È stata approvata la legge belga che permetterà anche ai minori di 18 anni, in determinate circostanze, di chiedere l’eutanasia. Il parlamento ha votato a favore con 86 sì, 44 no, 12 astenuti. L’ultimo passo sarà la firma del re.
Le condizioni, in sintesi, sono le seguenti: la richiesta da parte del minore; l’accertamento della sua capacità di discernimento, valutato da uno psichiatra dell’infanzia o da uno psicologo; le condizioni di estrema sofferenza fisica impossibile da contenere; una prospettiva di sopravvivenza limitata; il consenso dei tutori legali.
Sulla legge e sulle questioni principali che l’estensione ai minori solleva avevo già scritto qui.
Può essere però utile leggere alcune delle proteste e degli pseudoargomenti offerti per condannare la decisione del Belgio. Il sito di Radio Vaticana ha giocato la carta della condanna apodittica. “Si sono espressi contrari un gruppo di pediatri definendola “inutile” per mancanza di richieste effettive. La Chiesa belga guidata dall’arcivescovo di Malines-Bruxelles mons. Leonard, è scesa in campo contro l’iniziativa denunciando il rischio di una banalizzazione dell’eutanasia. Esponenti delle tre religioni monoteiste, cristiani, ebrei e musulmani hanno lanciato un forte appello contro la legge”.
Se non ci saranno “richieste effettive”, la legge non potrà dunque essere dannosa, perché essere contrari? Sulla banalizzazione invece rimane un mistero: ci sono circostanze in cui l’eutanasia sarebbe considerata non banale? E perciò accettabile?
Avvenire commentava così poco prima dell’approvazione di ieri sera: “Salvo ripensamenti dell’ultima ora, oggi il Belgio compirà il drammatico passo di legalizzare l’eutanasia per i minori (nei Paesi Bassi la autorizza di fatto solo una sentenza del 2004)”. Quel “drammatico” sembra talmente evidente da non richiedere una giustificazione. Solo alcune righe più tardi si nomina la già citata inutilità, che però nulla spiega: “La settimana scorsa 39 pediatri hanno consegnato al presidente della Camera André Flahaut un appello in cui sono spiegati i motivi per cui un provvedimento del genere semplicemente «non è necessario»”.
Wired.it, 14 febbraio 2014.
PS
Poco fa leggo un commento di Giovanni Belardinelli. La conclusione merita di essere riportata per il totale non sequitur. Mi domando se abbia letto la legge.
D'accordo con Belardinelli: niente leggi; ogni cittadino libero di decidere qualunque cosa e in qualunque modo del proprio corpo.
RispondiEliminaSaluti
Ragazzi, non per criticare, ma mi intristisce vedere che ultimamente sono solo io a lasciare commenti qui. Era un blog tra i più interessanti, ma ho l'impressione che sia sempre meno seguito (e aggiornato)...
RispondiEliminaSaluti
Eh, lo so. Life intrudes.
RispondiEliminaLo spettro dell'eugenetica, viene purtroppo evocato perche', non molto lontano da noi, in Europa, in questa Europo moralmente decadente, si fa passare per eutanasia la soppressione (altro termine mi sfugge) dei malati psichiatrici..... e contemporaneamente ci si sbraccia per .... le vittime dei nazisti... gli eugenetici di allora.
RispondiEliminaPersonalmente non ho piu' molto tempo per frequentare blog... esistono purtroppo derive morali da contrastare dal vivo... troppa grazia fosse solo un blog... che brutto declino :-(
ciao
francesco sirio
"Contrastare dal vivo" in che senso? Manifestazioni?
RispondiEliminaEffettivamente quando provo a commentare a proposito di eutanasia e aborto in siti cattolici finsice sempre che qualche devoto mi dà della nazista.
RispondiEliminaTuttavia a proposito della legge, penso che sia effettivamente inutile Dovrebbe essere già insito nel compito e nel fine delle cure mediche l'ovvio principio di evitare inutile sofferenza al paziente malato terminale, a maggior ragione se si tratta di un bambino. D'altra parte chi potrebbe sostenere di vedere un bambino soffrire per morire? Credo che il punto sia proprio questo: se la sofferenza faccia parte di un misterioso divino che dobbiamo accettare. Oppure no.
"Dovrebbe essere già insito nel compito e nel fine delle cure mediche l'ovvio principio di evitare inutile sofferenza al paziente malato terminale"
RispondiEliminaAlessandra, se fosse ovvio per tutti, ci basterebbe la "complicità" che si instaura tra gli esseri umani nei momenti difficili. Purtroppo, ovvio per tutti, non lo è.
Saluti
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Io scriverei "dimostra di non essere un robot pre-positronico"
Eh già... mai dare per scontati il principio della solidarietà umana e il buon senso quando si tratta di cattolici ferventi. Meglio fissarli per legge.
