Come sempre devo premettere che potrei non avere competenze sufficienti. Ma, pur in questa mia ignoranza, mi chiedo e chiedo se la Consulta non abbia preso una cantonata madornale sul terreno che ad essa è più squisitamente proprio: il Diritto.
In ragione e in diritto, provo ad esporre questa mia critica: le coppia austriaca, come le coppie italiane, si sono rivolte a distinti tribunali contro una legge del proprio paese. Queste coppie hanno chiamato in causa, quindi, dei giudici per tutelare un proprio presunto diritto, e su questo (eventuale lesione di un diritto) le rispettive Corti dovevano esprimersi.
Orbene, è corretto richiamare la prevalenza delle pronunce europee e della Convenzione su quelle italiane, ma questo argomento può solo farsi valere a favore del diritto e non anche "contro" diritto. Se a Strasburgo determinano che una certa legge leda un determinato Diritto dell'Uomo, è corretto che la Consulta non si pronunci ma rimandi a questa sentenza. Ma se a Strasburgo determinano che una certa legge nazionale non violi uno dei diritti che deve difendere, questo un bel nulla dice se, o meno, quella stessa legge violi la Costituzione italiana.
Il motivo, poi, è tanto ovvio da lasciar basiti sulla dimenticanza: la Costituzione italiana potrebbe benissimo riconoscere più diritti di quella austriaca e persino, cosa non irrilevante, più diritti che quelli tutelati dalla Convenzione. Si finirebbe, sennò, lungo questo crinale, ad eliminare tutti i diritti presenti nella nostra Costituzione che non siano anche contemporaneamente tutelati in tutte le sedi europee.
Ma ad essere inclusivo è il diritto, non il divieto.
Potrei fare un banalissimo esempio: un cittadino irlandese afferente ad un dato culto potrebbe andare a Strasburgo e chiedere se una certa legge ordinaria non leda un suo diritto. La Camera potrebbe deliberare che, dato che in Irlanda c'è una Chiesa di Stato, e dato che questo in sé e per sé non viola necessariamente i Diritti dell'Uomo, essa non può operare censura. Si immagini ora la Consulta, di fronte ad un caso di una legge italiana che contraddica la separazione Stato-Chiesa, invocare quella sentenza, e quindi esimersi dallo stabilirne la compatibilità con la Carta, e perciò "dimenticarsi" che la Costituzione italiana è diversa dall'Irlandese, precisamente nel punto dei rapporti tra Stato e Chiesa.
Ah ah ah, che erroraccio che ho fatto. Tanto è sempre stato lo stupore per il contenuto della Costituzione irlandese fino al 1972 che ho omesso di ricordarmi che da allora è stato emendato. Comunque, si può traslare il discorso alla Gran Bretagna.
"non sarebbe il caso di aspettare la sentenza?"
Certo certo, le mie sono considerazione estemporanee. Tuttavia quello che non si troverà nella sentenza sarà un giudizio nel merito, e questo già si sa, o no?
In Italia (fortunatamente secondo me) non si arrivera' mai al concepimento di un figlio con l'intervento 'legalizzato' di partner estranei alla coppia, benche' 'descritti' erroneamente quali donatori (si tratta di fecondazioni 'dislocate' non di donazioni). E questo per una ragione molto semplice: la cogente, giusta, tutela dei figli naturali. La fecondazione avvenuta con gameti diversi da quelli dei coniugi, viola i diritti del figlio naturale, privandolo di tutti i diritti rivenienti dalla sua effettiva genitorialita' e nessun contratto di compravendita, di affitto, di donazione potra' minare i diritti del figlio naturale, finche' saremo capaci di restare coerenti. A parte tutte le aberrazioni figlie dell''eterologa' e conseguenze di essa. Insisto, esistono tanti, tanti bambini gia' nati che aspettano solo un papa' ed una mamma.... che li voglia amare.... francesco sirio
Cos'è meglio nell'interesse del bambino, venire al mondo anche senza possedere questi fantomatici diritti naturali oppure, non potendo contare sui suddetti "diritti" in quanto figlio dell'eterologa, non venirci al mondo punto e basta?
Come sempre devo premettere che potrei non avere competenze sufficienti. Ma, pur in questa mia ignoranza, mi chiedo e chiedo se la Consulta non abbia preso una cantonata madornale sul terreno che ad essa è più squisitamente proprio: il Diritto.
