Sul sito del Vaticano si può leggere il «Discorso di Sua Santità Benedetto XVI ai partecipanti all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita e al Congresso Internazionale L’embrione umano nella fase del preimpianto» (Sala Clementina, lunedì 27 febbraio).
L’attenzione della Chiesa sembra concentrarsi attualmente sull’embrione nella fase di preimpianto (intesa sia in senso naturale – cioè precedente all’annidamento nell’utero – sia nel senso proprio della fecondazione artificale). È verosimile che ciò sia finalizzato tra l’altro a etichettare come «abortiva» la pillola del giorno dopo, un farmaco che costituisce oggi un complemento pressoché indispensabile a un metodo contraccettivo accessibile e popolare qual è l’uso del profilattico. La lotta della Chiesa contro la contraccezione è rimasta fatalmente nell’angolo della grande battaglia contro l’aborto: non solo per una questione di energie e di tempo limitati, ma soprattutto per l’enorme risalto dato al momento della fecondazione – che ha avuto come risultato non voluto ma inevitabile di svilire nel discorso pubblico lo statuto dei gameti ancora separati. Si aggiunga a ciò la diffusa impopolarità della proibizione cattolica dell’uso dei profilattici anche nella tragica situazione africana, e si avrà la misura di quanto vitale sia per la Chiesa trovare munizioni ideologiche fresche da impiegare contro le pratiche contraccettive.
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