RispondiEliminaE poi la sofferenza è la corsia preferenziale per il paradiso...mica vorrai sbarrarla d'arbitrio
Sono fermamente contrario all'eutanasia per coloro che, a domanda del medico, rispondono di essere cattolici. Anzi dovrebbero in tal caso essere proibiti anche gli antidolorifici, la morfina (droga!), e le cure per le malattie veneree (evidentemente causate dal Peccato e quindi giusta punizione Divina).
RispondiEliminaSaluti
Qualcuno ha mai sentito parlare di parabola del buon samaritano? qualcuno sa che la maggior parte del tempo Gesù la passasse a guarire le malattie? La sofferenza fa parte della nostra natura unana come la gioia.... e nessun cristiano può ritenersi tale se so adopera per aumentare la sofferenza anziche alleviarla. Presso gli ebrei la malattia costituiva il segno del peccato.... forse c'è un po di confusione. Oggi in pieno delirio di pseudo onnipotenza tecnocratica ci si illude di vincere la morte.... somministrandola
RispondiElimina... anche ai bambini
Condivido in parte il pensiero di Alessandra... mancano oggi i medici... seri... per paura delle citazioni in tribunale l'accanimento e un obbligo. Si Giuseppe occorre farsi sentire dal vivo esattamente come un pride .....
ciao
francesco sirio
Caro Francesco quando parli di delirio di onnipotenza tecnocratica forse non pensi che l'eutanasia si pratica su pazienti che spesso sono mantenuti in vita, tra le molteplici sofferenze, in maniera del tutto artificiale. Se è loro desiderio potersi riappropriare del diritto di disporre del proprio corpo per evitare inutili sofferenze, perché togliere questo diritto alle persone? Credo che anche i bambini possano, con le dovute cautele del caso, possano disporre di questo diritto.
RispondiEliminaSaluti
Sara
Cara Sara, ti spiego come la penso. Parto da un episodio avvenuto pochi anni fa. Giovanni Paolo II. Quando quest’uomo ha compreso che correva il rischio di essere mantenuto in vita, tra le molteplici sofferenze, e senza speranza di guarigione ha chiesto di essere lasciato al suo destino. La penso esattamente come Lui. Cosa voglio dire? Che un buon cristiano sa che la vita terrena è un passaggio, non è eterna e quando meno ce lo aspettiamo si potrebbe interrompere, nel modo più assoluto sono contrario all’accanimento terapeutico senza speranza. Secondo me tra la condotta di Giovanni Paolo II e quella di chi chiede di essere ammazzato c’è un abisso. Secondo me tra Giovanni Paolo II e quei genitori che prima chiedono che sul figlio ci si accanisca oltre ogni limite, e poi, pentiti, chiedono sia ammazzato c’è un abisso. Secondo me tra Giovanni Paolo II e Peppino Englaro non esiste confronto, e prego perché quei genitori possano chiedere perdono per ciò che hanno fatto a degli innocenti. La cultura del diritto all’eutanasia e’ la cultura del binario morto, ciò che non serve, che non è più “IN” meglio cacciarla nella raccolta rifiuti speciali, vite che non sono degne di essere vissute, come nei lager! Non sono d’accordo! Un po’ come per l’aborto. Perché dover uccidere quando basta non concepire? Perche’ ostinarsi nell’accanimento senza speranza, per poi dover uccidere? Ti posso assicurare che sono stato al fianco di ‘malati terminali’, e non ti dico quanto ho lottato con i parenti per far comprendere loro che quella vita era al capolinea, e che tutto era solo sofferenza inutile, e forse non voluta. Gli stessi parenti che, aperti gli occhi, poi, chiedevano di staccare la spina… come facciamo con un elettrodomestico che non ci serve piu’ … consumo inutile.
RispondiEliminaTi chiedo di volermi perdonare il ritardo e ti saluto cordialmente.
Francesco sirio
In effetti è vero, non esiste confronto tra Giovanni Paolo II e Peppino Englaro.
RispondiEliminaGiovanni Paolo II avrebbe dovuto chiedere di essere mantenuto in vita a qualunque costo e fino all'ultimo, in quanto portabandiera di quel luminoso concetto di "vita come bene supremo" che ci viene ammannito ad ogni piè sospinto dai corifei dell'oltranzismo cattolico. Ed a cui non credono neanche loro, giacchè nessuno della banda vaticana e dintorni ha tacciato di profonda incoerenza il proprio capo supremo quando, nel momento della verità, ha detto ai medici basta così, con tanti saluti alla "vita come bene supremo". E non si capisce proprio perchè lui abbia potuto altresì permettersi il lusso di dire che ne aveva abbastanza mentre questo "lusso" avrebbe dovuto essere negato agli Englaro.
Il resto sono chiacchiere vacue.