Che ruolo ha avuto la Chiesa nella dittatura argentina? Questa potrebbe essere la domanda di partenza dell’inchiesta di Horacio Verbitsky, giornalista del mitico Página/12 e da sempre difensore dei diritti umani. La risposta è rintracciabile nel titolo: El Silencio. El Silencio è un’isola dell’Argentina. Ma il silenzio è soprattutto quello della complicità; della connivenza con l’orrore.
Siamo a Buenos Aires, all’inizio dell’autunno 1979. Per sottrarlo all’ispezione della Commissione Interamericana per i Diritti Umani, il centro di detenzione della Scuola di Meccanica della Marina viene smantellato in fretta e furia. Come succedeva alle sale da gioco nell’america proibizionista, e nel film La Stangata. Soltanto che al posto delle carte ci sono gli oppositori politici della dittatura, quelli che non si sono piegati alla repressione. Ma anche coloro che manifestavano soltanto simpatia nei confronti dell’opposizione, o gli indecisi, i testimoni scomodi. Qualcuno che non si era macchiato nemmeno delle colpe sopradescritte, ammesso che di colpe si possa parlare.
Tutti i prigionieri del centro di detenzione clandestino vengono trasferiti durante la notte su un’isola nell’arcipelago del Tigre. Isola che era stata fino a quel momento il luogo di riposo del Cardinale di Buenos Aires. “Lasciate ogni speranza voi che entrate (sbarcate)”.
Per i prigionieri è previsto un programma di ‘disintossicazione e rieducazione’ (dalla libertà? Dalla dignità? Dalla stessa sopravvivenza?). Questa è la storia che Horacio Verbitsky ci affida e ci chiede di non destinare ancora al silenzio.
Silenzio assordante lacerato dalle parole dei sopravvissuti, che raccontano la ‘vita’ all’interno di un vero e proprio campo di concentramento. Parole che danno colore a quei fili invisibili, ma spessi e resistenti, che sono i rapporti tra la dittatura militare e le gerarchie ecclesiastiche. La guerra sporca e silenziosa. La guerra condotta con la benedizione cristiana.
I nomi coinvolti sono illustri: il cardinale Jorge Bergoglio, unico serio avversario di Joseph Ratzinger al trono papalino secondo Verbitsky. O il nunzio apostolico Pio Laghi; fino allo stesso Paolo VI (Papa dal 1963 al 1978, per chi l’avesse dimenticato).
Torna alla memoria la sconvolgente testimonianza di Adolfo Scilingo, ex capitano di corvetta in servizio presso la Scuola di Meccanica della Marina. I cappellani militari offrivano conforto a quanti caricavano sugli aerei, addormentati e inconsapevoli, i condannati a morte, gettati nei tristemente noti ‘voli’. In fondo, sostenevano i cappellani, quella era una morte cristiana, non traumatica. Perfino la Bibbia prevedeva l’eliminazione dell’erba cattiva dai campi di grano. Dimenticando, però, di dimostrare che le vittime della dittatura militare fossero ‘erba cattiva’.
El Silencio, 2005, Buenos Aires, Sudamericana (trad. it. Il Silenzio, 2006, Roma, Fandango).
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