martedì 11 gennaio 2011

Mani pulite

Non ci interessa sapere che numero di scarpe portano, se assomigliano di più al padre o alla madre, se sono omosessuali o eterosessuali, come recita lo spot. Ma dovrebbe interessarci, e molto, sapere se si sono lavati per bene le mani. Parliamo dei medici e degli infermieri a cui è affidata la cura della nostra salute e soprattutto quella dei più vulnerabili: neonati e puerpere, anziani e immunodepressi. Disinfettarsi le mani per gli operatori sanitari è un dovere, e non soltanto prima di entrare in sala operatoria come ci siamo abituati a vedere in Grey’s Anatomy e nelle altre medical series. Acqua e sapone, o ancor meglio i disinfettanti a base di alcol, dovrebbero essere utilizzati anche tra una visita e l’altra. Ma non tutti lo fanno: c’è chi ha fretta, chi ha le mani screpolate, chi tende a fregarsene, chi ha imparato il mestiere da maestri che non lo facevano. Negli Stati Uniti si stima che due milioni di persone l’anno contraggano un’infezione nosocomiale. In Italia si parla di 200.000 infezioni ospedaliere evitabili. Ovviamente non tutte le vacche sono ugualmente nere, ma i margini di miglioramento sembrano notevoli persino nei centri di eccellenza.
Anna Meldolesi, Il Riformista, 31 dicembre 2010. Continua qui.

2 commenti:

  1. la gestione della sanità pubblica è veramente catastrofica e pericolosa in certe circostanze,stavo leggendo questo articolo http://bari.repubblica.it/cronaca/2011/01/12/news/morti_sospette_al_policlinico_avviata_un_inchiesta_interna-11114528/?ref=HREC2-7 .

    Davvero pazzesco.

    Claudio

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  2. giusto, giustissimo, però le mani screpolate fanno UN MALE CANE... non è l'estetica che ti fa odiare il lavaggio sociale o "peggio" antisettico... questo non toglie che ci si debba lavare ma auspicherei una prassi più PRATICA, meno rovinosa!
    Giulia

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