rimane in ogni caso un mezzo contraccettivo per proteggere la propria vita, a maggior ragione lo stesso dovrebbe essere concesso a una coppia decisa a ricorrere all’aborto in caso di gravidanza (per esempio perché portatrice di gravi malattie genetiche trasmissibili al feto), e non disposta a seguire i cosiddetti metodi naturali o a ridursi all’astinenza: c’è anche qui in gioco – per la Chiesa – una vita umana".

    Penso che qui vi sia un errore: se la coppia non è disposta a seguire ciò che la Chiesa prescrive (metodi naturali o astinenza), pecca. Ogni altra opzione è contraccettiva, dunque moralmente illecita. Non così per la prostituta, che già pecca nell'esercitare il meretricio. A parità di consizione senza preservativo, la coppia è innocente, la prostituta è colpevole. Col preservativo la coppia pecca, dove prima non peccava; la prostituta, invece, pecca con o senza il preservativo, ma se lo mette per evitare il contagio, pur continuando a peccare e senza aver scelto alcun "male minore", mostra quel primo "primo passo di responsabilità" cui BXVI rinosce "giustificazione".

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  10. Ma la coppia non è una coppia qualsiasi - nel qual caso il tuo ragionamento sarebbe valido; è una coppia che vuole ricorrere all'aborto, e che quindi sta per incorrere in un peccato gravissimo.

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  11. Quando Malvino mette bocca su questi temi la probabilità che ci abbia visto giusto è sempre notevolmente elevata, per cui è molto probabile anche che la mia interpretazione sia scorretta.

    Per quel che riguarda invece l'esempio tuo, Giuseppe, io non sono sicuro di coglierlo. Ruolo centrale nel cattolicesimo svolgono il pentimento, il ravvedimento, la conversione. Secondo me, anche contrariamente ad un diffuso senso comune, l'azione di non ostacolare o facilitare la gravidanza non sarebbe di per sé un male per la chiesa quando riguardasse una coppia decisa ad abortire. Questo perché l'intenzione di abortire viene intesa come del tutto reversibile. Il male non sarebbe ancora stato scelto ed esso verrebbe a concretizzarsi solo ed esclusivamente al momento della eventuale scelta di abortire. Fino ad allora non è un male nemmeno in potenza (vuoi mettere la Provvidenza quante ne ha già sistemate?).

    L'unico male eventualmente da considerare, valutare ed eventualmente soppesare sarebbe quello che si starebbe compiendo nella sua completa attualità, per esempio ricorrendo ad un anticoncezionale. Per fare un altro esempio: io non credo che per la Chiesa sia considerato un bene in sé che un bambino nasca malato di Aids, tuttavia la malattia esiste solo in potenziale prospettiva, mentre nell'attualità vi è una coppia a rischio se non contagiata, fertile ed eventualmente pure sposata, che pecca comunque se usa una protezione, ostacolando una nascita.

    Quindi io rimarrei comunque alle considerazioni sull'attualità del gesto: per quale motivo la prostituta, il prostituto, non starebbero scegliendo un male sostitutivo a qualche altro (anch'esso rigorosamente attuale) nel momento in cui usassero il profilattico come protezione verso il cliente (e sé stessi)? Staremo a vedere come la questione si dipanerà.

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  12. Paolo, questa frase non mi torna: "Secondo me, anche contrariamente ad un diffuso senso comune, l'azione di non ostacolare o facilitare la gravidanza non sarebbe di per sé un male per la chiesa quando riguardasse una coppia decisa ad abortire". Sei sicuro di aver scritto bene?

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  13. Giuseppe, non so quale parte non è chiara. Certamente può non comprendersi bene -perché l'ho scritto male- quel: "contrariamente al senso comune". Io volevo dire che per me e per te, se una coppia è determinata, anche abortendo, a non avere figli, ci pare inevitabile che l'aborto possa essere considerata una logica conseguenza del fare sesso senza ricercare alcun tipo di contraccezione.

    Detto ciò, ma posso sbagliarmi, ritengo (o sospetto?) che per la Chiesa non sia esattamente lo stesso: l'esistenza di quell'intenzione non avrebbe come logica conseguenza l'aborto, perché quell'intenzione verrebbe intesa come del tutto reversibile in qualunque momento (anzi, la fede del ravvedimento sarebbe molto radicata nel cattolico). Il peccato grave non si compie nell'avere intenzione di abortire, ma nel praticare l'aborto, e fino ad allora non c'è decisione preventiva, convinzione personale o filosofica che tenga: la fede può qualunque cosa, fino all'ultimo secondo.

    Poi certo, una parte della dottrina guarda anche alle intenzioni come fonte di peccato, ma quell'intenzione (chiamiamola "predisposizione all'aborto") ci sarebbe comunque a prescindere dalle scelte operate rispetto alla pratica del sesso e non dipenderebbe dall'usare o meno anticoncezionali.

    Guarda che sto facendo uno sforzo tremendo per mettermi nella testa di chi fa un uso della logica che esula dalle mie possibilità canoniche. Per questo potrebbe darsi che io prenda abbagli, nell'osare tanto.

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  14. Questa: "l'azione di non ostacolare o facilitare la gravidanza non sarebbe di per sé un male per la chiesa". Mi sembra assolutamente ovvio - anche per il senso comune - che il non ostacolare una gravidanza non sia un male per la Chiesa.

    Per il resto, credo che sia inutile tentare di ricostruire il loro pensiero (e qui, per inciso, c'è da sottolinearne la profonda alienità per noi: altro che radici dell'Occidente!). Se rileggi il passo di Sgreccia ci trovi proprio quello che dicevo io: mi sono limitato a riportarlo.

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  15. Devo chiedere scusa e ammettere che forse non avevo letto con la dovuta attenzione. Un errore da parte mia può essere stato porla nei termini della prospettiva dal punto di vista della coppia, che può non essere esattamente la stessa cosa della prospettiva del medico, guida o educatore. In ogni caso adesso staremo a vedere.

    Probabilmente è giusto osservare che tentare di interpretare quale quadro presso detti quartieri quei personaggi abbiano in testa è verosimilmente un esercizio a somma minore di zero. Del resto il fatto stesso che si stia disocrrendo veramente dell'uso del preservativo come di una questione moralmente rilevante continua ad avere del grottesco, sempre più ogni nuovo giorno che passa. Motivo per cui vederli scannarsi ferocemente proprio su questo tema sarebbe particolarmente gustoso.

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