Come ogni fenomeno clandestino è difficile quantificarlo. Non ci sono numeri ufficiali, ma voci, sporadiche inchieste e qualche volta denunce. Denunce di medici che eseguono aborti nelle cliniche private o nel loro studio, o di persone che fanno aborti in condizioni sanitarie più o meno spaventose. Chi può va all’estero, come succedeva prima della legge 194/1978. Chi non può scivola nella clandestinità.
Negli ultimi anni abortire in Italia è diventato difficile, anche a causa dell’alto numero di obiettori di coscienza: la media nazionale supera il 70%, con punte regionali di oltre il 90.
Esiste un modo per abortire fai da te che sta riscuotendo sempre più successo: il Cytotec.
È un gastroprotettore. Il foglietto illustrativo avverte: “Come altre prostaglandine naturali e sintetiche, il misoprostol aumenta sia l’intensità che la frequenza delle contrazioni uterine. Il suo uso in gravidanza può comportare gravi danni per il feto, complicare la gravidanza o causarne l’interruzione. Pertanto il prodotto è controindicato durante la gravidanza accertata o presunta ed il suo impiego nelle donne in età feconda è consentito soltanto se vengono adottate contemporaneamente idonee misure contraccettive”.
Alcune donne prendono il Cytotec per ottenere proprio quell’effetto collaterale. Succede nei Paesi dove abortire è illegale, dove è l’unica alternativa a una gravidanza che non si può o vuole portare avanti e ai rischi degli aborti eseguiti con ferri da calza o altri mezzi rischiosi e non igienici.
Ma succede anche in Italia, dove esiste una legge che garantisce la possibilità di interrompere una gravidanza in modo sicuro. Almeno sulla carta.
Perché alcune donne invece di andare in ospedale prendono il Cytotec rischiando la salute e la vita? Il Cytotec non causa solo un possibile aborto, ma emorragie e complicazioni. A volte può farti morire. Sarà meno dannoso e più economico delle mammane, ma non è affatto sicuro. Lo sarebbe se fosse assunto in modo coretto e in un ospedale - lo stesso farmaco è infatti usato per indurre il travaglio e negli aborti tardivi.
Due anni fa una donna è arrivata in ospedale in condizioni critiche. È morta. Nel campo a Tor Sapienza dove viveva è stato trovato un blister bruciacchiato di Cytotec.
Sempre nel 2009 la Stampa denunciava lo spaccio del farmaco intorno alla stazione di Milano e nei sotterranei della metropolitana. Pochi euro per 5 pasticche, senza nemmeno procurarti la ricetta. Le prendi, aspetti e quando ti viene l’emorragia vai in ospedale simulando un aborto spontaneo.
Una possibile spia degli aborti clandestini potrebbe forse essere l’aumento di quelli spontanei. Secondo i dati Istat sono passati da circa 55.000 mila del 1988 agli oltre 77.000 del 2007.
È evidente che le vittime predestinate sono le donne più spaventate, con meno mezzi, magari senza cittadinanza italiana.
È impressionante che in Italia accada qualcosa di simile a quanto accade in quei Paesi in cui abortire è illegale. È ingiustificabile che l’accesso a un servizio pubblico sia tanto complicato e discriminatorio, perché a pagare il prezzo più alto saranno sempre le persone più fragili.
Calabria Ora, 24 novembre 2011.
coraggio, qualche commento ispirato alla carità cristiana e alla difesa dei valori non negoziabili e bla, bla, bla... su, tanto per farsi le solite 4 risate amare, anzi amarissime
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