RispondiEliminaIn ragione e in diritto, provo ad esporre questa mia critica: le coppia austriaca, come le coppie italiane, si sono rivolte a distinti tribunali contro una legge del proprio paese. Queste coppie hanno chiamato in causa, quindi, dei giudici per tutelare un proprio presunto diritto, e su questo (eventuale lesione di un diritto) le rispettive Corti dovevano esprimersi.
Orbene, è corretto richiamare la prevalenza delle pronunce europee e della Convenzione su quelle italiane, ma questo argomento può solo farsi valere a favore del diritto e non anche "contro" diritto. Se a Strasburgo determinano che una certa legge leda un determinato Diritto dell'Uomo, è corretto che la Consulta non si pronunci ma rimandi a questa sentenza. Ma se a Strasburgo determinano che una certa legge nazionale non violi uno dei diritti che deve difendere, questo un bel nulla dice se, o meno, quella stessa legge violi la Costituzione italiana.
Il motivo, poi, è tanto ovvio da lasciar basiti sulla dimenticanza: la Costituzione italiana potrebbe benissimo riconoscere più diritti di quella austriaca e persino, cosa non irrilevante, più diritti che quelli tutelati dalla Convenzione. Si finirebbe, sennò, lungo questo crinale, ad eliminare tutti i diritti presenti nella nostra Costituzione che non siano anche contemporaneamente tutelati in tutte le sedi europee.
Ma ad essere inclusivo è il diritto, non il divieto.
Potrei fare un banalissimo esempio: un cittadino irlandese afferente ad un dato culto potrebbe andare a Strasburgo e chiedere se una certa legge ordinaria non leda un suo diritto. La Camera potrebbe deliberare che, dato che in Irlanda c'è una Chiesa di Stato, e dato che questo in sé e per sé non viola necessariamente i Diritti dell'Uomo, essa non può operare censura. Si immagini ora la Consulta, di fronte ad un caso di una legge italiana che contraddica la separazione Stato-Chiesa, invocare quella sentenza, e quindi esimersi dallo stabilirne la compatibilità con la Carta, e perciò "dimenticarsi" che la Costituzione italiana è diversa dall'Irlandese, precisamente nel punto dei rapporti tra Stato e Chiesa.
non sarebbe il caso di aspettare la sentenza?
RispondiElimina(comunque in Irlanda non esiste una chiesa di stato almeno dal 1972)
Ah ah ah, che erroraccio che ho fatto. Tanto è sempre stato lo stupore per il contenuto della Costituzione irlandese fino al 1972 che ho omesso di ricordarmi che da allora è stato emendato. Comunque, si può traslare il discorso alla Gran Bretagna.
RispondiElimina"non sarebbe il caso di aspettare la sentenza?"
Certo certo, le mie sono considerazione estemporanee. Tuttavia quello che non si troverà nella sentenza sarà un giudizio nel merito, e questo già si sa, o no?
In Italia (fortunatamente secondo me) non si arrivera' mai al concepimento di un figlio con l'intervento 'legalizzato' di partner estranei alla coppia, benche' 'descritti' erroneamente quali donatori (si tratta di fecondazioni 'dislocate' non di donazioni).
RispondiEliminaE questo per una ragione molto semplice: la cogente, giusta, tutela dei figli naturali.
La fecondazione avvenuta con gameti diversi da quelli dei coniugi, viola i diritti del figlio naturale, privandolo di tutti i diritti rivenienti dalla sua effettiva genitorialita' e nessun contratto di compravendita, di affitto, di donazione potra' minare i diritti del figlio naturale, finche' saremo capaci di restare coerenti. A parte tutte le aberrazioni figlie dell''eterologa' e conseguenze di essa.
Insisto, esistono tanti, tanti bambini gia' nati che aspettano solo un papa' ed una mamma.... che li voglia amare....
francesco sirio
Cos'è meglio nell'interesse del bambino, venire al mondo anche senza possedere questi fantomatici diritti naturali oppure, non potendo contare sui suddetti "diritti" in quanto figlio dell'eterologa, non venirci al mondo punto e basta?
RispondiElimina"privandolo di tutti i diritti rivenienti dalla sua effettiva genitorialita'"
RispondiEliminaFrancesco Sirio, a quali diritti si riferisce, esattamente?