domenica 11 dicembre 2011

Chiedere scusa

Un giorno scrivo che quelli del quinto piano hanno picchiato e derubato Mario (me lo ha detto Mario).
Il giorno dopo alcuni cittadini vanno da quelli del quinto piano e alzano un casino: qualche porta divelta, paura, schiaffi.
Poi si viene a sapere che Mario si è inventato tutto.
Allora chiedo scusa: ai lettori e a me stessa.
Ma non dovrei chiedere scusa prima di tutto a quelli del quinto piano?
Perché bisogna scusarsi con le persone giuste, altrimenti rischia di non valere.
E poi, temo, le scuse sarebbero state necessarie anche prima che la verità emergesse (il corsivo è mio; ad ora il titolo di cui ci si scusa è ancora online).
Ieri, nel titolo dell’articolo che raccontava lo «stupro» delle Vallette abbiamo scritto: «Mette in fuga i due rom che violentano sua sorella». Un titolo che non lasciava spazio ad altre possibilità, né sui fatti né soprattutto sulla provenienza etnica degli «stupratori». Probabilmente non avremmo mai scritto: mette in fuga due «torinesi», due «astigiani», due «romani», due «finlandesi». Ma sui «rom» siamo scivolati in un titolo razzista. Senza volerlo, certo, ma pur sempre razzista. Un titolo di cui oggi, a verità emersa, vogliamo chiedere scusa. Ai nostri lettori e soprattutto a noi stessi.
(Il titolo sbagliato, la Stampa, 11 dicembre 2011).

2 commenti:

  1. Roberto Escobar12/12/11 08:48

    Buono, l'articolo di rettifica della Stampa. peccato che, alla fine, quando arriva alle scuse, dimentichi di chiederl a "Mario", ossia ai Rom.
    Roberto Escobar

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  2. Come chiedere scusa ai lettori e a noi stessi per avere massacrato il povero Girolimoni (per sempre, altro che rettifiche!).
    Insisto che le scuse sarebbero state opportune anche se il reato l'avessero compiuto quelli accusati dalla ragazza.
    Il titolo incriminato continua a vivere indisturbato - e la rettifica è altrove.

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