martedì 28 febbraio 2006

11º: non ti farai rifare le tette

Il Corriere della Sera di oggi fa il resoconto di un convegno sulla chirurgia estetica promosso dall’Opus Dei («Naso, seno, bocca: la chirurgia estetica secondo l’Opus Dei»):
Spiega Paolo Persichetti, professore di chirurgia plastica all’Università campus biomedico di Roma, il policlinico vicino all’Opus Dei che ha promosso l’incontro, affollato da medici e scienziati di comprovata fede: «Il nostro compito dovrebbe essere quello di rimuovere solo quei difetti fisici che diventano un problema psicologico. Dovremmo invece opporci all’uso consumistico del bisturi, fermare chi rincorre un’ideale di bellezza artificiale e chi ne approfitta per far soldi». … «Un conto – dice ancora Persichetti – è correggere un difetto, … un altro è trasformare un individuo». … Comprensibile la liposuzione, … «se la massa da eliminare è tanta e non serve solo a creare una silhouette da modella». Niente bisturi, invece, per chi vuole rinforzare le labbra, per chi pensa già al lifting sotto i 30 anni. E per chi vuole rifarsi il seno: «Non quando il problema è grave ma solo quando l’intervento serve solo a guadagnare quella misura in più».
Ambiguo il commento di Paola Binetti, numeraria dell’Opus Dei e candidata al Senato per la Margherita, presente al convegno:
«È una distinzione sensata – spiega – anche perché gli interventi ammessi sono quelli che rafforzano l’immagine già esistente mentre quelli criticati rischiano di costruirne una artificiale … ma riconosco che ognuno di noi ha il diritto di sentirsi a proprio agio con se stesso. Quella che bisogna cercare davvero, però, è la bellezza che non finisce mai, quella dentro di noi».
Speriamo che in qualche tribuna elettorale qualcuno chieda alla professoressa se pensa che del nostro aspetto possiamo effettivamente decidere da soli o se ritiene invece che si debba introdurre l’obiezione di coscienza anche per i chirurghi estetici, e che i volontari dell’Opus debbano presidiare le sale di aspetto delle cliniche per dissuadere le sconsiderate...

4 commenti:

  1. sentirsi a proprio agio con sè stessi significa solo rifuggire la vecchiaia grazie al proprio aspetto mutato artificiamlmente?
    panso proprio di no. c'è tanto di cui interessarsi che viene prima... e anzi rifuggire il proprio aspetto e crearsi un'apparente giovinezza non fa altro che allontarci da un sincero rapporto con il prorpio io.

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  2. Può anche darsi che nikopol abbia ragione, ma non credo che se una donna vuol tirarsi un po' su le tette sia una questione della quale debba occuparsi il magistero della Chiesa: "c'è tanto di cui interessarsi che viene prima", per parafrasare.

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  3. senza dubbio, barbalbero

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  4. ciao ragazzi... io sono uno studente del campus bio-medico... la verità è che come al solito gli articoli vengono tagliati e interpretati a proprio piacimento (dai giornalisti e da chiunque altro intendo) l'articolo integrale sta sul sito del campus bio medico e vi invito a leggerlo... comunque, il significato di quello che è stato detto dal dott. Persichetti (il quale vi assicuro che è un ottimo chirugo che ha salvato la vita a decine di persone) è semplicemente questo: IL CHIRURGO PLASTICO DEVE CERCARE DI NON FARE QUEGLI INTERVENTI "A RISCHIO" (ad esempio a persone con disagi psicologici)PER IL SEMPLICE GUSTO DI FARE SOLDI E GUADAGNARE SULLA SALUTE DELLA GENTE... vi sembra così sbagliato? d'altronde come si può non negare un'abuso della chirurgia estetica, quando viene regalato anche a ragazze di 16 anni un seno nuovo? (che neanche hanno terminato lo sviluppo di quello "originale". Comunque a mio parere è riduttivo concentrarsi solo sulle tette, ovvero, se una donna ha un problema perchè non sa accettarsi con le tette piccole e questo solo problema le causa difetti di interrelazione eccetera, bene venga l'intervento. ma se questa donna ha dei disagi psicologici seri, è GIUSTO CHE IL CHIRURGO NON SI APPROFITTI DI LEI PER INCASSARE DENARO... o no?

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